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Archivio Riflessioni spirituali Online
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Lettura per Lunedì 01/01/2007

Un Nuovo Anno per camminare con fede, dinamismo e obbedienza come vuole Dio.


 


Rito romano:  Maria SS. Madre di Dio Nm 6,22-27  Gal 4,4-7  Lc 2,16-21


Rito ambrosiano: Circoncisione del Signore Nm 6,22-27  Gal 4,4-7  Lc 2,16-21


 


“Maria meditava nel suo cuore….”: che mistero grande! Dio si è fatto corpo, si è fatto bambino e tu Maria lo prendesti tra le braccia, lo ricopristi di baci e di carezze mentre  succhiava il latte dal tuo seno. Certo trepidavi per quella  piccola creatura speciale ma  indifesa che ti era stata affidata, pure hai creduto che il Padre nostro accompagna e sostiene coloro che confidano in Lui.  Quante volte, sulla porta di casa avrai recitato con Giuseppe, capo famiglia,  la benedizione “Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace.” Noi pure siamo tuoi figli e ti riconosciamo come madre dolcissima: benedici anche noi per i giorni che ci è dato da vivere, perché possiamo essere missionari autentici della buona novella del Vangelo, e sappiamo fare gesti di aiuto e di dialogo, mettendo a frutto i nostri talenti e la nostra operatività.


 



Lettura per Sabato 06/01/2007

EPIFANIA DEL SIGNORE


Rito romano   Is 60,1-6   Ef  3,2-3.5-6  Mt  2,1-12


Rito ambrosiano Is 60,1-6   Ef  3,2-3.5-6  Mt  2,1-12


 


Ti adoreranno Signore, tutti i popoli della terra


 

I magi hanno camminato a lungo per cercare il Messia: essi ci invitano a camminare,a proseguire, qualunque sia il punto in cui ci troviamo, e imparare a vedere le tracce di Dio che cammina con noi  e ci  offre occasioni nuove,  liete e impegnative per servire gli uomini, esperienze sempre più intense e vaste,  itinerari spirituali che dispongono il nostro cuore  ad allargare relazioni, cercare comunione e condivisione con retta intenzione, umiltà,  purezza di cuore. In questo giorno siamo invitati a rivestirci della luce che viene da Dio affinché possano scorgerla anche i lontani.

Lettura per Domenica 07/01/2007

Battesimo del Signore


Rito romano  Is 40,1-5.9-11   Tt 2,11-14; 3,4-7   Lc  3,15-16.21-22


Rito ambrosiano Is 40,1-5.9-11   Tt 2,11-14; 3,4-7   Lc  3,15-16.21-22


 


Vieni Spirito Santo!


 


Il Battesimo amministrato da Giovanni Battista e confermato dal Padre e dallo Spirito Santo è per Gesù l’atto che segna la fine della sua vita privata e l’inizio della sua missione per il mondo. Anche il nostro Battesimo, confermato dalla Cresima, dovrebbe significare per ogni cristiano la chiamata del Padre ad impegnarci per la diffusione del Regno di Dio. Molti di noi non ne sono consapevoli, perché spesso  i Sacramenti vengono amministrati per pura tradizione, la famiglia non approfondisce la realtà nascosta che essi significano, la catechesi si svolge nel periodo in cui i ragazzi sono preadolescenti, sono preoccupati d’altro, protesi nella ricerca dell’ autonomia dalla famiglia e della personale identità. Lo Spirito di Dio crea, rinnova, fa della nostra vita umana una vita soprannaturale che ci rende figli adottivi del medesimo Padre di Gesù. Ma…si torna  sempre si inciampa sulla libertà personale: è proprio vero che una persona, battezzata e cresimata, ha accolto con libertà e quindi con consapevolezza il dono di Dio? Noi sappiamo che il contatto con il dito di Dio, che dà la vita piena all’Adamo e all’Eva terrestri, non può avvenire se Egli incontra anime in cui alberga la noncuranza, la disaffezione, lo scetticismo,  la pigrizia, la mancanza di desiderio di quell’amore grande e gratuito che Dio desidera offrire a tutti suoi figli.


Esiste un film che si intitola “alla ricerca dell’arca perduta”: se conoscessimo il valore del dono che Dio offre, saremmo alla ricerca giorno e notte di questo dono, con il desiderio, con la preghiera, con il nutrimento dell’Eucaristia.

Lo Spirito non è dato tutto insieme una volta per tutte, ma viene effuso da Dio sulle creature che glielo chiedono con insistenza.

Lettura per Domenica 14/01/2007

Rito romano    Is 62,1-5   1Cor  12,4-11   Gv 2,1-12   


Rito ambrosiano Is 62,1-5   1Cor  12,4-11   Gv 2,1-12


 


Gesù, cambia l’acqua della nostra povera vita, in vino generoso!


 


“Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te” (Isaia) E’ la promessa di un Dio che ama le sue creature e gioisce ogni volta che le vede crescere nella santità. Dio è sollecito, ci aiuta ancor prima che vediamo la luce, regalando a ciascuno dei carismi: essi rappresentano strade, modi, opportunità  messe a disposizione da Dio Padre per consentirci di realizzarci pienamente.


Sta a noi scoprire che cosa ha messo dentro la nostra esistenza la creatività, la fantasia di Dio, perché  non abbiamo a  girare a vuoto. Sta a noi impiegare i doni ricevuti per il bene comune. Sta a noi scegliere se restare acqua o diventare vino spumeggiante, gioioso, per una vita che sappia donare festa a tutti i  compagni di viaggio che il Signore ci fa incontrare.  


 



Lettura per Domenica 21/01/2007

Rito romano       Ne 8,2-4a.5-6.8-10   1Cor 12,12-31°  Lc 1,1-4:4,14-21


Rito ambrosiano Ne 8,2-4a.5-6.8-10   1Cor 12,12-31°  Lc 1,1-4:4,14-21


 


 La gioia del Signore è la nostra forza


 


La Parola di Dio dona gioia ed è per tutti. E se noi ascoltiamo la “Parola” che è vera perché  ispirata divinamente e ci impegniamo a metterla in pratica, saremo “per tutti”. Sapremo testimoniare con la vita  ciò che Dio è per noi e che fa per noi (anche quando ci prova e ci corregge). Possiamo essere testimoni contagiosi e contribuire a rendere bella e amabile la Chiesa che, generata da Gesù e dai suoi apostoli e discepoli, si dipana nella storia. La solidità degli insegnamenti ricevuti e radicati in profondità nella nostra anima, sarà dimostrata con la  forza dei gesti d’amore che ci impegneremo a realizzare nella quotidianità dei nostri giorni.


 



Lettura per Domenica 28/01/2007

Rito romano       Ger 1,4-5.17-19   1Cor 12,31-13,13  Lc 4,21-30


Rito ambrosiano  FESTA DELLA FAMIGLIA  Sir 3,2,6.12-14   Col 3,12-21   Lc 2,41-52


 


Tu, o Dio, fonte divina di ogni amore!


 


Da sempre la Chiesa, madre e maestra, ci insegna che l’amore che viene da Dio si definisce “carità”. Vivere tutti i rapporti umani all’insegna della “carità” rende più bella la vita a tutti, noi compresi. Carità è farsi dono per l’altro. Ma ecco emergere nuovamente il problema della libertà personale. A volte succede che la nostra carità, venga letteralmente presa a calci dal nostro prossimo. La sotto-cultura umana, purtroppo, facilita queste situazioni dolorose. L’incomprensione, il rifiuto, la menzogna, l’egoismo convergono a demolire le migliori buone volontà. Avessimo la fede per aggrapparci a Dio, roccia della nostra vita, potremmo cantare, anche nella sofferenza e nell’umiliazione: “Mia forza e mio canto è il Signore, Egli è il mio Salvatore, lo voglio lodare!”


 


 



Lettura per Sabato 03/02/2007

Rito romano: Is 6,1-2a.3-8    1Cor 15,1-11  Lc 5,1-11


Rito ambrosiano: Is 6,1-2a.3-8    1Cor 15,1-11  Lc 5,1-11


 


“Eccomi, manda me!”


Sembrerebbe presuntuosa un’affermazione simile, ma chi ha coscienza del proprio peccato e  della propria debolezza sa che tutto può essere vinto dalla immensa misericordia di Dio. E allora con fiducia risponderemo come Pietro “Sulla tua Parola, Gesù, getterò le reti” e ci impegneremo ad operare sperando l’insperabile e affrontando con Gesù, salito sulla nostra barca,  anche quello che ci sembra di non essere capaci di fare, cioè collaborare alla costruzione di una nuova umanità. Ma a una condizione, dice il Vangelo “Lasciarono tutto e lo seguirono”. Ne consegue di non avere attaccamento verso ciò che siamo per Grazia, nè per ciò che possediamo per Grazia. Questa non è folle prodigalità: è semplice segno di ubbidienza a ciò che domanda Gesù ai discepoli. “Chiunque avrà lasciato….riceverà cento volte tanto e avrà la vita eterna” (Mt.19,29)


La nostra sarà allora una luminosa testimonianza per tutti coloro che potranno osservare ciò che la grandezza del Signore ha fatto per mezzo di una creatura ricca solo di fede.



Lettura per Sabato 10/02/2007

Rito romano Ger 17,5-8   1Cor 15,12.16-20   Lc 6,17.20-26 


Rito ambrosiano Ger 17,5-8   1Cor 15,12.16-20   Lc 6,17.20-26 


 


Beato chi pone la sua speranza nel Signore


E’ troppo bella questa prima lettura, per omettere di ricantarne alcune parti. “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo….Benedetto l’uomo che confida nel Signore…Egli è come un albero piantato lungo l’acqua…non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell’anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti.”


Dobbiamo fare attenzione a non perdere di vista la meta, perché le tentazioni del mondo sono infinite. Solo il restare uniti a Gesù potrà salvarci e chi ci osserva, nella fedeltà dei giorni, ci potrà forse anche trovare “umanamente interessanti”. Tuttavia  a coloro che venissero attratti dalla nostra gioia di vivere, dovremo saper indicare chi è il vero autore di questa linfa perenne che scorre dentro di noi.



Lettura per Sabato 17/02/2007

Rito romano  1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23    1Cor 15,45-49   Lc 6,27-38


Rito ambrosiano 1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23    1Cor 15,45-49   Lc 6,27-38


 


Il Signore è buono e grande nell’amore


Oggi si parla non solo di Darwin, ma anche del “disegno intelligente”. San Paolo, nella lettura di oggi sembra spiegare l’arcano. Dapprima l’essere vivente, animale. In secondo luogo, il corpo spirituale. Portiamo entrambe le immagini. Si capisce perché a volte ci comportiamo da animali, a volte da creature celesti (vediamo gli artisti, in genere, e soprattutto i santi).


