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Archivio Riflessioni spirituali Online
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Lettura per Venerdì 06/01/2006

Epifania del Signore   B


 


Rito romano  Is.60,1-6  Ef.3,2-3.5-6  Mt.2,1-12


Rito ambrosiano Is.60,1-6  Ef.3,2-3.5-6  Mt.2,1-12


 


 


La giornata mondiale della gioventù a Colonia l’estate scorsa, si è svolta sotto il motto “Siamo venuti per adorarlo”, come i Re Magi che in quel Bambino hanno riconosciuto il Re di tutti, il Re dell’Universo.


Anche noi, per poter idealmente portarci alla grotta e rifare l'esperienza dei Magi, che hanno avuto in premio la pienezza della gioia, dobbiamo essere capaci di scegliere ogni giorno di rimetterci in cammino dopo aver ascoltato la Parola del Signore, e di servire la vita di qualche piccolo. La Parola di Dio  è la stella sicura che potrà guidare i nostri passi sulle vie della pace.



Lettura per Domenica 08/01/2006

Rito romano  Is.55,1-11   1Gv.5,1-9   Mc. 1,7-11


Rito ambrosiano  Is.42,1-4.6-7  Is.55,1-11   1Gv.5,1-9   Mc. 1,7-11


 


Battesimo di Gesù: nel Giordano non fu l’acqua che santificò Gesù, Ma Gesù che santificò l’acqua non solo quella del Giordano, ma quella di tutti i battisteri del mondo. Allora ricordiamo il nostro Battesimo. Dio ci ha conosciuti da sempre, ha scelto il nostro nome e ci ha chiamati per un suo progetto. Ci ha resi figli adottivi, innestati nel Suo Amore, per renderci capaci di grandi cose, qualora lo volessimo. Infatti il nostro Padre Celeste ci ha dato insieme ad altre sue caratteristiche, anche quella della libertà. E’ nella libertà che Egli desidera essere seguito e amato. E la nostra vita è una ricerca continua del bene che appaga il nostro cuore. Solo se scopriremo il fine per cui siamo nati e lo metteremo in atto, ci sentiremo appagati.



Lettura per Domenica 15/01/2006

Rito romano   1Sam.3,3b-10.19 1Cor. 6,13c -15°-20  Gv. 1,35,42


Rito ambrosiano 1Sam.3,3b-10.19 1Cor. 6,13c -15°-20  Gv. 1,35,42


 


“Sei tu, Signore, la nostra salvezza”.


 


Le letture di oggi parlano di “Chiamata” da parte del Signore, ovvero di vocazione.


Le chiamate che Dio fa alle persone possono essere differenti, comunque finalizzate a glorificare Dio anche con il proprio corpo: sia la chiamata al matrimonio, sia la consacrazione a Dio con la verginità.


Nelle Diocesi questa domenica è sovente dedicata ai fidanzati e alla loro formazione spirituale. Lo sforzo comune alla purezza, fatto di rispetto reciproco e di capacità di attendere, potrà aiutare i futuri sposi a rendere più riuscito il loro matrimonio. I motivi che possono mettere in difficoltà un matrimonio possono essere di diversa natura: ad esempio la caduta del desiderio, oppure la tentazione di lasciarsi trasportare da una “cotta” extra-matrimoniale, oppure l’incapacità a sopportare periodi obbligati di astinenza (ad esempio dopo il parto, o a causa di una infermità di uno dei coniugi,  o il forzato  allontanamento di un coniuge per motivi di lavoro, o turni di lavoro dei due coniugi che rendono rari gli incontri, o il declino senile ecc.)


Insomma l’esercizio all’astinenza rispetto alle esigenze della esuberante sensualità giovanile, in sé buona, visto che così ci ha voluti il Signore, è un allenamento per diventare campioni che riescono a superare i 50 anni di matrimonio.


Per tutti, sposati e consacrati, il verbo “possedere” dovrebbe scomparire dal loro vocabolario. Infatti nessuno ha il diritto di possedere, nel significato di usare l’altro come strumento, perché il nostro corpo appartiene al Signore e in esso abita il Suo Spirito, di santità e di libertà. Dice Gesù “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” OGGI, da qui all’eternità.



Lettura per Domenica 22/01/2006

Rito romano     Gio  3,1-5.10   1Cor.7,29-31  Mc. 1,14-20


Rito ambrosiano Sir 3,2-6.12-14   Col.3,12-21   Lc.2,41-52


 


“Convertitevi e credete nel Vangelo!”


 


Tutti abbiamo bisogno di convertirci. Dio sa quanto è difficile cambiare, ma Egli è un Dio di misericordia e vuole la nostra salvezza. Dunque conversione non deve richiamare alla nostra mente e al nostro cuore i concetti di rinuncia, sforzo, tristezza, ma di libertà e gioia. Infatti viene a noi per prima la salvezza come offerta generosa e gratuita di Dio e poi la conversione come nostra risposta. Dunque il lieto annuncio è “Convertitevi, cioè credete,  perché siete dei salvati!”La porta della salvezza è la fede, atto in cui la ragione umana realizza pienamente se stessa, perché riconosce che vi sono una infinità di cose che la sorpassano. Convertirsi e credere è un colpo di audacia risolutivo: come passare davanti al crocifisso e dire “Tu hai preso su di te i peccati del mondo: prendi anche i miei e distruggili!”. Ci dice il Vangelo “Il regno di Dio soffre violenza e i risoluti se ne impadroniscono” (Cfr.Mt.11,12)..



Lettura per Domenica 29/01/2006

Rito romano        Dt.18,15-20  1Cor.7,32-35  Mc.1,21-28


Rito ambrosiano  Dt.18,15-20  1Cor.7,32-35  Mc.1,21-28


 


“Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce”


 


Gesù insegna con autorità e con le sue parole scuote la calma piatta di una fede senza slancio, governata dal formalismo, perché la sua è una Parola che provoca una rottura, un cambiamento e che ci fa rivedere i nostri atteggiamenti e comportamenti. La santità di Gesù fa allontanare il male, come nell’episodio in cui a Cafarnao, scacciò lo spirito immondo da un uomo. San Giovanni Crisostomo scriveva “Il cristiano che torna dalla mensa eucaristica, somiglia a un leone che emette fiamme di fuoco dalla bocca; la sua vista è insopportabile al demonio.” Ma la bocca del cristiano che si è nutrito dell’Eucaristia, è anche così dolce, che il suo bacio puro, può convertire il peccatore.



Lettura per Domenica 05/02/2006

Festa della vita


 


Rito romano  Gb 7,1-4.6-7  1 Cor 9,16-19.22-23   Mc  1,29-39



Rito Ambrosiano  Gb 7,1-4.6-7  1 Cor 9,16-19.22-23   Mc  1,29-39


 


Gesù si mostra medico delle anime e dei corpi. Così dimostra che Egli desidera che ogni uomo possa stare bene. A volte noi riponiamo più speranze  nella medicina che in Gesù, perché dimentichiamo che essa è a sua volta un dono di Dio che ha voluto dotare l’uomo dell’ intelligenza e genialità necessarie a studiare i rimedi per guarire le malattie. Inoltre dimentichiamo che Dio non è assente nel dolore: esso fa tanto parte della condizione umana che anche Dio, facendosi uomo, ha partecipato volontariamente alle sofferenze umane per elevarle a mezzo di redenzione. Un canale speciale di comunicazione con Gesù, aiuta chi soffre con fede a conformarsi alla volontà divina. Dio ama chi soffre, anzi vi si identifica. A chi soccorre il malato Egli dice “Lo avete fatto a me!”



Lettura per Domenica 12/02/2006

Rito romano  Lv13,1-2.45-46   1Cor.10,31-11,1   Mc.1,40-45


 


Rito ambrosiano   Lv13,1-2.45-46   1Cor.10,31-11,1   Mc.1,40-45


 


Anche in questa domenica si parla della salvezza donata dal Signore . Egli può darla perché è Dio. A volte ci scoraggiamo di fronte alle nostre ricadute negli stessi peccati, evitiamo di venire allo scoperto , riconoscendo il nostro peccato, vera lebbra dell’anima,  di fronte a chi può guarirci. Gesù, di fronte al lebbroso che in ginocchio lo supplicava di guarirlo, rispose “Lo voglio, guarisci!” Nel ricordarci che la nostra vita terrena è un soffio e che tutto quello che ci è dato di compiere di buono  è per la gloria di Dio,


sforziamoci di mantenere il nostro cuore aperto alla Grazia, che ci rende consapevoli della nostra miseria e contemporaneamente della immensa grandezza che Gesù, facendosi uno di noi, ha voluto donarci.  



Lettura per Domenica 19/02/2006

Rio romano Is 43,18-19.21-22.24b-25 2Cor 1,18-22 Mc 2,1-12



Rito ambrosiano Is 43,18-19 25 2Cor 1,18-22 Mc 2,1-12



Il per-dono è il dono che supera ogni altro dono. Dio è grande: perdona e dimentica. Noi, più spesso, anche se perdoniamo, non dimentichiamo. E’ un grande limite il nostro, quello di non credere che la persona che ci ha offeso può essere diventata nuova creatura. E che noi, che abbiamo offeso qualcuno, possiamo diventare per la forza di Dio, creature nuove. Lo Spirito di Cristo, fa fiorire il deserto , anche il nostro deserto di pessimismo, perché riusciamo a credere nella pace e nell’amore universali.



Lettura per Domenica 26/02/2006

"Il Signore è buono e grande nell’Amore"



Gesù parla al suo popolo come a una sposa. Ma Gesù rappresenta il cambiamento: oggi il suo popolo è la Chiesa, cioè tutti noi che ci sforziamo di camminare secondo lo Spirito. Egli ci parla con la tenerezza dello sposo, con il quale ci si incontra con gioia. I Sacramenti (la Penitenza, la Comunione) sono incontri con lo sposo che ci vuole belli, come dice S.Paolo, "lettera di Dio agli uomini", ci vuole gioiosi e portatori di speranza.



Lettura per Domenica 05/03/2006

Rito romano I QUARESIMA  Gn.9,8-15  1 Pt 3,18-22  Mc 1,12-15 


Rito Ambrosiano  I QUARESIMA  Is58,4b-10  2Cor 5,18-21  6,1-2  Mt.4,1-11


 


Gesù prima di iniziare la sua missione  scelse uno spazio e un tempo di deserto. Così dovremmo fare anche noi, per sottrarci alle sollecitazioni esterne e tentare di rientrare in contatto con le sorgenti più profonde del nostro essere: Cristo che vive in noi e parla al nostro cuore. C’è necessità di disintossicare l’anima che abbiamo il dovere di custodire e difendere. Vi sono indigestioni di chiasso, di evasione, di fiction, di cui dovremmo fare un po’ di digiuno, per non ridurre a poco a poco la nostra anima a un immondezzaio ed essere condizionati nella nostra vera libertà. Un altro tipo di digiuno possibile può esere questo proposito “Nessuna parola cattiva esca dalla nostra bocca..”(Ef.4,29) Le parole cattive inducono in chi le riceve, amarezza e risentimento.


Infine, saper rientrare in noi stessi, nell’eremo del nostro corpo dove l’anima può riposare in Dio.



Lettura per Domenica 12/03/2006

Rito romano  II QUARESIMA Gn 22,1-2.9° 10-13.15-18  Rm.8,31b-34  Mc 9,2-10


Rito ambrosiano II QUARESIMA  Dt.5,1-2.6-21  Rm.13,7-14   Gv.4,5-42


 


Oggi ci viene presentato il brano evangelico della trasfigurazione di Gesù. Oggi, Gesù può parlarci attraverso la nostra coscienza, se essa è illuminata e sorretta dal Vangelo: in Cristo possiamo trovare ogni risposta alla nostra sete di verità. Anche noi possiamo scendere dal nostro piccolo Tabor, portando nel cuore l’eco forte dell’invito di Dio Padre ai tre discepoli che avevano seguito Gesù su quell’alto monte: “Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo!” Il VANGELO ci basti e ci accompagni ogni giorno.



Lettura per Domenica 19/03/2006

Rio romano III QUARESIMA Es.20,1-17 1Cor.1,22-25  Gv.2,13-25


Rito ambrosiano III QUARESIMA  Es. 34,4-10   Gal 3,6-14  Gv 8,31-59


 


Gesù è il nuovo tempio di Dio. Gli uomini lo distruggeranno ma Dio lo farà risorgere in tre giorni. Se lo scopo dei dieci comandamenti era stato ed è quello di porre argini, affinché gli uomini non vengano sommersi dal fango, Gesù li sintentizza  nell’amore verso Dio e verso il prossimo. “Vi dò un comandamento nuovo…” Il comandamento è dato perché gli uomini trovino pace e serenità

Se uno ama Dio e il prossimo, l’intenzione di ciò che fa è il bene. Ma bisogna fare attenzione a non abbassare la guardia, perché se si rompe anche un solo  argine,  questo è sufficiente per provocare il passaggio del fango e portare la nostra vita alla rovina.

Lettura per Sabato 25/03/2006

Letture festa annunciazione del Signore


Is 7,10-14 Eb 10,4-10  Lc1,26-38


 


Entrando da Maria l’angelo le disse “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te.” Dio è colui che riempie di grazia le sue creature. Ecco perché anche l’Apostolo Paolo poteva dire di sé “Per grazia di Dio sono quello che sono!” E che cos’è la grazia, se non la misericordia di Dio che dà vita nuova in modo assolutamente gratuito, libero, immotivato? Maria ha ricevuto “grazia”   in modo speciale,  non solo dalla potenza e provvidenza di Dio, ma dalla sua stessa presenza in Lei. Grazia di Dio data in Cristo Gesù che viene ad abitare in Lei.


Maria con il Magnificat ringrazia il Signore che ha fatto in Lei grandi cose, riconosce nella lode la gratuità della grazia ricevuta. Solo la fede cristiana riconosce che “tutto è grazia!” La grazia non è una dottrina, è una realtà che si colloca nell’anima ed è la ragione principale della nostra gioia e del nostro coraggio. Un uomo senza grazia (grazia che Dio desidera donare in abbondanza, ma che ci lascia liberi di rifiutare), è un uomo vuoto, senza pregio. Noi, sulla terra, siamo come lame vuote, e possiamo diventare qualcosa che ha senso solo se riempiti dalla grazia del Signore, che Egli ci ha guadagnata a caro prezzo, versando il suo sangue sul calvario.



Lettura per Domenica 26/03/2006

Rito romano IV QUARESIMA 2Cr36,14-16.19-23  Ef2,4-10  Gv 3,14-21


Rito Ambrosiano IV QUARESIMA  Es.34,28-35  2Cor 3,7-13.17-18  Gv 9,1-41


 


Dio è amore. Dio ci ama. Tutta la Bibbia dice l’amore di Dio per ogni uomo. A volte può essere difficile comprendere la sostanza dell’amore, ma tutti gli amori umani che noi sperimentiamo hanno in Dio la loro sorgente. L’amore di Dio serve da modello all’amore umano. Possiamo andare a scuola di amore dalla Bibbia. Un amore vero, è un amore di scelta. E Dio, che per amore nostro ha dato il suo unico Figlio,  vorrebbe essere contraccambiato così: per libera scelta.