Probabilmente fino a che  siamo sulla terra, i nostri saranno goffi tentativi di imitazione dell’uomo-Dio perfetto che è Gesù. Con le sue Parole Gesù ci dà le indicazioni per camminare secondo lo spirito (Lc. 6,27-38) Certo chiede di essere eroici, di saper accorciare le distanze, di moltiplicare l’accoglienza verso tutti senza discriminazioni: di fronte all’egoismo, all’aridità e all’avidità, all’aggressività, al rifiuto non solo della nostra persona ma di quella di Gesù…..è dura!


Preghiamo il Signore che ci dia da dentro questa grande, immensa carità. 



Lettura per Mercoledì 21/02/2007

Rito Romano  Gl 2,12-18   2Cor 5,20-6,2   Mt 6,1-6.16-18


 


Perdonaci Signore, abbiamo peccato


Andare a ricevere le CENERI, significa che riconosciamo la nostra NULLITA’, cioè che non bastiamo a noi stessi, che senza unione con Gesù siamo perduti, che nel nostro prossimo dobbiamo saper vedere sempre una risorsa. Iniziare un periodo penitenziale ci avvicina al Signore che si preparò al suo apostolato e alla sua testimonianza con i quaranta giorni nel deserto pregando e digiunando. La preghiera dovrebbe essere l’atteggiamento costante delle nostre ore vissute, perché è in questo modo che  noi teniamo la nostra mano in quella di Gesù, entriamo nei pensieri di Dio e diventiamo capaci di vedere il mondo con i suoi occhi.


E’ un miracolo l’amore di Dio! A volte ce ne allontaniamo per seguire i nostri progetti umani, ma San Paolo nella lettura di oggi parla a nome della Chiesa e raccomanda “Lasciatevi riconciliare con Dio! Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. ..Vi supplichiamo!”

La sua lettera ai Corinzi è rivolta a ciascuno di noi, perché all’inizio di questa Quaresima torniamo a Dio con il Sacramento della Riconciliazione (la Confessione dei peccati) e ricevuta la Grazia, poi non la disperdiamo per correre dietro alle cose materiali e al divertimento.

Lettura per Sabato 24/02/2007

Rito romano   Dt 26,4-10  Rm10,8-13  Lc 4,1-13


Rito ambrosiano  Is 58,4b-10   2Cor 5,18-21; 6,1-2   Mt 4,1-11


 


Resta con noi Signore e avremo la pace


Confessare sempre che Dio è grande e che se Egli vede la fede nelle sue creature,  può tutto. Noi mendichiamo continuamente….più mezzi economici, più potere, più salute, più amore e comprensione…….


Dovremmo invertire l’ordine e chiedere a Dio sovrabbondanza del Suo amore perché possa rendere il nostro modo di amare sempre più sincero e ablativo.


Cerchiamo faticosamente “il senso della vita” e Gesù risponde come rispose al tentatore. Era da quaranta giorni nel deserto, digiunava, alla fine ebbe fame. Il tentatore lo provò facendolo riflettere  “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”


La risposta di Gesù, data a nome nostro poiché a Dio tutto è possibile, fu “NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO, MA DI OGNI PAROLA CHE ESCE DALLA BOCCA DI DIO”

La persona umana non può accontentarsi di vivere di materialismo perché è “immagine e somiglianza di Dio”, perciò cerca affannosamente, fino a che non lo trova, questo SENSO DELLA VITA. E se lo trova, come S. Agostino arriva ad esclamare “Tardi ti amai, Signore!” “Il nostro cuore è inquieto fino a che non riposa in Te”

Lettura per Sabato 03/03/2007

CONTINUA LA QUARESIMA, tempo dell’opportunità e della conversione,  in preparazione alla PASQUA di Risurrezione, che ricorda la bellezza e la gloria di Gesù, l’Amore del Padre, la forza dello Spirito di Dio che fa nuove tutte le cose. La Quaresima  è il tempo per cercare di recuperare il senso dello stupore e di ascoltare insieme alla Parola di Dio anche  la nostra interiorità che ci conduce in alto, sul Tabor, a fissare il nostro sguardo sul Cristo.


 


Al termine della strada


c’è il traguardo.


Al termine della salita


c’è la sommità.


Al termine della notte


c’è l’aurora.


Al termine dell’inverno


c’è la primavera.


Al termine della morte


c’è la risurrezione e la vita.


Ecco la nostra gioia!


 


Letture di domenica 4 marzo  C   II di Quaresima 


Rito romano Gn 15,5-12.17-18  Fil 3,17-4,1  Lc 9,28b-36


Rito ambrosiano Dt 5,1-2.6-21  Rm 13,7-14  Gv 4,5-42


 


Il Signore è mia luce e mia salvezza


 


Spesso siamo tutti intenti alle cose della terra. E’ necessario credere che è possibile un passaggio dal modo di vivere carnale a quello spirituale.


Gesù nel Vangelo di oggi dà dimostrazione a tre dei suoi discepoli che la vita dell’uomo non è solo materia. Si trasfigura davanti ad essi, anticipo della risurrezione. Mostra una bellezza che viene dal di dentro e che ha nel corpo un mezzo di espressione.  I discepoli vanno in estasi, si sentono come travolti e avvolti da tanta bellezza e maestà ed esclamano “E bello per noi restare qui”. Poi, presi dalla paura di dover tornare nel mondo,  lo supplicano “Signore, restiamo qui sul monte estraniati dal mondo e dai suoi problemi!”


Anche noi possiamo salire sul Tabor, specialmente nel tempo di Quaresima, in cui decidiamo di porre maggiore attenzione al nostro  spirito e di lasciarlo nelle mani di Dio perché lo renda più bello, con la sua inebriante presenza. E poi discendere, come Gesù e i discepoli che erano con lui in mezzo ai fratelli, a donare  loro il nostro tempo, il nostro affetto, tutto quello che di buono c’è in noi, tutto quello che possiamo donare e che il fratello nel reale bisogno  ci richiede.



Lettura per Sabato 10/03/2007

C   III di Quaresima


Rito romano  Es 3,1-8a.13-15  1Cor 10,1-6.10-12  Lc  13,1-9


Rito ambrosiano Es 34,4-10  Gal3,6-14  Gv 8,31-59


 


Signore, liberaci dal male,abbi pietà di noi


 


“Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere” ci avverte S. Paolo.


Anche nelle nostre comunità vi sono persone o gruppi che si sentono particolarmente “a posto” rispetto alla verità, alla via, alla vita cui conduce Vangelo. Badiamo anche noi di non entrare a far parte di queste realtà umane che trattano il prossimo con distacco e a volte con disprezzo, cercando il moscerino nell’occhio dei fratelli mentre hanno un trave nel loro. Il Vangelo ci vuole rigorosi con noi stessi, ma misericordiosi con gli altri.


Anche la parabola del fico sterile che il padrone vorrebbe tagliare,ci insegna la misericordia. Infatti il vignaiolo chiede al padrone  di risparmiare quel fico sterile ancora per un anno, promettendo di averne particolare cura, con la pazienza che deve avere chi si cura delle anime. Il cambiamento ha necessità di tempo e di qualcuno che stia a fianco e alimenti, non solo con  il consiglio e l’affetto ma soprattutto con la preghiera,  le radici dell’essere. Nessuno è escluso dalla possibilità di cambiare. La Parola di Dio ci assicura “Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio”.


 



Lettura per Sabato 17/03/2007

C   IV di Quaresima


Rito romano Gs 5,9a.10-12  2Cor 5,17-21  Lc  15,1-3.11-32


Rito ambrosiano Es 34,28-35  2Cor 3,7-13.17-18  Gv 9,1-41


 


Il Signore è vicino a chi lo cerca


 


“Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio….Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo…..Se uno è in Cristo, è una creatura nuova…”


La Quaresima è tempo propizio per riconciliarci con Dio e i fratelli. Il sacerdote è incaricato di questo perdono: un super-dono! Perché  molti rifiutano di accedere al Sacramento della riconciliazione? Forse  per mancanza di coraggio, oppure per autosufficienza, oppure perché non sono in grado di riconoscere i propri limiti.  Chi tiene scollate  le scelte personali dalla Parola di Dio  e non si confronta mai con essa non riesce a vedere l’inconciliabilità di alcune scelte personali con il pensiero di Dio; chi vive con superficialità i rapporti con i fratelli non  ricorda che Dio non accetta risposte del tipo di quella di Caino “Sono forse io, il custode di mio fratello?”;  chi ha un pensiero debole,  non sa vedere la propria  colpa e se la intravede ne trova immediatamente la giustificazione. La principale è normalmente questa: “così fanno tutti”.


Eppure i giovani hanno degli educatori: i genitori, i nonni,  i fratelli maggiori, alcuni insegnanti, i catechisti, il sacerdote. Quale, il metodo migliore per dare occasione di conversione?  La parabola del Figlio prodigo ci parla del metodo adottato da un padre-educatore che, alla richiesta del figlio di vivere a modo suo e che  rifiuta il suo affetto, desiderando ottenere solo i suoi beni materiali,  lascia che egli vada lontano da sé  a fare l’esperienza di una vita dissoluta. Non per sdegno, ma per amore: infatti  Egli attende con amore il suo ritorno, gli occhi si consumano a  scrutare l’orizzonte nella speranza di vederlo arrivare. Quando il giovane comprende il suo errore torna a casa. Il padre non aspetta che il figlio gli chieda perdono. Semplicemente gli corre incontro, lo abbraccia e comanda ai servi “Si faccia festa!” Il padre sa che il figlio ha ritrovato la sua dignità e anche l’esperienza dolorosa del distacco, sopportata pazientemente,  è stata “grazia” per quel suo figlio che era perduto.



Lettura per Lunedì 26/03/2007

Solennità dell’Annunciazione


Rito romano Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62  Gv8,12-20


Rito ambrosiano  Is 7,10-14  Eb 10,4-10  Lc  1,26-38


 


“Eccomi, sono la serva del Signore…”


 


“Io non sono degna. Perché io? Che cosa vuoi da me? Ho paura….”Sembra dire Maria alla chiamata del Signore. Invece supera la paura e con fiducia si mette a disposizione del progetto di Dio su di Lei. Per questo noi cristiani cattolici vediamo in Maria  l’immagine più bella della disponibilità a Dio nel collaborare al suo progetto di bene. Sappiamo anche che Dio, padre buono, vuol raggiungere tutti coinvolgendo ciascuno, tutti chiamati a donare il meglio di noi stessi.


Maria è per noi il modello di ogni vero discepolo. Ella è “la piena di grazia” perché di questo Dio l’ha riempita, condonandole ogni pena. Per grazia di Dio, per favore gratuito,  Ella è quello che è, la MADRE DI DIO.


Se andiamo poi più in profondità, troviamo Gesù, obbediente al Padre fino alla morte di croce al fine di  essere l’Emmanuele, il Dio-con noi, che santifica i nostri giorni come ha santificato, sebbene in modo specialissimo, Maria. La grazia di Maria è quella che scende dal Calvario, è la grazia della nuova ed eterna alleanza.  