Lettura per Domenica 02/04/2006

Rito Romano  2 aprile V di QUARESIMA  ANNO B    Ger.31,31-34   Eb.5,7-9    Gv.12,20-33
Rito Ambrosiano 2 aprile V di QUARESIMA  ANNO B Es. 14,21-30°  Ef.2,4-10   Gv.11,1-45
 
"Se il chicco di grano non muore"
 
Gesù, dice S. Paolo, fu reso perfetto dalle cose che patì, e sottomesso alla volontà  del Padre è divenuto salvezza per tanti discepoli di Gesù che da Lui hanno imparato a donare  la loro vita nel servizio al prossimo.
La logica del chicco di grano che, solo se muore,  porta frutto, è la stessa della croce accettata per sottomissione alla paterna volontà  di Dio. Oggi ricorre un anno dalla morte del S. Padre Giovanni Paolo II: tutti noi possiamo trarre esempio da quest'uomo forte nella fede, che ha tenacemente  tenuta abbracciata la croce in unione con Cristo fino alla fine, prima di aprirsi all'eternità . Egli sentiva che doveva dare questa testimonianza al mondo perchè la Chiesa, il "molto frutto" è nata dalla morte di Cristo crocifisso, morto  e risorto.



Lettura per Domenica 09/04/2006

Domenica delle Palme



 


Questa domenica, è l’unica occasione dell’anno in cui, nella liturgia, si ascolta per intero il racconto evangelico della Passione.


Vi sono alcuni punti di forza in questa lettura che possono provocare in noi il rimorso,  farci sussultare di vergogna.


L’Apostolo Tommaso che prima di vedere l’epilogo, disse forse  in buona fede “Andiamo anche noi a morire con lui!”


Mentre noi, spesso,  ci vergogniamo di confessarci cristiani e non siamo disposti neanche a morire al peccato.


Pietro si vergognò del Maestro, non senza aver pianto subito dopo amaramente nel  riconoscere il suo tradimento: volle che la sua vicenda venisse  divulgata per mezzo dell’evangelista Marco.


Giuda a sua volta, tradì il Signore e  sebbene restituì il denaro ricevuto in ricompensa per questo, non ebbe fiducia nel perdono che Gesù certamente gli avrebbe accordato.


I crocefissori di Gesù ( e tra essi vi sono molti di noi), si sono salvati e sono in Paradiso, proprio perché Gesù, mentre lo inchiodavano alla croce, pregò il Padre per tutti i peccatori “Perdonali, non sanno quello che fanno!”


Ecco la vendetta di Dio: la Misericordia, con la M maiuscola!


Poveri asinelli che siamo, portiamo sulla groppa il Signore e non  siamo coscienti di questo grande privilegio.



Lettura per Giovedì 13/04/2006

GIOVEDI’ SANTO


 


Rito romano  Es.12,1-8.11-14   1Cor11,23-26   Gv13,1-15


Rito Ambrosiano Gn1,1-16;2,1-2.11;3,1-5.10;4,1-11 Mt26,41.45-46 1Cor11,20-34   Mt26,17-75


 


Bere l ’amaro calice… lo sapevi. Eri  a cena con i tuoi e stavi per compiere un miracolo pari alla creazione del mondo. Farti cibo e bevanda per noi, per rovesciare la nostra natura di peccatori e renderci santi, figli dello stesso Padre, fratelli tuoi e di tutti.


Quale mente umana avrebbe mai potuto escogitare un mezzo così potente, come la fissione nucleare all’interno del nostro DNA per trasformarci da uomini in potenziali Dei.


Una piccola goccia di vino, il tuo sangue, per il morente. Un piccolo pezzo di pane, il tuo corpo, per renderci uno nonostante le distanze, i tempi, tu sei sempre lì, a disposizione in ogni tabernacolo, a sfamare


le nostre povere vite abituate a volare basso, per darci la forza delle aquile. Gesù, dirti grazie è troppo poco! Noi ti adoriamo e facciamo silenzio. Per questi miracoli, non ci sono parole.




Lettura per Venerdì 14/04/2006

VENERDI’ SANTO


 


Rito romano       Is.52,13-53,12   Eb4,14-16;5,7-9   Gv18,1-19,42


Rito Ambrosiano  Is49,24-26;50,1-11; Is53,1-12;  Mt27,1-56


 


Mio Signore, quanto sei grande! Potevi stare nella dimensione di gloria in cui ti trovavi e commiserarci dall’alto per le nostre sciocchezze, per l’attaccamento ai nostri idoli passeggeri.


Invece eccoti qui, con noi, su questa terra grondante di sangue innocente fin dal principio, e tu l’Innocente per eccellenza, umiliato, maltrattato, spogliato di ogni dignità, dal furore dell’odio e della violenza. Tu hai gridato, hai pianto, di delusione e di dolore, e infine hai pregato per noi, miserabili creature, che non sappiamo mai fino in fondo quando facciamo  il male e perché.


Le nostre ragioni sono banali, non sappiamo guardare lontano e, in fondo,  nemmeno vicino, perché saremmo consapevoli che la nostra vita è un nulla qui sulla terra: “ come l’erba sono i giorni dell’uomo” che presto appassisce. Tu solo sei la nostra speranza, la nostra vera eredità.



Lettura per Sabato 15/04/2006

SABATO SANTO


 


E ora facciamo silenzio e aspettiamo. Tu hai fatto una promessa…noi siamo certi che sei un Dio fedele.  Intanto riflettiamo un poco su come


valorizziamo il tempo, quanto di questo tempo è dedicato alla maturazione della nostra fede, quanto curiamo gli affetti familiari,


a quanti sappiamo comunicare conforto e speranza, quanto sappiamo condividere ciò che siamo e che per grazia, possediamo, se stiamo realizzando lo scopo della nostra vita.


Siamo dentro la storia per far crescere il tuo Regno, “come in Cielo così in terra…” Ma siamo davvero orgogliosi di affermare che Cristo deve penetrare in ogni realtà per sanarla, oppure siamo paurosi e ci nascondiamo per non essere tacciati di integralismo? Oh, si, lo Stato deve essere laico e democratico, perché tu ami la libertà dei tuoi figli e non vuoi imporre i tuoi desideri e decreti…vuoi essere amato per scelta. Tuttavia a noi tuoi discepoli raccomandi di annunciare il tuo Vangelo della vita, con piena dedizione in opere e parole, perché il Tuo Regno di gioia, di pace, di amore, si espanda.



Lettura per Domenica 16/04/2006

SANTA PASQUA


 


Rito romano       At10,34.37-43    Col3,1-4    Gv20,1-9


Rito Ambrosiano At1,1-8   1Cor15,3-10a  Gv20,11-18


 


Che gioia ci hai dato, Signore dell’Universo. Vestito di gloria, sei risorto! Si !! Sei risorto! Non ti cercheremo più tra i morti, ma tra i viventi, tu che sei “Colui che è” cioè la vita vera che illumina ogni uomo. Con te, il male e la morte non ci fanno paura: sei con noi, ci tieni per mano, ci istruisci, ci conduci per il giusto cammino,  ci concedi riposo e serenità e a chi ci chiede ragione delle nostre scelte possiamo rispondere con gioia: “Ecco l’opera del Signore!”



Lettura per Domenica 23/04/2006

Abbiamo contemplato o Dio, le meraviglie del tuo amore”.


 


Tommaso non crede se non vede. Gesù ha detto “Beati quelli che senza avere visto, crederanno” Dunque la fede è beatitudine. Gratuita, perché dono di Dio accolto dalla creatura.


Spinti da questa fede, ci accostiamo all’Eucaristia come Tommaso, e tocchiamo Gesù, lo riconosciamo :“Mio Signore e mio Dio!”. Poi, usciamo dalla Messa, pieni di gioia come bambini, desiderosi di giocare, di sentirci liberi, di trovarci con gli amici, di godere di tutto ciò che il Signore dona, soprattutto felici di aver ritrovato noi stessi, la nostra dimensione umana liberata dalla fretta e dalle attese superflue.


Mentre viviamo facendo la volontà di Dio, sarebbe bello potessimo affermare insieme “Il Signore è la nostra forza!”



Lettura per Domenica 30/04/2006

“Risplenda su di noi Signore, la luce del tuo volto”


 


Noi siamo testimoni del Risorto. Allora via i volti tristi, i lamenti, i rancori, le angosce, la durezza: siamo o no, risorti con Cristo?