Chi fa l’esperienza della presenza del Signore che  affianca il discepolo e spesso lo precede nel cammino, lo sa  ringraziare e  lodare. Tutti noi eravamo prigionieri del peccato ed Egli ci ha resi liberi. Ora possiamo gridare la nostra gioia a tutti e con il coraggio di chi sa di non essere solo, la nostra mano ben stretta nella mano del Padre, andiamo a proclamare le meraviglie di Dio con grande entusiasmo. Spesso non sappiamo dove andiamo, cosa faremo, ma la grazia ci aiuterà a vedere i segni che Dio  mette sulla nostra via, affinché non abbiamo a perderci. Per grazia, riusciranno le opere che Dio ha disposto  per noi, perché le praticassimo. E sarà Lui, per grazia,  a facilitare ciò per cui ci impegniamo, permettendo fatti, incontri, casualità che renderanno piano il nostro cammino.


 



Lettura per Venerdì 30/03/2007
Letture di domenica DELLE PALME 1 Aprile C
Rito romano: Is 50,4-7 Fil 2,6-11 Lc 22,14-23.56
Rito ambrosiano:Zc 9,9-10 Rm 15,7-13 Gv 12,12-16

Ci prepariamo a rivivere, cioè a fare un po’ anche nostri, i misteri di passione, morte e risurrezione del Signore.
Sappiamo che nessuno potrà toglierci la nostra parte di dolore, di passione; che nessuno di noi sfuggirà alla morte.
Tuttavia, uniti a Gesù (e a Maria, donna che ha sperato oltre ogni speranza, anche davanti al Figlio morente sulla croce), desideriamo gettare semi di speranza, che sono poi semi di Vangelo, nei cuori induriti. Noi non possediamo capacità speciali, siamo solo messaggeri della Buona Notizia che si è propagata nella storia e di cui possiamo testimoniare la verità per il fatto che siamo risorti con Cristo, abbiamo veduto ciò che Dio ha fatto per noi, nella nostra vicenda personale e comunitaria, negli avvenimenti, negli incontri, nelle scelte, nonostante i nostri peccati. Le cose vecchie sono passate perché perdonate da Dio e possiamo alzarci come nuovi ogni mattina, pronti per compiere la volontà del Padre nostro che è quella di essere presenza serena, amicizia che conforta, volontà di migliorare noi stessi e il nostro ambiente.


TRIDUO PASQUALE. “Farò la Pasqua da te”.

E’ la promessa che Gesù vorrebbe fare a ciascuno di noi.
L’ invito a stare con Lui in maniera più profonda, trovando i sentimenti e gli atteggiamenti interiori coerenti con il suo dono che è quello di consegnarsi completamente alla volontà del Padre e nelle mani degli uomini, per salvare tutti noi dalla morte eterna e indicare la via che conduce gli uomini a vivere da fratelli.
Solo lo Spirito di Cristo fa entrare nel mistero della Pasqua e può offrirci di intuire l’altezza, la larghezza, la profondità dell’evento. Senza il soccorso della grazia, i nostri occhi, le nostre coscienze sono velate, intravedono o non vedono.
La preghiera e la penitenza di questi giorni e di queste notti, possano risvegliarci dal sonno e donarci il desiderio e il proposito di una vita rinnovata, sostenuti dall’amore di Cristo.
La Madonna del Sabato santo (meditazione C.M.Martini)
Noi, non sappiamo, o Maria,
da quale tipo di consolazione profonda
sei stata sostenuta nel tuo sabato santo.
Siamo certi però che la forza dello Spirito,
presente in te fin dall’inizio,
ti ha sorretta nel momento del buio
e dell’apparente sconfitta del tuo Gesù.
Tu, o madre della speranza,
hai pazientato con pace nel sabato santo
e ci insegni a guardare con pazienza e perseveranza
a ciò che viviamo in questo sabato della storia,
quando molti, anche cristiani,
sono tentati di non sperare più
nella vita eterna e neppure nel ritorno del Signore.
Tu, nel sabato santo, ci stai davanti
come madre amorosa che genera i suoi figli
a partire dalla croce, nella certezza
che il sacrifico del tuo Figlio insieme al tu dolore
non sono stati vani.


Lettura per Venerdì 06/04/2007

Letture  domenica  di  PASQUA 8 Aprile  C


 


Rito romano At 10,34.37-43  Col 3,1-4  Gv 20,1-9


Rito ambrosiano At 1,1-8  1Cor 15,3-10°  Gv 20,11-18


 


Questo è il giorno di Cristo Signore: esultiamo!


 


Pasqua: l’evento che cambia la storia e dà senso compiuto alla nostra vita terrena. La sequenza della Messa di Pasqua canta:


“Morte e vita si sono affrontate


in un prodigioso duello.


Il Signore della vita, morto, regna ora vivo.”

Per Pietro, Giovanni, Maria Maddalena, Tommaso, Paolo di Tarso, la fede si è trasformata in esperienza. Sono diventati testimoni intrepidi, pronti a rischiare tutto. Noi crediamo alla promessa di Gesù: ciò che il Padre celeste ha fatto per il Figlio, sarà fatto anche a noi. Questa fede è la specificità del cristianesimo. Per questa fede osiamo sperare l’impossibile: il male, l’ingiustizia, la morte non avranno l’ultima parola. E allora leviamoci ad annunciare con la nostra vita, offrendo la nostra esperienza di trasformati da Cristo, capaci di rinunciare a “lieti fini” solo provvisori  in vista delle cose di lassù,  la bella notizia che Cristo, il Signore,  è risorto con il corpo:  è veramente risorto!. 

Lettura per Venerdì 13/04/2007

Letture di domenica 15 Aprile C


 


Rito romano At 5,12-16 Ap 1,9-11°12-13.17-19  Gv 20,19-31


Rito ambrosiano At 5,12-16 Ap 1,9-11°12-13.17-19  Gv 20,19-31


 


Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore


 


Il libro dell’Apocalisse ci racconta la visione  Mi voltai per vedere…c’era uno simile a figlio di uomo….mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente …”


Gesù è il vivente, è colui che dà la vita in eterno, e da Lui promana


LA PACE. Molti uomini, sulla terra, lottano per la pace, manifestano per la pace, fanno trattative per la pace, e certamente fanno bene a cercare la pace. Ma se conoscessero che essa è dono di Dio! Che i nostri sforzi umani non sono mai sufficienti. Facciamo Regole, Costituzioni, firmiamo Trattati che alla fine non contano nulla se l’uomo non affida a Dio la sua vita, le sue vicende, il suo destino.


Essere “laici” è per molti motivo d’orgoglio. Chiesa libera in libero Stato. Si fanno dibattiti “Che c’entra Dio nella nostra vita pratica?”


Si arriva a ritenere la fede cristiana un ostacolo all’integrazione dei popoli e delle culture. Siamo pazzi! Vaneggiamo sul potere che ha l’uomo di forgiare il proprio destino. Un potere inesistente e ce ne accorgiamo non appena arriva una malattia incurabile, un rapimento, un atto di terrorismo improvviso, un cataclisma naturale….


Signore vieni fra noi e fa che ascoltiamo la tua voce quando ci incoraggi e dici, come dicesti tante volte ai tuoi discepoli, “Pace a voi”



Lettura per Venerdì 20/04/2007

Letture  di domenica 22 Aprile C


 


Rito romano At 5,27b-32.40b-41  Ap 5,11-14  Gv 21,1-19


Rito ambrosiano At 5,27b-32.40b-41  Ap 5,11-14  Gv 21,1-19


 


“Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”


 


Questa la decisione di Pietro, l’apostolo, anche a costo di essere oltraggiato con gli altri discepoli. Quando il S. Padre parla ai cristiani e chiede loro di comportarsi in questo modo sia nella vita pubblica che privata, lo accusano di interferenza politica. Se potessero, probabilmente  lo fustigherebbero non solo a parole, ma realmente, come successe a Pietro. Ma Pietro non tremò di fronte a questa eventualità  perché Gesù gli aveva dato solennemente l’incarico “Pasci le mie pecorelle” Che pastore sarebbe il Papa se non accudisse con fedeltà i cristiani a lui affidati dal Signore? Il Santo Padre non fa politica, parla ai cristiani, chiedendo loro di essere coerenti nei limiti del possibile.


 


 


Sappiamo tutti quanto sia difficile la coerenza in alcune situazioni, tuttavia se siamo seguaci di Cristo, dobbiamo almeno conoscere che questa sarebbe dovere per una testimonianza efficace. Poi ci sono i limiti, i fallimenti, le opportunità….i compromessi. E’ vero, non siamo sempre coerenti. Ma siamo dei “perdonati” dal nostro Dio misericordioso.


Quindi non dobbiamo lasciarci cadere le braccia, è bene confidare nella forza dello Spirito che dà coraggio nel pericolo e serenità nella prova.


Dove c’è lo Spirito c’è libertà, un tipo di libertà che molti non conoscono e che è libertà dal ricatto, dalla paura, dalla persecuzione.


Essere “liberi dentro” è la grande ricchezza del cristiano che non si lascia manipolare, che rinuncia spontaneamente a seguire gli idoli, che sono poi i modi di dire e di fare, le scelte comuni della maggioranza delle persone, l’affannarsi per conseguire finalità che hanno il respiro breve di un mattino, rispetto all’eternità.



Lettura per Venerdì 27/04/2007

Letture domenica 29 Aprile  C


 


Rito Romano At 13,14.43-52  Ap 7,9.14b-17  Gv  10,27-30


Rito Ambrosiano At 13,14.43-52  Ap 7,9.14b-17  Gv  10,27-30


 


“Le mie pecore ascoltano la mia voce…”


 


Gesù afferma di essere una cosa sola con il Padre. Il Padre gli ha affidato il compito di essere “Buon pastore” Egli  custodisce queste pecore con fermezza  per cui nessuno può rapirle dalla sua mano. Gesù, per bocca del suo Vicario in terra, le esorta a perseverare nella grazia di Dio, nonostante che da molti saranno additate come stolte.


Nella storia dell’umanità, dopo Cristo, quanti martiri hanno versato il loro sangue pur di restare fedeli al Signore?


Anche oggi il libro dell’Apocalisse narra  “ Io, Giovanni, vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua…in piedi davanti al trono e all’Agnello, avvolti in veste candide…Non avranno più fame…né sete, né li colpirà arsura…perché l’Agnello che sta in mezzo al trono …li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi.”


Vale la pena di versare un po’ di lacrime qui sulla terra, perché a partire dal momento in cui il Regno di Dio si stabilisce dentro di noi, non mancheranno consolazioni già qui,  mentre camminiamo verso la patria definitiva che ci attende per la vita e la gioia senza fine.