Dio ha agito con braccio potente, e ci ha liberati da tutto ciò che era negazione. Il Vangelo è la lieta notizia della risurrezione e il nostro cuore, se vive di Cristo, non può che essere nella gioia.



Lettura per Lunedì 01/05/2006

Dedicata alla Madonna da Don Tonino Bello


 


Santa Maria, donna bellissima,


attraverso te


vogliamo ringraziare il Signore


per il mistero della bellezza.


Egli l’ha disseminata


 qua e là sulla terra, perché,


lungo la strada, tenga deste,


nel nostro cuore di viandanti,


le nostalgie insopprimibili del cielo.


Riconciliaci con la bellezza.


Tu lo sai che dura poco


Nelle nostre mani rapaci.


Facci comprendere


Che sarà la bellezza

 A salvare il mondo.

Lettura per Domenica 07/05/2006

Rito Romano At. 4,8-12; 1Gv. 3,1-2; Gv. 10,11-18


Rito Ambrosiano At. 4,8-12; 1Gv. 3,1-2; Gv. 10,11-18


 


Gesù Buon Pastore


 


Gesù è l’antitesi del Capo, venuto per servire, non per essere servito. E tuttavia è necessario segnalare un particolare aspetto di questo Pastore Buono, venuto per pascere.


Egli parla con autorità e dice: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono”.


Gesù, tutto sommato, è un Pastore/Capo intraprendente, perché è sempre attento al suo gregge, lo difende, ricerca la pecora smarrita, riunisce le pecore disperse.


È vero che serve, ma non come uno schiavo. Egli è libero, forte e perfino deciso ad offrire la sua vita per amore dei suoi amici.


Solitamente pensiamo al servo come ad uno sciocco che, non sapendo far altro, ubbidisce passivamente.


Gesù non è così, Gesù è uno CHE SI FA VOLONTARIAMENTE SERVO, SENZA PERDERE LA SUA AUTORITA’.



Lettura per Domenica 14/05/2006

Rito Romano At. 9,26-31; 1Gv. 3.18-24; Gv. 15,1-8


Rito Ambrosiano At. 9,26-31; 1Gv. 3.18-24; Gv. 15,1-8


 


La vite e i tralci


 


La relazione tra Gesù e i discepoli è presentata dal simbolismo della vite e i tralci. Chi rimane in Cristo, la vera vite, porta molto frutto.


Mentre chi si allontana da Lui rimane sterile, perché senza la linfa vitale, lo Spirito Santo, che da Lui promana e irrora la nostra vita, non possiamo fare niente nella vigna del Signore.



Lettura per Domenica 21/05/2006

Rito Romano At. 10,25-27; 1Gv:4,7-10; Gv. 15,9-17


Rito Ambrosiano At. 10,25-27; 1Gv. 4,7-10; Gv. 15,9-17


 


“Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”


 


“Come” ci ha amati Gesù? Dando tutto di se perfino la vita per la salvezza nostra e del mondo intero. Gesù non ha scherzato, ci ha amati nella misura più grande e per primo.


Infatti, lo dice il vangelo, è Lui che ha scelto noi come discepoli, non noi abbiamo scelto Lui.


Siamo abituati a dire che amare davvero, significa non chiedere nulla in cambio. Non è così. Gesù dice: “sarete miei amici, SE FARETE CIO’ CHE IO VI COMANDO.” Tu ci ami Signore , lo dimostri da sempre. Come potremo non amarti? Così ad ogni fratello possiamo dire “non ti conosciamo, ma ti rispettiamo e siamo disposti a condividere con te quello che abbiamo.” Come potresti non amarci?



Lettura per Domenica 28/05/2006

Rito Romano At. 1,1-11; Ef. 4,1-13; Mc. 16,15-20


Rito Ambrosiano At. 1,1-11; Ef. 4,1-13; Mc. 16,15-20


 


Festa dell’ASCENSIONE


 


Gesù è salito al Cielo: si potrebbe dire che è tornato da dove era venuto poiché Egli è l’esistente, il vivente da prima della creazione del mondo. Ma non è andato via. Senza mostrarsi fisicamente ai nostri sguardi è restato con noi e insieme a noi opera meraviglie. Infatti, se nel mondo siamo testimoni di Cristo Signore e del suo Vangelo, non è per merito nostro, ma è per forza dello Spirito che opera in noi e con noi.


È in forza dello Spirito che diventiamo capaci di umiltà, mansuetudine, pazienza, condivisione.


Nella diversità degli incontri con le persone sperimentiamo l’energia meravigliosa che ci tiene uniti e che proviene dal filo dell’amore di Cristo che tutti ci avvolge.


Un amore che non è sentimentalismo, ma che si incarna nella storia dei giorni e nel cuore di ciascuno che sa offrire all’altro la sua speciale unicità, prezioso tassello di un progetto che si compie sotto la guida misteriosa dell’Architetto che solo conosce i segreti dell’essenza e del fine della storia.



Lettura per Domenica 04/06/2006

PENTECOSTE


 


Rito Romano  Atti 2,1.11 1Cor 12,3b.7.12-13 Gv 20,19-23


Rito Ambrosiano  Gal 5,16-25  Gv 20,19-23 Gv. 16,12-15


 


Vieni, Spirito creatore!


 


Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.


Senza lo Spirito Santo saremmo esanimi, spenti,non credenti, tristi.


Lo Spirito è il dono di Gesù agli Apostoli perché diventassero capaci di annunciare il Vangelo a tutte le genti.


Infatti lo Spirito è colui che porta alla verità tutta intera e dona il coraggio ai martiri e ai santi  di donare la vita per amore.


Chi possiede lo Spirito di Dio non sente la solitudine, perché si sente amato da Qualcuno che gli tiene compagnia giorno e notte. Dio diventa il centro della vita: la volontà di potenza è sostituita dalla volontà di servizio, l’egoismo viene spazzato via dall’amore generoso


Inoltre lo Spirito è ciò che unifica,che  mette le persone in comunione tra loro. Di questo abbiamo tanto bisogno in questi tempi, perché possiamo diventare capaci di capirci, rispettarci e perdonarci, oltre i soliti confini.


Riscoprire il senso della Pentecoste cristiana può salvare la nostra società moderna dall’asfissia spirituale e dalla babele comunicativa.


Lo Spirito rende capaci di comunicare non soltanto in senso orizzontale e superficiale, ma in maniera creativa, in modo tale da immettere contenuti qualitativamente nuovi, riuscendo perfino  ad aprire “porte chiuse”.  



Lettura per Domenica 11/06/2006

S.S. Trinità


 


Rito Romano  Dt 4,32-34.39-40  Rm 8,14-17   Mt 28,16-20


 


Beato il popolo che appartiene al Signore


 


La teologia  ha discettato ampiamente su questo mistero: il Padre, il Figlio si sono fatti conoscere. Dello Spirito Santo ci parla Gesù, come forza potente che conduce alla verità tutta intera, libera da ogni schiavitù, effonde grazia su grazia perché possiamo procedere da veri figli adottivi di Dio e fratelli di Cristo, verso la santità.


Parlare di Spirito Santo senza averne sperimentato i benefici influssi, è un balbettio confuso.


Eppure abbiamo cominciato a balbettare il linguaggio della fede con un gesto semplice, il segno di croce, proprio nel nome della Santa Trinità. La mano posta sulla fronte, vuole attestare la nostra fede di essere nati dall’alto; la mano sul petto esprime la fede nell’incarnazione del Verbo di Dio Gesù Cristo; la mano sulle spalle, ricorda le braccia aperte del Cristo sulla croce che si umilia e si perde per salvare ogni uomo e l’universo mondo. Noi riceviamo il suo abbraccio e a nostra volta, in virtù della forza dello Spirito, abbracciamo ogni fratello, vicino o lontano, spalanchiamo lo guardo su orizzonti infiniti: noi, che abbiamo avuto il dono del battesimo, siamo popolo amato da Dio e salvato da Cristo, inviato a far conoscere il Vangelo a tutte le creature.



Lettura per Domenica 18/06/2006

CORPUS DOMINI anno B


Rito romano Es 24,3 – 8 Eb 9,11 – 15 Mc 14,12–16.22-26


Rito ambrosiano Es 24,3–8 Eb 9,11–15 Mc14,12–16.22-26


 


Mosè offriva giovenchi al Signore, come sacrifici di comunione per il popolo. E su quel sangue stabiliva l’antica alleanza.


Cristo, venuto come sommo sacerdote, ha offerto il proprio sangue per una nuova ed eterna alleanza,  affinchè coloro che credono nel suo Nome siano una cosa sola, purificati dal Suo sacrificio dalle opere morte, per servire con Lui, in Lui e per Lui, il Dio vivente.


Come segni, Gesù ha scelto pane e vino: segni di famiglia, di quotidianità, di fraternità…  la Sua carne e il Suo sangue così trasformati, ci ricordano che non bastano i buoni sentimenti, ma che è necessario saper vedere e soccorrere i bisogni dei fratelli per diventare con Cristo sacerdoti capaci, in forza della Grazia, di offrire noi stessi per la salvezza di quanti il Signore ci permette di incontrare.

 Solo così Signore, noi dimostriamo di averti incontrato, ti raccontiamo, ti celebriamo.

Lettura per Venerdì 23/06/2006

SACRO CUORE DI GESU’ anno B


Rito romano Os 11,1.3 – 4.8c – 9  Ef 3,8 – 12.14 – 19  Gv 19,31 – 37


Rito ambrosiano Os 11,1.3– 4.8c – 9 Ef 3,8 – 12.14 – 19 Gv 19,31 – 37


 


“Sacro cuore di Gesù, confido in Te”


 


Osea ci ricorda la grande tenerezza di Dio nei nostri confronti, di cui non è lecito dubitare.


“Io lo amavo….ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Il mio cuore si commuove dentro di me….”


E San Paolo rafforza il concetto “….siate in grado di comprendere con tutti i santi,  quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza…”


Se volgiamo lo sguardo a Colui che hanno trafitto, comprendiamo cosa significhi celebrare la “festa della tenerezza di Dio” capace di donarsi fino in fondo. A volte dimentichiamo che per opera della Grazia, siamo “resi capaci” di amare dello stesso amore divino. Ma abbiamo paura di consegnarci perché il mondo desacralizzato è come un mostro pronto a divorarci.


Per quanto tempo gli uomini potranno sopportare questo vuoto di senso?


Quando l’Occidente tornerà a credere che Cristo è l’esegeta che illumina l’uomo e i suoi problemi? Che solo lo Spirito di Cristo è forza che libera dal male e rende la nostra libertà capace di bene?



Lettura per Domenica 25/06/2006

Rito romano Gb 38,1.8 – 11  2Cor 5,14 – 17    Mc 4,35 – 41


Rito ambrosiano Gb 38,1.8 – 11  2Cor 5,14 – 17    Mc 4,35 – 41


 


Se uno è in Cristo è una creatura nuova


 


Gesù è uno che infrange le regole, pranza con i pubblicani e i peccatori; non digiuna e convince i suoi amici a non farlo, agisce di sabato; dice di sentirsi legato con un famigliare solo a chi compie la volontà di Dio. È difficile capire Gesù persino per quelli che l’hanno incontrato e sono stati con Lui per anni, i quali si domandavano “ chi è dunque costui?”.


Il vangelo di Marco ci presenta la tempesta sul lago e Gesù che dormiva. I discepoli, i suoi amici, quelli ai quali Egli aveva confidato il mistero del regno di Dio, vedendolo dormire lo svegliarono, e gli domandarono:2Maestro, non ti importa che moriamo?”. E dopo aver placato il vento, Gesù esorta i suoi amici semplicemente ad avere fede. Solo la fede permette di dormire, di stare tranquilli, di non essere turbati durante una tempesta. Chi ha fede può dare testimonianza di non sentirsi mai solo.


 



Lettura per Giovedì 29/06/2006

SOLENNITA’ DEI SS. PIETRO E PAOLO anno B


Rito romano At 12,1 – 11   2Tm 4,6 – 8.17 – 18     Mt 16,13 – 19


Rito ambrosiano At 12,1 – 11   2Tm 4,6 – 8.17 – 18     Mt 16,13 – 19


 


“Voi chi dite che io sia?” con questa domanda Gesù ha messo alla prova i suoi discepoli e anche tutti noi. Se riflettiamo sulle risposte formidabili (dal punto di vista spirituale) di Pietro e di Paolo molti di noi potrebbero ritenersi incapaci di dare una risposta esaustiva. Pietro, sotto l’azione dello Spirito, risponde: “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”.


San Paolo, ormai anziano, afferma: “ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”. Entrambe le loro risposte sembrano essere un’ispirazione divina. Troppe volte noi, evitiamo di fare affermazioni così compromettenti e cerchiamo di evadere. Ma non è forse più difficile per Dio credere negli uomini? Tutti chiamati ad essere santi, ma in altre faccende affaccendati. Cosa penserà di noi?



Lettura per Domenica 02/07/2006

Rito romano Sap.1,13-15; 2,23-24 2Cor.8,7.9.13-15  Mc 5,21-43


Rito ambrosiano  Sap.1,13-15; 2,23-4  2Cor.8,7.9.13-15  Mc 5,21-43


 


L’avere fede nella persona di Gesù è il miracolo più grande. In questo tempo liturgico si raccontano miracoli di Gesù che ha pietà dei sofferenti. Ma a ciascuno di coloro che gli domandano aiuto, Egli chiede la fede.


La potenza di Gesù, salvatore degli uomini e del mondo, emana da Lui e si riversa sulle creature solo se  con grande, sincera, profonda fede, si volgono alla sua persona. Per questo Gesù è venuto nel mondo: per assicurarci che Dio ci ama, che è il Dio della vita, che non si compiace delle sofferenze degli uomini e che vuole venire incontro alle nostre difficoltà. “Gesù si è addossato i nostri peccati e i nostri dolori” per condividere completamente la sorte degli uomini e trarli fuori dalle sconfitte materiali e spirituali, offrendo una speranza che non inganna. Sollecita tutti noi con la medesima espressione che ci riportano i Vangeli:


“Continua ad avere fede!” Perché è la fede in Lui che placa le tempeste e le ferite  interiori, risuscita il cuore degli uomini all’ottimismo e alla gioia, li rende capaci di condivisione e perdono. Se siamo testimoni di Gesù, dobbiamo saper testimoniare ogni giorno agli sfiduciati, con il nostro coraggioso modo di vivere e di lottare contro ogni avversità, che il Signore  è grande nell’amore e che l’uomo non deve crogiolarsi nell’apatia e nel pessimismo, perché c’è Qualcuno di buono, forte, potente che gli cammina al fianco, pronto a sollevarlo ad ogni caduta.



Lettura per Domenica 09/07/2006

Rito Romano  Ez 2,2-5  2 Cor 12,7-10  Mc 6,1-6 


Rito Ambrosiano Ez 2,2-5  2 Cor 12,7-10  Mc 6,1-6  


 


“Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”


 


Riconosciamo i profeti, diventiamo profeti, lasciamo che la Parola ci aiuti a leggere questi tempi e testimoniamo il Vangelo!




Malgrado la nostra fragilità e la paura di venire rifiutati dai parenti, dai collaboratori, dagli amici.


Nonostante Gesù ci abbia insegnato che anche avessimo fatto tutte queste cose, siamo “servi inutili” Gesù  ha però anche affermato che il peccato contro lo Spirito Santo non potrà essere perdonato. Quindi,tranquilli, continuiamo a fare ciò che il Signore ci domanda di fare.


Gesù ci ha scelti, perché sappiano comprendere le miserie degli altri, accettando anzitutto le nostre.