Lettura per Venerdì 04/05/2007

(Il mese di Maggio è tradizionalmente dedicato a Maria dai cristiani cattolici)


 


Preghiera


Maria,


sii nostra compagna


nel cammino di conversione


verso lo stile di vita


che tu stessa hai scelto,


da perfetta discepola del Maestro.


Accoglici come tuoi figli


nonostante non meritiamo questo privilegio.


Tu, regina degli Apostoli,


sei rimasta con loro, nel cenacolo,


hai sostenuto la loro speranza,


nell’attesa del Paraclito.


Le dolci parole che avranno udito da te,


li avranno incoraggiati,


da te avranno imparato il silenzio orante.


Tu, benedetta tra le donne,


già ricolma di tutti i doni dello Spirito,


avrai saputo far comprendere il mistero


del tuo Figlio risorto e asceso al Cielo.


Tu avrai insegnato loro a pronunciare


in ogni occasione l’AMEN della fede.



 


Letture V domenica di Pasqua  6 maggio  C


Rito romano: At 14,21-27 Ap 21,1-5a   Gv13,31-33a.34-35


Rito ambrosiano: At 14,21-27 Ap 21,1-5a   Gv13,31-33a.34-35


 


Benedirò il tuo nome per sempre, Signore


Il Regno di Dio è dimora in cui le “cose di prima sono passate” Cioè tutto è


nuovo: nulla è come prima, tutto è trasformato, tutto è BENE assoluto.


Regna l’amore senza ombre, tra fratelli e verso Dio, perché finalmente la vita piena è nel segno della verità. La lettura di Giovanni ci fa riflettere oggi invece sulla falsità di Giuda, che inganna, trama,  esce dal cenacolo per tradire Gesù. Un Gesù consapevole sia di questo che di tutti i nostri tradimenti. Un Gesù che soffre perché il suo “amore non è amato”. S. Paolo avverte i discepoli che è  necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio e che  per sopportare queste prove  è necessaria una fede salda: in Cristo e nella Chiesa. La fede, dono di Dio, necessita tuttavia del sostegno della grazia per rimanere salda e saperne dare testimonianza in opere e parole. Lo Spirito di Cristo ci dia coraggio, intelligenza  e pace del cuore.


 


 



Lettura per Venerdì 11/05/2007

Letture  VI domenica di Pasqua  13 Maggio   C


Rito romano At 15,12.22-29  Ap 21,10-14.22-23  Gv14,23-29


Rito ambrosiano At 15,12.22-29  Ap 21,10-14.22-23  Gv14,23-29


 


Popoli tutti, lodate il Signore


perché grande è la sua misericordia


 


Quanto è consolante questa promessa di Gesù! “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.”


Riflettiamo: se la fede nessuno se la può dare ma è un dono dall’alto, non ha  alcun merito chi la riceve. Tutto è dono,  in particolare questa sicurezza di sentirci amati da Dio in Cristo. Questo amore straripante toglie ogni  timore, libera dall’ansia, sviluppa la vita portandola a pienezza.


Non ringrazieremo mai abbastanza per ciò che il Signore ha fatto e continua a fare per noi.



Lettura per Venerdì 18/05/2007

Letture domenica dell’Ascensione del Signore 20 Maggio  C


 


Rito romano At 1,1-11 Eb 9,24-28; 10,19-23  Lc 24,46-53


Rito ambrosiano At 1,1-11 Eb 9,24-28; 10,19-23  Lc 24,46-53


 


Ascende il Signore tra canti di gioia


 


Gesù Risorto che ascende al cielo non significa che se ne va, ma resta con noi in altro modo, cioè non più con la sembianza di uomo. L’aveva detto “Vado a prepararvi un posto…” E’ tempo di credere alle sue promesse. L’Emmanuele, il Dio-con-noi, non ci ha abbandonati. Nella fede sentiamo la sua presenza nella notte, nella solitudine, nella fatica, nell’incomprensione, nel dolore, nel momento dell’ingiustizia subita. La sua è una presenza che conforta, che dona pace, che attenua la sofferenza, che dà l’oblio rispetto a tutto ciò che è tormento nel mondo, che ci induce al dono e libera da ogni attaccamento.


Se deve avvenire per noi ciò che è avvenuto per Gesù non pare superfluo che ci domandiamo: come potremo “ascendere” al cielo, se continueremo a stare con  i piedi tanto attaccati alla terra e ai beni della terra? 



Lettura per Venerdì 25/05/2007

Letture  domenica di PENTECOSTE 27 Maggio  C


Rito romano At 2,1-11  Rm 8,8-17  Gv  14,15-16.23b-26


Rito ambrosiano At 2,1-11  Rm 8,8-17  Gv  14,15-16.23b-26


 


Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra


 


Lo Spirito Santo ci è sato donato perché riusciamo ad essere un solo corpo nella comunione, pur nella diversità dei carismi e dei ministeri.  Lo Spirito di Cristo è il cemento che unisce i discepoli, e li illumina sulla verità di Dio e lo fa percepire quale è: un padre buono.


Un padre che desidera il perfetto bene dei suoi figli, che li vorrebbe modellare sull’immagine del figlio prediletto Gesù Cristo, ma non usa violenza al libero arbitrio di alcuno. Se è vero che Egli permette delle prove che possano  indurre al ripensamento, alla conversione, è perché  non si compiace di perdere alcuno dei figli cui ha dato la vita.


Lo Spirito, se abita dentro di noi, orienta la nostra attenzione verso ciò che è buono e giusto, smuove resistenze e pigrizie, promuove vita nuova in ogni stadio dell’esistenza,  spinge a uscire da noi stessi per indicare alle  creature che incontriamo che la fonte di acqua viva che toglie ogni sete di realtà effimere, è in Gesù e perciò  nei Sacramenti della Sua Chiesa, nella quale Egli è presente per offrire la vita eterna agli uomini fino alla fine dei tempi. .



Lettura per Venerdì 01/06/2007

 Preghiera


Aiutaci Spirito Santo


a comprendere


i segni che tu  poni


sul nostro cammino


perché accondiscendiamo


alla volontà  del Padre.


Ispiraci l’amore puro,


il perdono generoso,


la pietà verso i malfattori e i negletti.


Consentici una grande forza d’animo


nel sopportare ingiustizie e persecuzioni.


Riconosciamo che il nostro cuore


non è grande come il tuo.


Senza il tuo aiuto non ce la facciamo.


Non abbandonarci nelle nostre debolezze,


insegnaci le tue vie


perché non le abbiamo mai imparate abbastanza.


Non farci mancare la grazia,


distoglici dalla tentazione


liberaci dal male.


Amen


  


Letture  domenica   3 giugno   C


Rito romano: Pr 8,22-31  Rm 5,1-5  Gv  16,12-15


Rito ambrosiano: Pr 8,22-31  Rm 5,1-5  Gv  16,12-15


 


Santa Trinità, rendici UNO!


 


I Signore Dio ci ha creati ad immagine e somiglianza della Trinità perché non fossimo più soli, ma comunità di fede e di amore. Solidali nella gioia e nel dolore, nella prova e nella vittoria sul male. Consentici di essere un tramite del tuo disegno d’amore tra i fratelli, donaci coraggio, perseveranza, spirito di pace e di unità. Non disperdere al vento le nostre intenzioni e le nostre parole, fa che siano solide pietre per la costruzione della tua Chiesa dove è in rovina.



Lettura per Venerdì 08/06/2007

Letture  domenica 10 Giugno   C


Rito romano  Gen 14,18-20  1Cor  11,23-26  Lc  9,11b-17


Rito ambrosiano Gen 14,18-20  1Cor  11,23-26  Lc  9,11b-17


 


Il tuo pane è cibo di vita eterna, il tuo sangue ci libera dal male.


 


Come potrò ringraziarti per i tuoi benefici? Anima mia, dà lode al Signore per le meraviglie del suo amore. Egli mi ha difeso dai nemici, mi ha guarito dalle malattie, ha perdonato i miei peccati, mi ha donato ciò che umanamente non potevo sperare, mi hai chiamato a collaborare con te nonostante la mia miseria, mi chiedi di trasmettere il tuo messaggio alle nuove generazioni.

Signore, io non sono capace ma tu mi rendi adeguata

Lettura per Venerdì 15/06/2007

Letture domenica 17 Giugno C


 


Rito romano  2Sam 12,7-10.13  Gal 2,16.19-21  Lc  7,36-8.3


Rito ambrosiano 2Sam 12,7-10.13  Gal 2,16.19-21  Lc  7,36-8.3


 


La tua fede ti ha salvata, va’ in pace!


 

Noi crediamo che Gesù può salvarci. Per questo cerchiamo il suo perdono, ma dobbiamo saper riconoscere la nostra miseria, le nostre colpe e decidere di consegnare a Cristo la nostra libertà. Lui solo ci conosce nel profondo, lui solo conosce le nostre debolezze e i motivi che ci hanno orientato al male. Al suo sguardo non ci possiamo nascondere. Non possiamo essere giustificati se non da Lui. Egli è verità, è giustizia, è misericordia. Il suo Amore è in grado di lenire le nostre ferite più profonde e di guarirle. Con lui non servono troppe parole, non ha bisogno delle nostre spiegazioni, Lui vede se è l’amore che ci spinge a inginocchiarci di fronte a Lui  come la Maddalena ai suoi piedi.

Lettura per Venerdì 22/06/2007

Letture  domenica 24 Giugno  C


Rito romano  Is 49,1-6  At 13,22-26  Lc 1,57-66.80


Rito ambrosiano  Zc 12,10-11  Gal  3,26-29  Lc  9,18-24


 


Molti sono i chiamati, pochi gli eletti


 


Non sempre e non subito ci rendiamo conto di essere chiamati da Dio per un servizio nella Chiesa. La verità è che Egli ci chiama già quando siamo nel grembo di nostra madre. Ma spesso siamo sordi,  facciamo finta di non sentire, perché non ci fa comodo oppure abbiamo poco coraggio.

Nel meditare le Sacre Scritture, leggiamo sovente i verbi che Dio usa per coloro che ha scelto per una missione “Ti ho dato…ti ho unto….ti ho liberato…ti ho chiamato per nome…ti ho inviato…” Quanto tremore di fronte a questo richiamo! Sappiamo che saremo persone scomode, spesso perseguitate, dovremo avere coraggio e franchezza nel testimoniare con le scelte di vita la nostra fede, saremo derisi e offesi, ingannati perché ritenuti cedevoli e ingenui, strumentalizzati dall’avidità delle persone che ci vivono intorno. Tutto questo senza alcuna ricompensa da parte degli uomini: solo da Dio avremo il centuplo promesso e insieme l’eternità. E questo dovrebbe proprio  bastarci e renderci pieni di gioia!  

Lettura per Mercoledì 27/06/2007

Letture di venerdì 29 giugno  C


Solennità SS. Pietro e Paolo


 


Rito romano  At 12,1-11  2Tm 4,6-8.17-18  Mt  16,13-19


Rito ambrosiano At 12,1-11  2Tm 4,6-8.17-18  Mt  16,13-19


 

Colonne della Chiesa, questi due santi Apostoli che, ricolmati di Spirito Santo,  lasciarono tutto per avventurarsi nel mare tempestoso della storia ad evangelizzare le genti. Con la forza dello Spirito Santo essi conobbero il significato profondo dell’insegnamento di Gesù e del suo mistero. La luce dello Spirito suggerì loro le parole che ebbero il potere di  convertire tanti cuori. Nessuna raffinata tecnica, solo lo Spirito di Dio. Allora sentiamo il bisogno di pregare. “O Dio, la tua Chiesa sia sorretta  e governata da buoni e santi ministri che come gli Apostoli Pietro e Paolo siano forti nella fede, nella carità e nella pazienza.” . .

Lettura per Domenica 01/07/2007

Meditazione


Una scintilla divina


è seminata in noi:


il desiderio di amare


con sincerità, gratuità, purezza.


Lo Spirito ispira la preghiera,


soffio vitale


capace di incendiare


e trasfigurare il nostro modo d’amare.


 


  


Letture  domenica   1 luglio C


Rito romano: 1Re 19,16b.19-21  Gal 4,31-5,1.13-18  Lc 9,51-62


Rito ambrosiano: 1Re 19,16b.19-21  Gal 4,31-5,1.13-18  Lc 9,51-62


 


Sei tu, Signore, il nostro unico bene.


 


“Deciso” è l’atteggiamento con il quale Gesù si dirige verso Gerusalemme e quindi verso la croce. Il suo viso si è fatto duro. Lo aspetta la prova definitiva perché è giunta la sua ora, dunque nessun cedimento: è venuto al mondo per questo e non vi sarà spirito di malvagità che potrà distoglierlo.


Il cristiano deve saper fare ciò che gli insegna il maestro se davvero vuole seguirlo, cioè  prendere la propria croce.


Così è stato anche per gli antichi  profeti: Elia chiama Eliseo a sostituirlo nella missione: senza esitazione Eliseo prende congedo dalla famiglia, abbandona i suoi beni e, in perfetta libertà di spirito, si mette al servizio del profeta.

Può capitare anche a qualcuno di noi di essere chiamato a seguire Cristo: se accettiamo, dobbiamo essere consapevoli che dovremo avere molto coraggio e molta fede in Colui che, solo, può indicarci la via della via, della verità della vita e insieme donarci serenità e pace anche nelle difficoltà

Lettura per Venerdì 06/07/2007

Letture  domenica 8 luglio C


Rito romano Is 66,10-14c  Gal 6,14-18  Lc  10,1-12.17-20


Rito ambrosiano Is 66,10-14c  Gal 6,14-18  Lc  10,1-12.17-20


 


“Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò”.


 


Gesù inviando i settantadue discepoli, li avvertiva che li stava mandando come agnelli in mezzo ai lupi. Niente di rassicurante: lacrime e spine. E’ così per chiunque mette mano alla missione: dare sempre ricevendo poco, spesso essendo derisi e rifiutati. Cammino complesso e difficile ma il Padre rassicura coloro che lo amano, promettendo grande consolazione alla sua presenza. Una presenza non astratta, una inabitazione dentro che scorre nelle vene e che allontana ogni tristezza perché siamo con Lui, il grande, il forte, l’amorevole Signore. 



Lettura per Martedì 10/07/2007

Letture di mercoledì 11 luglio C


FESTA DI SAN BENEDETTO- PATRONO D’EUROPA


 


Rito romano Pr 2,1-9  2Tm 2,1-7.11-13  Gv  15,1-8


Rito ambrosiano Pr 2,1-9  2Tm 2,1-7.11-13  Gv  15,1-8


 


La sintesi della Regola: Ora et labora


 

Benedetto diceva ai suoi monaci che dovevano imparare a liberarsi dal vizio di “proprietà”. Non è sufficiente la rinuncia esteriore. Il distacco da ogni bene, da ogni ambizione, dal desiderio di efficienza, e da quello di voler prendere parte alle faccende mondane, devono  nascere dal cuore. Concentrandosi in Dio, il monaco può mostrare al mondo che la perfezione, dono di Dio,  è possibile. Accanto alla preghiera, la giornata del monaco deve essere  segnata dall’ umile  lavoro manuale: ciò è  simbolo del legame che unisce il monaco agli uomini che vivono fuori dal monachesimo. Paolo VI nel 1964 proclamò San Benedetto, simbolo del monachesimo latino e occidentale, patrono di tutta l’Europa.

Lettura per Venerdì 13/07/2007

Letture  domenica 15 luglio C


Rito romano Dt 30,10-14  Col1,15-20  Lc 10,25-37


Rito ambrosiano Dt 30,10-14  Col1,15-20  Lc 10,25-37


 


“Chi avrà perduto la sua vita a causa mia, la ritroverà”


 

Rinunciare all’orgoglio, talvolta lasciar calpestare la nostra dignità…..non perché pusillanimi, ma per amore di carità, cioè compassione verso le persone che in modo diverso incontriamo sul nostro cammino. Gesù sulla croce, schiacciato, umiliato, ha pronunciato  la famosa espressione “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno!” Certo, chi pregava in questo modo era il Signore, giusto giudice di ogni uomo. A noi non è consentito dalla carità, di sentirci superiori a qualcun altro. Avere compassione, per il cristiano, vuol dire “patire con”  chi si trova in mezzo al guado della vita con le sue amarezze e non sa come uscirne. Magari “dividere con” gente che vola basso, che pensa solo alla pancia , al successo facile, a ubriacarsi di stupide follie e così sporcarsi insieme a loro le mani e poi  sentire i nuovi farisei puntare il dito contro di te per accusarti, magari esclamando : guarda quella persona con chi perde la dignità e la vita!

Lettura per Venerdì 20/07/2007

Letture di domenica 22 luglio  C


Rito romano  Gn 18,1-10a   Col 1,24-28  Lc 10,38-42


Rito ambrosiano Gn 18,1-10a   Col 1,24-28  Lc 10,38-42


 


Necessità della meditazione e della preghiera


 


Il quadretto:Marta lavora per il servizio della casa e l’accoglienza di Gesù. Maria, siede tranquillamente ai piedi di Gesù e beve le sue parole.


Marta si irrita. Gesù la rimprovera “Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose….Maria si è scelta la parte migliore…”


Ascoltare Gesù, meditare la sua Parola per poi metterla in pratica è la parte migliore della nostra giornata. Se non cominciamo così la giornata, non dovremmo trovare giustificazioni, anche se la tentazione è trovare scuse come fanno  i bambini con la mamma…”Ora vengo…tra un po’ lo faccio…”Eppure siamo consapevoli che quando sappiamo mettere Dio al primo posto nella nostra giornata, le cose vanno meglio, riusciamo a portare a termine ogni opera intrapresa, e quel che più conta riusciamo a saper ascoltare le persone moleste, che si lamentano anche di una nuvola che passa….e forse riusciamo ad aprire il loro cuore a una dimensione nuova, non esclusivamente concentrata su loro stessi…Proviamo a riflettere. Come faranno i sacerdoti ad ascoltare con tanta pazienza le confessioni di penitenti che li sommergono di problemi e di parole?


Solo la Grazia di Dio, la grazia del loro stato, può aiutarli ad avere misericordia delle persone e a non diventare dei malati psichici!



Lettura per Venerdì 27/07/2007

Letture di domenica 29 luglio C


Rito romano Gen.18,20-21.23-32  Col 2,12-14  Lc  11,1-13


Rito ambrosiano Gen.18,20-21.23-32  Col 2,12-14  Lc  11,1-13


 


“Il povero invoca e Dio lo ascolta”


 


Limiti, debolezze, peccati: siamo poveri, riconosciamolo. Solo una immensa fiducia nella misericordia di Dio può rasserenarci. Gesù ci invita ad avere questa fiducia “ Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto…” Chiedere vuol dire piegare la testa, umiliarci, renderci conto della nostra povertà. Inoltre, sovente chiediamo male, perché chiediamo  solo ciò che ci serve al momento, mentre l’unica risorsa necessaria a dare pace alla nostra vita nella certezza che tutto ciò che ci capita concorre al nostro bene, è lo SPIRITO SANTO.  



Lettura per Venerdì 03/08/2007

Meditazione


Santa Trinità, famiglia divina,


aiuta le nostre famiglie a riscoprire il senso della vita,


della morte, del dolore, della gioia, del lavoro.


Non scenda il sole sopra l’ira nostra,


ma nello spazio che viviamo l’uno per l’altro


possiamo gustare la comunione perfetta


di cui Tu, Santa Trinità, sei modello


e modelli ogni famiglia che desidera conformarsi a Te.


 


 


 


Letture  domenica   5 agosto  C


Rito romano: Qo 1,2;2,21-23  Col 3,1-5.9-11  Lc 12,13-21


Rito ambrosiano: Qo 1,2;2,21-23  Col 3,1-5.9-11  Lc 12,13-21


 


Fa che ascoltiamo Signore, la tua voce.


 


A un certo punto della vita, tutti facciamo esperienza del fluire inarrestabile del tempo e delle cose verso la fine. Solo la fede può impedire la disperazione.


Una vita è buona se spesa per arricchirci davanti a Dio, cioè per fare il bene del prossimo e orientare la vita presente alla vita eterna che ci attende.

“Pensate alle cose di lassù” E’ l’invito ad essere uomini e donne nuovi, e a  deporre nelle sue mani la pochezza della nostra fragilità umana, sicuri di trovare l’abbraccio misericordioso del Padre.

Lettura per Venerdì 10/08/2007

Letture  domenica  12 agosto C


Rito romano Sap 18,3.6-9  Eb  11,1-2.8-19  Lc  12,32-48


Rito ambrosiano Sap 18,3.6-9  Eb  11,1-2.8-19  Lc  12,32-48


 


Vegliate e siate pronti


 


In attesa di qualcuno che amiamo, siamo capaci di restare svegli la notte.


Dio ci chiede di tenere desta la nostra attenzione, alimentando il cuore di fede viva perché Lui, l’amante, sta alla porta e bussa. “Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3,20) Egli bussa e attende, non entra di prepotenza. Si annuncia discretamente con la sua Parola, con un’ispirazione, con un avvertimento, con una sofferenza…..permette che qualcosa mandi all’aria i nostri piani umani per aiutarci ad aprire gli occhi e accorgerci che stiamo andando nella direzione sbagliata, ma  pronto a sollevarci,quando il peso è troppo grande, a fare Lui il Cireneo, aiutandoci a portare la croce  e a darci consolazione e pace



Lettura per Lunedì 13/08/2007

Letture di mercoledì 15 agosto  C


ASSUNZIONE DI MARIA VERGINE AL CIELO


 


Ave, Ave Maria!