La Chiesa, non è la comunità dei perfetti, dei giusti, dei puri, ma dei riconciliati, di figli. Siamo una comunità di persone che si accolgono per ciò che sono, pur non rinunciando alla reciproca correzione fraterna che è d’obbligo come insegna Gesù; siamo persone  che hanno il coraggio del proprio limite, che non hanno bisogno di umiliare l'altro per sentirsi migliori.


Non c'è nulla di più difficile di parlare di Gesù a dei cristiani, qui in occidente.


Tutti sanno già tutto:per esempio,  il prete parla di Dio perché è il suo mestiere e così il Vangelo viene dato per scontato e, perciò, drammaticamente abbandonato.




Nuova evangelizzazione: si comincia da me e da qui, ora.



Lettura per Sabato 15/07/2006

Festività Assunzione B.V.M.


 


Rito romano   Ap 11,19a 12,1-6a.10 ab   1Cor 15,20-26  Lc 1,39-56


Rito Ambrosiano Ap 11,19a 12,1-6a.10 ab   1Cor 15,20-26  Lc 1,39-56


 


Festeggiamo quello che saremo anche noi se raggiungeremo la vetta della santità. Maria, glorificata in corpo e anima  e assunta al cielo.


La fede afferma che Maria è entrata nella gloria non solo con il suo spirito, ma integralmente con tutta la sua persona, come primizia della risurrezione futura dietro Cristo.


Maria è segno per tutti noi, di sicura speranza e consolazione.


Perché Maria? Perché nessuno ha amato, imitato, sofferto con Cristo più di Maria. La gloria di Maria è nell’essere ripiena di tutta la pienezza di Dio. Perciò Maria può intercedere per noi presso il Padre e spesso ottiene per noi ciò che le domandiamo con fede. A posteriori, noi possiamo verificare che Maria ottiene tante grazie da Cristo, Signore del Cielo e della terra,   potente e buono, l’unico che può visitare un’anima con la sua presenza e liberarla  dal male che offusca di tenebre il mondo provocando il dolore e la morte. Egli è l’unico salvatore degli uomini e del mondo e Maria, come ha fatto sulla terra, collabora con LUI.



Lettura per Domenica 16/07/2006

Rito Romano  Am 7,12-15 Ef 1,3-14  Mc 6,7-13


Rito Ambrosiano Am 7,12-15 Ef 1,3-14  Mc 6,7-13  


“Gesù cominciò a mandarli a due a due” 


I duemilacinquecento vescovi che presero parte al Concilio Vaticano II e scrissero il Decreto sull’apostolato dei laici, esortano ogni cristiano a partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Come fece Gesù, quando dopo aver chiamato i discepoli “Venite….vi farò pescatori di uomini…”dalla chiamata passò all’invio “Andate….predicate il Vangelo ad ogni creatura….” E li mandò a due a due, non ciascuno per conto suo, perché la prima testimonianza da rendere a Gesù è quella dell’amore reciproco. A questa testimonianza silenziosa, si deve aggiungere quella esplicita della Parola, fatta con rispetto a chi è disposto ad ascoltare.


I discepoli di oggi devono poter fedelmente evangelizzare, non confondendo il Vangelo con le proprie convinzioni, perché solo Gesù è il vero maestro:  quindi annunciare con amore la verità che è l’amore senza confini di “Cristo crocifisso” morto e risorto per tutti.



Lettura per Domenica 23/07/2006

“ Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla” 
 


Rito Romano  Ger 23,1-4 Ef  2,13-18  Mc.6,30-34


Rito Ambrosiano Ger 23,1-4 Ef  2,13-18  Mc.6,30-34  


Tempo di vacanze. Holiday, in inglese, significa alla lettera giorni santi


Disse Gesù ai discepoli che avevano fatto e insegnato quanto aveva ordinato loro il Maestro: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’.”


Abbiamo tutti bisogno di qualche pausa, che consenta un distacco critico da ciò di cui ci occupiamo normalmente, per capire e gioire di ciò che la vita offre giorno per giorno, e nella contemplazione, ristabilire un rapporto armonico con la natura, con le persone, con se stessi (chi sono, dove vado?), soprattutto con Dio sorgente della vita e con la Sua Parola che ci offre le motivazioni del nostro vivere.


Ma se leggiamo il resto del brano evangelico che ci parla del necessario riposo, ecco che scopriamo che Gesù interrompe il progetto del riposo, perchè la folla, “come pecore senza pastore” lo insegue, e lui si commuove di fronte all’urgente necessità di quella gente che  ha bisogno di Lui. Il buon Pastore non abbandona le pecore perdute: troverà altri momenti, magari la notte, per trascorrere un po’ di tempo in disparte, solo con se stesso e con Dio.



Lettura per Domenica 30/07/2006

Gesù pane di vita: la moltiplicazione dei 5 pani è segno dell’Eucaristia, pane spezzato per la salvezza del mondo.


 


Rito romano 2Re 4,42-44  Ef 4,1-6   Gv 6,1-15


Rito Ambrosiano 2Re 4,42-44  Ef 4,1-6   Gv 6,1-15


 


Le persone hanno bisogno di soddisfare sia  bisogni terreni e materiali che bisogni spirituali ed eterni.


Gesù provvedere a soddisfare entrambi. Però a una condizione “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in più.” Ma noi abbiamo spesso difficoltà a seguire questo consiglio, a volte per necessità, sovente per avidità.

L’avidità non è soltanto dei ricchi, ma anche dei poveri quando non sanno condividere anche il poco che hanno. “Questo cibo è mio, questa casa è mia, queste attrezzature sono mie,  questo spazio è mio….” Siamo bambini egoisti capaci di affermare solo “E’ mio, è mio, è mio…” spesso anche di quello che in realtà non lo è. Di chi è l’albero rosso di ciliegie? La terra è di tutti, i beni della terra sono di tutti, e tutto quello che abbiamo è di Dio. E Dio ci chiede di condividere quello che abbiamo, senza avarizia, se siamo suoi discepoli.

Lettura per Domenica 06/08/2006

Gesù vero uomo, si mostra anche come vero Dio:la trasfigurazione


 


Rito romano  Dn 7,9-10  2Pt 1,16-19  Mc 9,2-10


Rito ambrosiano Dn 7,9-10  2Pt 1,16-19  Mc 9,2-10


 


La dignità nascosta di Gesù si manifesta perché noi non siamo più increduli,ma credenti.


In Gesù che si trasfigura sul Tabor, è prefigurata l’immagine  di quello che saremo nella gloria della risurrezione, cioè  lo splendore finale dei giusti.


E’ questo un Mistero e l’annuncio di ciò che deve venire, ma che  può cominciare qui e ora se siamo disponibili a trasformare la nostra mente. S. Paolo (2 Cor 3,18) ci spiega come “E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore.”


L’uomo contemplativo può diventare come Cristo, se permette al  mondo di Gesù, ai suoi scopi, ai suoi sentimenti di imprimersi in lui, di sostituirsi ai suoi. Allora tutti potranno vedere, nel compimento della  vita,  i frutti di questa trasformazione.


Ma non basta l’intelligenza umana per inoltrarsi in questo mistero: solo lo Spirito Santo può introdurci in questa dinamica.



Lettura per Domenica 13/08/2006

“Il tuo pane santo, Signore, sostiene il nostro cammino di poveri “


 


Rito romano 1Re 19,4-8  Ef 4,30-5,2  Gv 6,41-51


Rito ambrosiano  1Re 19,4-8  Ef 4,30-5,2  Gv 6,41-51


 


Siamo tutti poveri, perché non siamo perfetti. Dobbiamo saperlo riconoscere. Senza l’aiuto di Dio, del pane di vita eterna che Egli ci offre, non possiamo andare tanto lontano nel cammino di santità.