 

Maria glorificata nel corpo e nell’anima, è partecipe della gloria stessa del Salvatore Gesù, suo figlio. Ella è amore, luce, bellezza, splendore, è piena di tutta la pienezza di Dio. Per questo ha potere di intercedere per noi presso il Figlio, per ottenerci  quelle grazie che fanno sgorgare insieme alla fede, la lode e il ringraziamento a Dio e possiamo con convinzione pregare come Gesù ci ha insegnato “Sia fatta la tua volontà, Signore, come in cielo così in terra”.

Lettura per Venerdì 17/08/2007

Letture di domenica 19 agosto  C


 


Rito romano Ger 38,4-6.8-10  Eb 12,1-4  Lc 12,49-57


Rito ambrosiano Ger 38,4-6.8-10  Eb 12,1-4  Lc 12,49-57


 


Vieni presto, Signore, a liberarmi


 


Se guarderemo a Lui,a Gesù,  alle sofferenze fisiche e morali  che ha voluto sopportare, non ci lasceremo scoraggiare. Ritroveremo forza, coraggio, serenità, anche con l’aiuto di fratelli, buoni samaritani, che ci offrono quella vicinanza e solidarietà di cui sentiamo il bisogno ma che sapremo offrire a nostra volta a loro.



Lettura per Venerdì 24/08/2007

Letture di domenica  26 agosto C


Rito romano  Is 66,18-21  Eb 12,5-7.11-13  Lc 13,22-30


Rito ambrosiano Is 66,18-21  Eb 12,5-7.11-13  Lc 13,22-30


 


Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore


I


Il Signore corregge colui che ama, perché raddrizzi le vie storte. E’ necessario sopportare e sperare, perché Dio vuole che il piede zoppo guarisca e promette il paradiso proprio agli ultimi, a quelli che la gente disprezza, ma che sono stati capaci di amare Dio nel fratello. Chi matura il concetto di “farsi prossimo” con sincerità, somiglia a Dio.


 


IL SIGNORE CI DIA PACE!



Lettura per Venerdì 31/08/2007

Meditazione


Maria,


dolce Madre nostra,


ti hanno dato tanti nomi:


Tu ti sei definita “Immacolata Concezione”


perché Madre del Verbo di Dio  incarnato.


Da questa adesione al volere di Dio,


sei stata resa  frutto maturo dell’INCARNAZIONE.


Unita inequivocabilmente e volontariamente  al Figlio


ci hai fatto conoscere come la nostra umanità


possa venire trasformata quando è  fecondata dal Divino.


Fa’ che ogni uomo riconosca questo mistero


con il cuore e con  l’intelligenza,


e voglia unirsi a Gesù come lo hai voluto Tu.


Solo così la vita terrena ha senso,


solo così possiamo diventare Amore


gli uni per gli altri,


solo così possiamo aspirare alla gloria della vita futura.  


 


 


 


Letture  domenica   2 settembre   C


Rito romano:


Rito ambrosiano:


 


Sono venuto fra voi come uno che serve.


 


Gesù ci ha dato l’esempio. Se vogliamo salvare la nostra vita non c’è che questa via: imitarlo. La cultura mediatica del nostro tempo orienta al culto dell’io. Sembra che una persona valga di più se si impone all’attenzione altrui, se acquista visibilità. Ma a ben vedere è sempre una visibilità inconsistente, non certamente fondata su argomenti nobili, quali il servizio agli ultimi: questa è  la visibilità che indirettamente, senza pretenderlo, ebbe Gesù e che hanno avuto tanti santi, suoi imitatori. In questi casi è giusto che la lucerna sia posta sopra il moggio perché illumini tutta la casa. Umiltà è una virtù interiore che può far splendere una persona come una luce nella notte.



Lettura per Venerdì 07/09/2007

Letture  domenica  9 settembre  C


Rito romano


Rito ambrosiano


 


Donaci, o Dio, la sapienza del cuore.


 


La sapienza che consente all’uomo di intuire i misteri celesti è dono dello Spirito di Dio. Così è per l’Amore, la Carità che viene da Dio e consente ad un uomo di accogliere un altro uomo, anche sconosciuto, come un fratello.


Gesù pone però un’altra condizione a chi lo vuole seguire: non avere alcun attaccamento ad affetti e a beni che essendo terreni sono fugaci. Preferire sempre e comunque LUI e ciò che è utile a edificare il Regno di Dio anche in terra. Radicale. Rivoluzionario. Se vogliamo essere di Cristo, dobbiamo veleggiare sopra la storia, e  ogni nostro affetto deve avere il sapore dell’eternità. Amare in Dio è forse la cosa più difficile, ma è il solo modo di amare secondo giustizia e verità, una volta bandito l’egoismo. .



Lettura per Venerdì 14/09/2007

Letture di domenica 16 settembre C


 


Rito romano


Rito ambrosiano


 


Signore, non abbandonarci!


 

Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Egli dice “Vi sarà più gioia in Cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.” Abbiamo tutti necessità di essere perdonati, nessuno ha diritto di sentirsi migliore di altri.  Tanto meno il diritto di giudicare:tale diritto appartiene solo a Dio, il solo che conosce a fondo ogni cuore. La conversione di chi si comporta anche oggettivamente contrariamente a ciò che insegna il Vangelo, è sempre possibile. L’immensa misericordia del Signore verso ciascuno, l’intercessione di anime buone che vogliono sinceramente il bene di chi vive nell’ignoranza e nell’errore, può compiere il miracolo. Prendiamo ad esempio la vicenda umana  di alcuni santi ben conosciuti, come S. Paolo o Sant’Agostino

Lettura per Venerdì 21/09/2007

Letture di domenica  23 settembre C


Rito romano 


Rito ambrosiano


 


Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto


 


Consolanti le parole di Gesù. “Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.”La ricchezza può diventare una benedizione, se viene amministrata con saggezza, cioè per compiere opere meritevoli per il bene comune. Ugualmente doveroso è trafficare i doni ricevuti non a proprio esclusivo vantaggio ma per il bene di molti. Tutto ciò che siamo e che abbiamo deve diventare “gioia condivisa” con gli altri.


 



Lettura per Venerdì 28/09/2007

Letture di domenica 30 settembre  C


 


Rito romano


Rito ambrosiano


 


Concedici un cuore semplice che non ambisca a grandi cose


 


La persona di Dio fugge da mali quali pigrizia, superbia, arroganza, interesse personale, vanità, ricerca del piacere…La persona che ama Dio è laboriosa, mansueta, generosa, semplice, sa ringraziare e lodare il Signore anche per le piccole gioie che sa scoprire e apprezzare perché ha lo sguardo puro. Ricordiamo Gesù: “Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno (cioè in Dio)”



Lettura per Martedì 02/10/2007

PREGHIERA


 


Una Scintilla divina è seminata in noi:


il desiderio di amare.


L’affetto, gratuitamente donato,


è legna pronta a  bruciare.


La preghiera, soffio vitale,


eccita la scintilla


per dare fuoco allo spirito inquieto,


pago solo di consumarsi


in un amore trasfigurante.


“Bella Tu sei qual sole, bianca più della luna…”


Cantano da secoli i fedeli lodando te, Maria,


icona e immagine dell’umanità concepita immacolata


nell’eterno progetto d’Amore:


madre della Provvidenza,


incomparabilmente più bella  di tutte le stelle….


(V.S.)


 


Letture  giovedì 4 ottobre C


S. FRANCESCO D’ASSISI, lieto anche nelle prove della vita.


Rito romano: Gal 8,14   Mt 11,25-30


Rito ambrosiano: Sir 31,8-11 Gal 6,14-18   Mt 11,25-30


 


Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io  vi ristorerò.


 

Francesco si è espresso così. Proviamo a fare nostri i suoi pensieri, così vicini a Gesù:”Santissimo Padre nostro…sommo bene, dal quale viene ogni bene…si faccia più chiara in noi la conoscenza di Te…affinchè ti amiamo con tutto il cuore….orientando a Te tutte le nostre intenzioni…e rimetti a noi i nostri debiti per la tua infallibile misericordia…fa’ che per amor tuo, si possa veramente amare i nostri nemici…dà a noi, oggi il pane quotidiano, il tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo a riverente comprensione di quell’ amore che ebbe per noi, e di tutto ciò che per noi disse, fece e patì…E liberaci dal male:passato,presente, e futuro. Amen”

Lettura per Venerdì 05/10/2007

Letture  domenica  7 ottobre  C


Rito romano  Ab 1,2-3  22-4  “Tm 1,6-8.13-14   Lc  17,5-10


Rito ambrosiano Ab 1,2-3  22-4  “Tm 1,6-8.13-14   Lc  17,5-10


 


Signore, aumenta la nostra fede!


 

Quando ci accade di confrontarci con l’inquietante problema del male, abbiamo paura di non farcela a fidarci di Dio che ci è Padre; fatichiamo a  convincerci che la sua mano onnipotente non è lontana da noi. Preghiamo…Preghiamo…e abbiamo il timore che Dio non ascolti…Eppure Lui sa qual è il nostro maggiore bene, e anche quello della nostra famiglia. Dunque siamo chiamati a fidarci di Lui e a compiere fino in fondo il nostro dovere, con impegno e responsabilità,  senza la presunzione di avere noi dei  poteri, anzi nella consapevolezza della nostra piccolezza e povertà. Incarnando la nostra fede sull’altare della vita quotidiana.

Lettura per Venerdì 12/10/2007

Letture di domenica 14 Ottobre  C


 


Rito romano  2Re 5,14-17  2Tm 2,8-13  Lc  17,11-19


Rito ambrosiano 2Re 5,14-17  2Tm 2,8-13  Lc  17,11-19


 


 


Gesù maestro, abbi pietà di noi!


 


E’ il grido dei dieci lebbrosi che Gesù ha guarito. Lebbrosi siamo anche noi quando siamo gravemente ammalati nel corpo o nello spirito. E nella sofferenza si alza il nostro grido “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?” La sofferenza è un mistero, certamente un cammino attraverso il quale il Signore ci vuole condurre per piegare le nostre resistenze al suo amore che salva. Il libro di Giobbe è emblematico: attraverso il mistero del dolore, Dio si è fatto incontrare e riconoscere. Infatti Giobbe arriverà a dire “Ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono.”



Lettura per Venerdì 19/10/2007

Letture di domenica  21 ottobre C


Rito romano  Es 17,8-13  2Tm 3,14-4.2   Lc 18,1-8


Rito ambrosiano Bar 3,24-28   2Tm 4,9-17  Gv  10,22-30


 


Il nostro aiuto viene dal Signore


 


Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi, perché “Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui” Anche il racconto di Mosè che, per consentire ad Israele la vittoria sui nemici, doveva tenere alzate le mani in segno di invocazione a Dio…Aronne e Cur sostenevano le sue braccia stanche (lo aiutavano a pregare). Che cosa domandare a Dio ? Che chi è lontano da Dio, ne diventi amico, dopo averne sperimentato l’amore che cancella ogni colpa e ogni paura.



Lettura per Venerdì 26/10/2007

Letture di domenica 28 ottobre  C


 


Rito romano Sir 35,12-14.16-18   2Tm 4,6-8.16-18   Lc 18,9-14


Rito ambrosiano  Sir 35,12-14.16-18   2Tm 4,6-8.16-18   Lc 18,9-14


 


La preghiera dell’umile penetra le nubi


 


Il pubblicano si batteva il petto dicendo  “O Dio, abbi pietà di me peccatore!” E tornò a casa giustificato. Ecco la via sicura della salvezza. Non è sufficiente rispettare le regole, per avere la pretesa di essere considerati “giusti” da Dio. Occorre invece riconoscere la nostra miseria e sapere che la salvezza viene dall’ immergersi nell’immenso amore misericordioso di Dio, che tutto copre.



Lettura per Mercoledì 31/10/2007

Maria,


Regina degli apostoli, dei martiri, dei santi,


prega per noi!


Tu Madre,


sai che non ci sono sofferenze


senza una via d’uscita,


ma che sempre esse producono rinascita.


 


 


Giovedì 1 novembre FESTA DI TUTTI I SANTI


 


Rito romano Ap 7,2-4.9-14  1Gv3,1-3  Mt5,1-12


Rito ambrosiano Ap 7,2-4.9-14  1Gv3,1-3  Mt5,1-12


 


“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”


L’apostolo ci rassicura: se saremo santi, “noi saremo simili a Lui”


Ma per quale via passa la santità ? Dio ha manifestato la Sua santità in Cristo Gesù. Ed è Gesù che ha guadagnato pagando duramente per noi la santità, offerta in dono a chi lo riconosce come figlio di Dio e suo salvatore e,  come Lui ha fatto, sa abbracciare la propria croce e lo segue. Gesù venne  nel mondo, si fece simile a noi,  cioè vero uomo, addossandosi la responsabilità di tutti i peccati degl uomini pur non  avendo peccato. Si fece “lebbroso” per risanarci ricreandoci. Nel corso della sua breve vita di vero uomo sulla terra,  ci ha dato l’esempio  vivendo le “Beatitudini” come stile di vita. Poi, morto e risorto,  è andato a prepararci un posto che la nostra mente non riesce ad immaginare, non essendo quello un posto simile all’attuale e non essendo la nostra vita futura simile, nel declinarsi, all’attuale. Se potessimo interrogare un bimbo nel ventre materno per domandargli come sarà la vita dopo la sua nascita, non saprebbe rispondere. Potrebbe dire solo di avere la vita perché qualcuno lo ha amato e l’ha voluto con sé.



Lettura per Venerdì 02/11/2007

Venerdì 2 novembre COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI


 


Rito romano  Gb 19,1.23-27  Rm 5,5-11  Gv  6,37-40


Rito ambrosiano Gb 19,1.23-27  Rm 5,5-11  Gv  6,37-40


 


“Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me”


Dimentichiamo spesso che i defunti in Cristo sono viventi. Essi sono più vicini a Dio di quanto possiamo esserlo noi. Essi fanno parte dell’unica comunione dei santi del Cielo e della terra e, come noi possiamo intercedere per le anime sante del purgatorio, così coloro i quali fanno parte dei santi in Paradiso, possono intercedere per noi se li invochiamo nei momenti di smarrimento e di dolore. Faranno sbocciare fiori sul nostro cammino e accenderanno nei nostri cuori luci di speranza. Intanto per parte nostra, facciamo il gradito gesto di mettere fiori e accendere lumini sulle loro tombe, ricordando che la vita non è tolta ma è trasformata, ed essi si rallegrano dei nostri pensieri teneri.



Lettura per Sabato 03/11/2007

Domenica 4 novembre     C


 


Rito romano  Sap 11,23-12,2  2Ts 1,11-2,2  Lc  19,1-10


Rito ambrosiano  Ez 34,11-16  1Gv 3,13-16  Gv 10,11-18


 


“Il figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”


Con il racconto di Zaccheo, il Vangelo ci dice che nessuna situazione di vita è incompatibile con la salvezza (esclusa, sappiamo, la bestemmia contro lo Spirito Santo) La chiamata di Zaccheo ci dice che  Gesù ci ama per primo, cioè prima che manifestiamo il desiderio di cercarlo.


Ci vede distratti da mille cose superflue, ma Lui non risparmia tentativi di incontro; se non basta,  passa alle prove perché impariamo a rinunciare al male.


Egli desidera ricondurci al Padre e farci recuperare l’identità perduta di veri figli di Dio.



Lettura per Venerdì 09/11/2007

Domenica 11 novembre   C


 


Rito romano  “Mac 7,1-2.9-14  2Ts 2,16-3,5  Lc  20,27-38


Rito ambrosiano  2Sam 5,1-3  Col1,12-20  Lc  23,35-43


 


“Dio non è Dio dei morti ma dei vivi”


Siamo figli della risurrezione della carne. Questa prospettiva di eternità arricchisce di significato l’esperienza umana sulla terra. Attendiamo con speranza la vita futura promessa, pazienti nelle tribolazioni, sapendo che nulla di ciò che siamo, nella nostra più intima essenza, andrà perduto e che tutto ciò che limita il nostro corpo sarà ricreato secondo il magnifico disegno di Dio creatore e Padre.



Lettura per Venerdì 16/11/2007

Domenica 18 novembre    C


 


Rito romano  Mal 3,19-20°  2Ts 3,7-12  Lc  21,5-19


Rito ambrosiano I Avvento  Is 51,4-6  2Ts 2,1-4.8-10.13-14  Mt 24,1-14.29-31.42


 


“Con la vostra perseveranza, salverete le vostre anime”


Dice l’apostolo che “lo spirito è forte, ma la carne è debole”. Lo spirito può essere forte solo se lo Spirito Santo di Cristo lo sostiene. La carne è debole se non si affida allo Spirito, cioè alla Grazia. Comunque, sia lo spirito che il corpo, hanno bisogno di molto allenamento per diventare forti. L’allenamento è principalmente la preghiera, la meditazione orante della Parola di Dio. E’ nel santuario della preghiera che noi scopriamo il vero volto di Dio e diventiamo consapevoli di quanto la nostra vita sia spesso frammentata e sconclusionata.


Purtroppo ci ricordiamo di pregare soprattutto quando abbiamo qualche necessità, ma non sempre ci viene concesso ciò che desideriamo perché il Padre nostro sa meglio di noi qual è il nostro vero  bene o il bene delle persone per le quali preghiamo. Dio ci chiede di avere fede e di perseverare in essa anche quando il mare della nostra vita è tempestoso.



Lettura per Venerdì 23/11/2007

Domenica 25 novembre  C


 


Rito romano  2 Sam 5,1-3  Col  1,12-20  Lc  23,35-43


Rito ambrosiano  II Avvento  Ml3,1-4  Eb 10,35-39  Mt21,1-9


 


“Piacque a Dio di riconciliare per mezzo di Cristo crocifisso tutte le cose”


Gesù (il Cristo crocifisso) è l’immagine del Dio invisibile, la cui sostanza è l’Amore. Chi conosce Cristo, conosce il Padre. Chi ama Dio è inabitato dalla Santa Trinità che accompagna la vita del cristiano suggerendogli l’unità e l’amore tra le persone,  nel difficile cammino della vita comune. Questa è l’opera che Dio chiede ad ogni suo figlio, per questo Egli  dice “chi ama, non pecca”.



Lettura per Venerdì 30/11/2007

 IN TE, LA MIA SPERANZA


                               (cfr. Rm.  5)


 


Maria,


Tu conosci il valore del dono


che sovente passa


attraverso la sofferenza,


l’umiliazione,


il rifiuto del Tuo Figlio.


Tu,


Madre di tutte le certezze,


sai che non ci sono sofferenze


senza una via d’uscita,


ma che sempre, esse,


diventano rinascita!


Prega per noi,


perché impariamo a dire SI


a Dio che ci viene incontro


per sentieri a noi sconosciuti


ma che conducono alla gioia piena


e alla vita senza fine.


 


 


Letture di DOMENICA 2 dicembre  A


Rito romano-  I AVVENTO – Is 2,1-5 Rm 13,11-14  Mt 24,37-44


Rito ambrosiano- III AVVENTO - Is 2,1-5 Rm 13,11-14  Mt 24,37-44


 


“Andiamo con gioia incontro al Signore”


Nell’INCARNAZIONE del Figlio di Dio vi è la manifestazione della pienezza della natura umana, verso la quale tutti noi siamo orientati sospinti da una inarrestabile evoluzione voluta da Dio stesso.


Cristo è sorgente restauratrice del corpo, dell’intelletto, dello spirito dell’uomo.

L’Avvento ci dice che il giorno della luce è vicino. Il Signore della vita, si avvicina  a noi con le sembianze di un bambino in apparenza fragile, ma per l’amore che Egli nutre per le sue creature,  ha  voluto assumere su di sé tutti i limiti umani ed è venuto  ad offrirci la cura che guarisce: cioè  il Vangelo, parola che salva,  e l’esempio della sua vita umana vissuta nella compassione e condivisione delle sofferenze e nell’Amore sconfinato verso tutti. Inoltre, mediante la sua Chiesa, ci ha lasciato la grazia dei Sacramenti che operano come la stessa forza di Cristo il quale  porta con noi ogni peso della vita facendolo  diventare più leggero.

Lettura per Giovedì 06/12/2007

Letture di Venerdì 7 Dicembre FESTA


SANT’AMBROGIO


Rito romano Is 29,17-24 Mt 9,27


Rito ambrosiano Sir 44,16-17.19-20.23;45,1-4.15-16  1Cor 4,1-5  Gv 10,11-16


 


Fidarci totalmente di Dio, significa credere che Egli può tutto ciò che ritiene BENE, sia per la singola persona, sia per la comunità nella quale essa è inserita.


Troppe volte lamentiamo che Dio non ascolta le nostre suppliche. Ma Egli conosce i nostri bisogni: possono riguardare la salute fisica, il lavoro, i rapporti d’amore e di amicizia, e anche la necessità di perdono e la scoperta del senso vero della vita e della morte. Non possiamo considerare le logiche di Dio come corrispondenti alle nostre.


Gesù lo raccomanda ai discepoli “Imparate da me…”ad accettare umilmente la volontà del Padre, ad essere forti nella prova, ad essere certi che ogni vita umana, creata a immagine e somiglianza di Dio,  è  e deve essere utile, come lo è stato Cristo, come lo è stata Maria, come lo sono stati i martiri e i santi, gli artisti, gli scienziati e via via anche sotto ogni eccellenza, le vite di tutte quelle persone sconosciute che si sono impegnate per il bene comune in famiglia, e nella comunità umana.