Il pane, quello che viene servito su ogni tavola, è segno di lavoro, di attesa, di nutrimento, di unità e solidarietà, di gioia condivisa…ma quel pane, nel momento della consacrazione sulla mensa eucaristica, cessa di essere pane e diventa corpo di Cristo risorto e vivo. Quella prima sostanza, diventa altra sostanza, anche se permane la primaria apparenza. Si compie la promessa di Gesù: “Il pane che io darò è la mia carne perla vita del mondo.”


Per questo l’Eucaristia illumina, nobilita, e consacra tutta la realtà del mondo e l’attività umana, il lavoro, che non è più alienante ma santificante, perché l’Eucaristia toglie noia, stanchezza, sfiducia, disperazione. Gesù lo ha promesso “Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi e io vi ristorerò.”(Mt.11,28)



Lettura per Domenica 27/08/2006

Rito romano  Gs 24,1-2.15-17-18  Ef 5,21-32  Gv 6,60-69


Rito Ambrosiano Gs 24,1-2.15-17-18  Ef 5,21-32  Gv 6,60-69


 


“Volete andarvene anche voi?” Troppi di noi si lamentano “E’ duro seguirti Signore” Ma Pietro risponde “Da chi andremo Signore?Tu solo hai parole di vita eterna” (Cioè: Tu solo sai dare un senso non effimero alla nostra vita.)


Anche noi siamo chiamati a fare questa scelta, deciderci ad amare Cristo e la Chiesa. Cristo ha amato ed ama  la Chiesa, la nutre e la cura. E la Chiesa non è costituita solo dal Papa, dai Vescovi e dai sacerdoti, ma da tutti i battezzati, cioè da tutto il popolo di Dio. La Chiesa è la comunione invisibile dei santi passati, presenti e futuri. Un grande, meraviglioso mistero di un corpo del quale siamo tutti membri e ciascuno è chiamato a svolgere un compito.


A volte l’espressione visibile, sociale della Chiesa, fatta di bene e di male, ci scandalizza: ma noi sappiamo che alla fine il grano e la zizzania verranno separati.

Inoltre ricordiamo sempre ciò che disse Gesù “chi è senza peccato, scagli la prima pietra!”  e per giustificare i nostri peccati, non dobbiamo  essere così codardi da  puntare il dito contro gli errori e le incoerenze  degli uomini di  Chiesa. Cristo ama la Chiesa: e noi?

Lettura per Domenica 03/09/2006

I puri di cuore abiteranno nella casa del Signore


 


Rito romano  Dt4,1-2.6-8  Gc 1,17-18.21b-22.27  Mc 7,1-8.14-15.21-23


Rito ambrosiano Dt4,1-2.6-8  Gc 1,17-18.21b-22.27  Mc 7,1-8.14-15.21-23


 


La Parola di Dio, cibo, pane  per il cristiano. Gesù “pane vivo disceso dal Cielo" è il Verbo di Dio incarnato: è di questo pane che ha fame l’anima, perché solo la Parola di Gesù è capace di stampare nel nostro cuore la legge interiore dell’amore non ipocrita, che si dona senza calcolo nel praticare la Parola.


 



Lettura per Domenica 10/09/2006

Dà lode al Signore, anima mia


 


Rito romano Is 35,4-7  Gc 2,1-5  Mc  7,31-37


Rito ambrosiano  Is 35,4-7  Gc 2,1-5  Mc  7,31-37


 


Ecco una novità rispetto a quanti si agitano per ottenere il meglio dalla vita nei beni effimeri: al contrario, sperimentare il proprio limite (sia fisico che spirituale) fa bene; nel nostro spazio di povertà, accolto come dono, il Signore si fa vicino e ci rivolge il suo sguardo di tenerezza, di incoraggiamento, ci guarisce il cuore da ogni cupidigia e ci fa scoprire la verità e la bellezza della nostra vita.



Lettura per Domenica 17/09/2006

Camminerò alla presenza del Signore


 


Rito romano  Is 50,5-9  Gc 2,14-18   Mc 8,27-35


Rito Ambrosiano Is 50,5-9  Gc 2,14-18   Mc 8,27-35


 


Il Vangelo è  buona notizia: la gioia dovrebbe essere lo stile del cristiano, anche quando gli si presenta il mistero della croce, impietosa logica,  senza l’accoglienza della quale tuttavia  l’uomo non salva la propria vita. Dunque è necessario prendere Gesù come modello e subordinare la propria vita alla volontà di Dio.


Molti continuano a vivere nell’incertezza, senza il coraggio di fare scelte decisive, domandandosi continuamente: “Qual è la volontà di Dio su di me? Da che cosa posso capirlo?”Con l’aiuto dello Spirito Santo, bisogna saper leggere


i segni che avvertiamo in noi e intorno a noi. Questi segni possono essere  nostre infermità improvvise, lutti, incontri, consolazioni insperate, intuizioni….


Anche S. Paolo afferma ““Tutto concorre al bene,  per coloro che amano Dio”



Lettura per Domenica 24/09/2006

Sei Tu, Signore, il mio sostegno


 


Rito romano  Sap 2,12.17-20  Gc.3,16-4,3   Mc 9,30-37


Rito Ambrosiano Sap 2,12.17-20  Gc.3,16-4,3   Mc 9,30-37


 


Il giusto,come Gesù, è spesso d’imbarazzo per coloro che amano le opere delle


tenebre. Allora viene perseguitato con aggressioni di ogni tipo: insulti, avversità, lotte… tutto per cercare di impedire che egli compia  le opere della luce.


Coloro che non amano Dio, ma vivono nel disordine morale, compresa la sete di potere, e compiono  ogni sorta di cattive azioni, digrignano i denti perché desiderano molte cose e non riescono a possederle, invidiano e non riescono ad ottenere nulla, combattono contro il giusto e lo provocano in tutti i modi, per gelosia e spirito di contesa.


Ma chi chiede a Dio per soddisfare i propri piaceri, non ottiene nulla. E se talvolta  accumula, poi disperde.


Che fece Gesù quando il tentatore gli fece questa proposta? “Ti darò tutti i Regni della terra, se prostrandoti, mi adorerai…” Gesù, fermamente rispose “Vattene satana…” Poi con gli uomini fu sempre misericordioso e mite, ce lo dice lui stesso con le parole “Fate come me, che sono mite e umile di cuore” Solo a Pietro darà l’appellativo di satana, quando cercherà di dissuaderlo dalla sua missione che ha come conclusione provvisoria l’infamante  morte di croce.



Lettura per Domenica 01/10/2006

Maria, Regina degli Apostoli, prega per noi


 


PREGHIERA


Santa Maria, serva della Parola,


serva a tal punto che,


oltre ad ascoltarla e custodirla,


l’hai accolta incarnata nel Cristo,


aiutaci a mettere Gesù


al centro della nostra vita.


Fa’ che ne sperimentiamo


le suggestioni segrete.


Dacci una mano


perché sappiamo essergli fedeli


fino in fondo.


Donaci la beatitudine di quei servi


che egli, tornando nel cuore della notte,troverà ancora svegli


 


Lettura di domenica 1 ottobre   B


 


Rito romano Nm 11,25-29  Gc 5,1-6  Mc  9,38-43.45.47-48


Rito ambrosiano Nm 11,25-29  Gc 5,1-6  Mc  9,38-43.45.47-48


 


“Fossero tutti profeti nel popolo del Signore!”Queste le parole di Mosè.


E molto più tardi quelle di Gesù “Chi non è contro di noi è per noi”


Ogni persona di buona volontà può ricevere lo Spirito di Cristo e da questo stesso Spirito verrà spinto a farsi missionario del Vangelo in ogni ambiente in cui si trova a vivere e a operare. E’ sottointeso che chi annuncia il Vangelo lo deve aver assimilato così bene che tutti possono leggerlo nel suo stile di vita.