Lettura per Sabato 08/12/2007

Letture di sabato 8 Dicembre FESTA


IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA VERGINE MARIA


Rito romano Gen 3,9-15.20  Ef1,3-6.11-12  Lc 1,26-38


Rito ambrosiano Gen 3,9-15.20  Ef1,3-6.11-12  Lc 1,26-38


 


Maria fu scelta da Dio prima della creazione del mondo, per essere santa e immacolata ad opera di Cristo uomo-Dio che Ella avrebbe portato in grembo e di cui poi sarebbe stata perfetta discepola, sperando contro ogni speranza anche nei momenti più duri.


Nell’istante in cui l’Angelo le annunciava il progetto di Dio su di Lei, Ella con purezza di spirito e fede ubbidiente aveva risposto subito “Eccomi, sono la serva del Signore….” certa che nulla è impossibile a Dio.


Purtroppo, il devozionalismo nasconde a volte la grandezza di Maria, gigante nella fede, donna umanamente forte, coraggiosa, tenace.


Ora essa vive nella gloria, conosce ogni nostra tribolazione, ne ha pietà e intercede per noi.



Lettura per Domenica 09/12/2007

Letture di DOMENICA 9 dicembre   A


Rito romano – II AVVENTO _ Is 11,1-10  Rm 15,4-9  Mt 3,1-12


Rito ambrosiano –IV AVVENTO -Is 11,1-10  Rm 15,4-9  Mt 3,1-12


 


Tutto ciò che viene dalle Sacre Scritture, tenga viva la nostra speranza di salvezza.


 


La persona di Giovanni Battista, ultimo profeta dell’Antico Testamento, viene indicata da Gesù come “ll più grande tra i figli nati di donna”


Tuttavia, successivamente Gesù aggiunge che coloro che tra i santi sono nel Regno di Dio perché suoi discepoli, seguaci dunque delle Beatitudini evangeliche, anche se piccoli sono più grandi dei santi che hanno adorato Dio secondo i dettami dell’Antico Testamento.


Le parole pronunciate da Giovanni Battista quando parla della scure che è pronta a tagliare gli alberi infruttuosi per farne piazza pulita, dimostrano quale concetto di Dio si avesse allora, descritto spesso nell’Antico Testamento, come terribile e forte.

Gesù, immagine del Dio invisibile, ci presenta invece Dio come un Padre buono e misericordioso. Gesù stesso, definito biblicamente “tronco di Jesse” è albero buono che produce germogli giusti e genera speranza nel cuore degli uomini che confidano in Lui.

Lettura per Venerdì 14/12/2007

Letture di DOMENICA 16 dicembre  A


Rito romano –III AVVENTO – Is 35,1-6.8.10  Gc 5,7-10  Mt  11,2-11


Rito ambrosiano – V AVVENTO - Is 35,1-6.8.10  Gc 5,7-10  Mt  11,2-11


 


“Vieni Signore a salvarci”


 


Oggi ci viene chiesto di rinfrancare il nostro cuore nell’attesa della venuta del Salvatore, anche se accade spesso che il progetto di Dio, che ha a che fare con il mistero,  si distanzi dalle nostre aspettative.  Il fatto è che il progetto di Dio su ciascuno di noi,  non appartiene alle logiche umane. Per questo i nostri percorsi sono spesso oscuri: figli di Dio, tutti abbiamo il compito di dare il nostro contributo piccolo ma determinante, all’instaurarsi del Regno di Dio anche in terra.


Il Regno di Dio è Gesù risorto e vivo, restato con noi per costruire insieme a noi un Regno di pace, giustizia, amore, gioia senza fine. Compito arduo se l’uomo non collabora, perché a Dio è piaciuto che fossimo creature libere, artefici del nostro destino. Troppe persone sulla terra trascurano il vero senso del vivere per dedicarsi a inseguire idoli o per erigersi esse stesse ad idolo. Il Natale che viene e che verrà ci ricorda la verità: Dio ci vuole bene, vuole il nostro bene, e bussa al cuore di ciascuno elemosinando una risposta d’amore.


 



Lettura per Venerdì 21/12/2007

Letture di DOMENICA 23 dicembre  A


Rito romano –IV AVVENTO -  Is7,10-14 R 1,1-7  Mt 1,18-24


Rito ambrosiano- Divina maternità della B.V.Maria – 2Sam7,1-5.8-12.14.16  Rm 16,25-27  Lc1,26-38


 


Ecco viene il “Dio con noi”


 


La santa famiglia di Nazareth ci offre l’ esempio della famiglia perfetta. Come ogni famiglia, Gesù, Giuseppe, Maria si sono posti tante domande, hanno vissuto momenti di difficoltà e di buio, eppure si sono sempre fidati di Dio, accogliendone il misterioso progetto.


Anche a noi Dio chiede di fidarci di Lui, di  consentirgli di “incarnarsi” nella nostra vita, di seguirlo con gioia: Egli viene per offrirci una visione nuova, una gioia nuova, una speranza nuova, una vita nuova purificata e pronta per ogni opera buona sulla terra e proiettata verso l’infinito BENE che ci attende.



Lettura per Lunedì 24/12/2007

Letture di MARTEDI’ 25 DICEMBRE    A 


NATALE DEL SIGNORE


Rito romano Is 52,7-10  Eb 1,1-6  Gv 1,1-18


Rito ambrosiano Is 9,1-3.5-6  Tt 2,11-14  Lc 2,1-14


 


“Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore”


 


Dio Padre consola i suoi figli camminando e parlando con loro per mezzo del Figlio primogenito Gesù,  fattosi  uomo.


In principio era il Verbo e il Verbo era Dio, ora disceso da dove era vestito di potenza e di gloria per farsi carne dell’uomo ed esserne compagno di viaggio. Egli cammina con noi per condividere e alleviare i nostri pesi, rinfrancare i nostri passi.


Oggi riviviamo misteriosamente l’evento di salvezza , in cui il dono totale del nostro Signore si rinnova e per ogni credente in Cristo è il momento della gioia.


La preghiera di ringraziamento e di lode unisce tutte le nazioni, avvicina i cuori, crea fratellanza e solidarietà, come preconizza l’Apocalisse 15,4 “Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te, Signore, perché i tuoi giusti giudizi (di carità e misericordia) si sono manifestati”



Lettura per Mercoledì 26/12/2007

Letture di mercoledì 26 dicembre   A


FESTA di S. STEFANO


Rito romano At 6,8-10; 7,54-60  Mt 10,17-22


Rito ambrosiano At 6,8-10 Tm 3,16-4,8  Mt 10,17-22


 


Dice la Sacra Scrittura “Chi persevererà fino alla fine sarà salvato”


Il primo martire cristiano Stefano ha fatto questa scelta che, lui inconsapevole, dava già i suoi frutti. Infatti alla sua esecuzione era presente come pagano Saulo, poi convertitosi a Cristo e diventato l’apostolo delle genti come San Paolo. Questo il mistero degli incontri di vita che Dio pone sul nostro cammino e che  possono essere fecondi per la nostra e l’altrui santificazione quando sappiamo mettere in opera ciò che Gesù ha testimoniato, cioè la misericordia e il perdono.



Lettura per Venerdì 28/12/2007

Letture di DOMENICA 30 dicembre    A


FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA


Rito romano Sir 3,2-6.12-14  Col 3,1-21  Mt2,13-15.19-23


Rito ambrosiano Is 12,1-6  1Gv 1,5-2.2  Mt2,13.15.19-23


 


Vita e benedizione nella casa che teme il Signore


Oggi le famiglie cristiane si fanno più rare, perché la vita insieme prevede un comportamento simile alla santa famiglia di Nazareth che S. Paolo ai cristiani di Colossi (3,12-21) delinea così: “Rivestitevi, come eletti di Dio….di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente…e siate riconoscenti. Ammaestratevi e ammonitevi a vicenda (secondo la Parola di Cristo)….”


Oggi le nostre città sono diventate multietniche, multireligiose, le culture si incrociano e si contaminano, a volte nel bene a volte nel male. Il matrimonio assume significati differenti.


Anche il messaggio biblico sulla coppia e sulla famiglia si perde nei meandri delle concezioni autoreferenziali di ciascuno, assurte ad assoluta verità.


Se sapessimo ritornare a Dio con cuore sincero, riscopriremmo che la famiglia naturale esprime il disegno del creatore. Egli ha posto  la famiglia come  cuore delle relazioni umane, dove si apprendono e si applicano le virtù in un passaggio di generazioni, verso livelli ulteriori di crescita, di promozione, di perfezione.


Sappiamo che la vita di santità e di grazia non può darsi da sola, ma che è dono dall’alto, da Gesù che è “via, verità, vita”.


Il Vangelo ci attesta che Dio si prende cura di tutte le sue creature, le orienta e le accompagna e come fa un padre e una madre, parla attraverso messaggi e segni nel profondo di ciascuno e nelle vicende della vita di ciascuno: messaggi cifrati che un cuore puro sa tradurre in scelte e comportamenti positivi.


Abbandonata l’arroganza e la superbia per cui a volte crediamo di detenere la verità, mettiamoci in ascolto. Vi è un polo, un circuito, un canale privilegiato che è la coscienza, attraverso la quale Dio parla. Ascoltiamolo!



Lettura per Lunedì 31/12/2007

Preghiera di Giovanni Paolo II


Asciuga, bambino Gesù,


le lacrime dei fanciulli!


Accarezza il malato e l’anziano!


Spingi gli uomini


a deporre le armi


e a stringersi in un


universale abbraccio di pace!


Invita i popoli,


misericordioso Gesù,


ad abbattere i muri creati


dalla miseria e dalla disoccupazione,


dall’ignoranza e dall’indifferenza,


dalla discriminazione e dall’intolleranza.


 


Benedetto XVI per la giornata mondiale della pace ha dettato


un messaggio dal titolo “Famiglia umana, comunità di pace”


con l’obiettivo di combattere l’individualismo egoistico sia


nella famiglia che nella collettività e valorizzare sia i diritti umani


sia  la famiglia come istituzione divina e prototipo di ogni ordinamento


sociale


 


Martedì  1 gennaio  


MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO


Rito romano Nm 6,22-27  Gal4,4-7  Lc 2,16-21 


Rito ambrosiano Nm 6,22-27  Gal4,4-7  Lc 2,16-21 


 


“Ti benedica il Signore e ti protegga”


 


La benedizione di Dio scende su tutti gli uomini, perché Dio mandò il suo Figlio affinchè ricevessimo l’adozione a figli. Dio, il Padre, sorride contemplando le sue creature bellissime e chiede che vivano nella pace dopo l’ingiustizia della guerra. E noi tutti, suoi figli adottivi, dobbiamo operare per ricostruire il mondo come uscì dalle mani di Dio.


Oggi festeggiamo Maria, che ha vissuto la gioia e la fatica di essere mamma del suo tempo e continua ad essere mamma per noi del nostro tempo e chiede ai suoi figli che si vogliano bene e vivano in pace da veri fratelli.



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