Lettura per Mercoledì 04/10/2006

Lettura di mercoledì 4 ottobre


 


FESTA DI S. FRANCESCO D’ASSISI (patrono d’Italia)


Gal 6,14-18  Mt 11,25-30


 


La caratteristica principale di Francesco d’Assisi fu certamente la sua grande libertà rispetto ai condizionamenti culturali del suo tempo e per questo potè mettere mano a riparare la Chiesa di Dio che stava andando in rovina.

Fu segnato, per Grazia, dalle stimmate e come prima di lui San Paolo, glorificò nel suo corpo la croce di Cristo e ne ringraziò il Signore, vivendo in perfetta letizia, in umiltà, e in armonia con tutte le creature. Egli continua, con il suo esempio, a sollecitare tutti noi perché usciamo dal conformismo imbelle, ci appropriamo della nostra vita e portiamo il buon profumo di Cristo nel mondo con le parole e le opere.

Lettura per Domenica 08/10/2006

Lettura di domenica 8 ottobre    B


Rito romano Gn 2,18-24  Eb 2,9-11  Mc 10,2-16


Rito ambrosiano Gn 2,18-24  Eb 2,9-11  Mc 10,2-16


 


Il Signore benedica tutti gli sposi


 


“Non è bene che l’uomo sia solo, perché Dio non è solo: Egli è Trinità.

Il suo Amore, lo Spirito Santo, deve poter essere il collante che fa di due singole vite, una sola realtà solidale. Dio entra nella storia degli sposi col suo amore misericordioso, per impedire  che a causa della debolezza umana, la durezza di cuore e il desiderio di separazione abbia il sopravvento. Chi attinge alla tenerezza di Dio, sarà capace a sua volta di esprimere tenerezza verso la persona con cui ha deciso di condividere il cammino della vita.

Lettura per Domenica 15/10/2006

Letture di domenica 15 ottobre    B


Rito romano Sap 7,7-11 Eb 4,12-13  Mc 10,17-30


Rito ambrosiano  Bar 3,24-28  2Tm 2,19-22  Gv 10,22-30


 


Donaci o Dio la sapienza del cuore


 


La sapienza del cuore è quello di cui abbiamo supremo bisogno per non rischiare di correre dietro a miraggi che il mondo presenta come traguardi di felicità. Sapienza è riconoscere le nostre debolezze per lasciarci salvare da Dio.Sapienza è abbandonare l’ambizione, l’avidità, l’egoismo per scegliere il bene comune. Sapienza è credere che nulla è impossibile a Dio e che solo da Lui possiamo ricevere ogni bene.



Lettura per Domenica 22/10/2006

Lettura di domenica 22 ottobre B


Rito romano Is 53,2-3.10-11  Eb 4,14-16  Mc 10,35-45


Rito ambrosiano Is 53,2-3.10-11  Eb 4,14-16  Mc 10,35-45


 


Signore abbiamo bisogno di te, senza di te non siamo nulla


 


Gesù, al contrario dei potenti di questo mondo, è venuto tra noi per servire, si è messo a disposizione per essere utile alla nostra vita. Egli conosce e comprende ogni nostro problema perché si è fatto uno di noi in tutto, compresa la tentazione, eccetto il peccato. Possiamo accostarci a Lui con fiducia se attraversiamo momenti di buio e di insicurezza,  certi di ricevere da lui l’aiuto necessario quando lo riterrà opportuno .



Lettura per Domenica 29/10/2006

Lettura di domenica 29 ottobre    B


Rito romano Ger 31,7-9  Eb 5,1-6  Mc 10,46-52


Rito ambrosiano Ger 31,7-9  Eb 5,1-6  Mc 10,46-52


 


Grandi cose ha fatto il Signore per noi


 

E’ questo il canto radioso di chi ha scoperto e sperimentato l’amore grande ed eterno di Dio nella propria vita. Egli solo sa infondere la gioia e la pace, il coraggio nelle avversità, la consolazione nella sofferenza, la perseveranza nella prova, ed è guida al nostro cammino perché il nostro piede non inciampi. La nostra speranza è speranza che non inganna perché  è riposta in Gesù, figlio del Padre, maestro di vita, salvatore del mondo che ci ha dato la prova vincendo la morte e risorgendo glorioso.

Lettura per Mercoledì 01/11/2006

Rito romano  Ap 7,2-4.9-14  1Gv3,1-3   Mt 5,1-12a


Rito ambrosiano Ap 7,2-4.9-14  1Gv3,1-3   Mt 5,1-12°


 


Guadagna la vita, chi la offre.


Essere santi: perché? Perché Dio è santo. Ciascun uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, realizza la sua identità profonda  quando con l’aiuto della grazia di Dio, mantiene e perfeziona la santità ricevuta con il battesimo. Chi non realizza questo scopo con lo sforzo personale e le opere buone, può provare un disagio interiore poiché non è riuscito a realizzare il progetto che Dio aveva su di lui.



Lettura per Giovedì 02/11/2006
Ricordiamo i fedeli defunti, nella certezza che essi vivono, perché “ Dio ha creato l’uomo per l’immortalità”. (Sapienza 1,13-15

Lettura per Domenica 05/11/2006

Rito romano Dt 6,2-6  Eb 7,23-28  Mc 12,28-34


Rito ambrosiano  Dt 6,2-6  Eb 7,23-28  Mc 12,28-34


 


Le letture di oggi ci parlano di un Dio che desidera comunicare con noi. Egli ci chiama “Ascolta!” Ma nel chiasso del mondo , dei messaggini, delle e-mail, delle TV satellitari, dei mega concerti, noi viviamo come storditi, capaci appena di ascoltare un poco noi stessi, qualche volta. E Dio ci chiama, perché vuole comunicarci quel benessere interiore  che fa accettare con serenità tutte le cose della vita.



Lettura per Domenica 12/11/2006

Rito romano 1 RE 17,10-16   Eb 9,24-28   Mc 12,38-44


Rito ambrosiano CRISTO RE  Dn 7,13-14  Ap 1,5-8  Gv 18,33-37


 


Offrire ciò che siamo e che abbiamo senza fatica, per onorare Dio, Padre nostro che desidera condividere con noi addirittura la sua stessa vita. Chi sa donare con gioia dimostra di avere grande fiducia in Dio perchè non si preoccupa del domani.



Lettura per Domenica 19/11/2006

Rito romano B    Dn12,1-3  Eb10,11-14.18  Mc 13,24-32


Rito ambrosiano  I DOMENICA DI AVVENTO  C    Ml 3,19-20   2 Ts 3,7-12  Lc21,5-19


 


Coloro che avranno indotto molti alla giustizia ( cioè a compiere la volontà di Dio),


risplenderanno come le stelle per sempre.


 

Il mistero della vita, della morte e della risurrezione, non potranno essere svelati né dalla scienza né dalla tecnica. Solo Dio ha il potere di far intuire il senso di questo mistero. Questa rivelazione è nella Parola di Dio che, nell’opera dello Spirito Santo, si rende al credente sempre più chiara e manifesta. La speranza, virtù cristiana, sorregge l’oggi e tende oltre verso il segreto di Dio. Prepariamoci a vivere questo avvento, questo tempo di attesa, nella certezza che Dio è vicino e vi vuole bene.

Lettura per Domenica 26/11/2006

Rito romano   CRISTO RE  B  Dn 7,13-14  Ap 1,5-8  Gv 18,33-37


Rito ambrosiano II DOMENICA DI AVVENTO   C  Zc 9,9-10  Gal 3,23-29 Lc 19,29-38


 


“…sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce.”


Pilato, che rappresenta il potere, domanda: “Che cos’è la verità?” Anche noi vorremmo saperlo. Ma Gesù tace: è il suo,  un invito esplicito a rileggere e a meditare le sue Parole.



Lettura per Domenica 03/12/2006

AVVENTO: continua il tempo prezioso che ci spinge a camminare in letizia verso l’incontro con Gesù


 



Rito romano  1 Avvento Ger 33,14-16  1 Ts 3,12.13  Lc21,25-28.34-36


Rito ambrosiano 3 Avvento Ger 33,14-16  1 Ts 3,12.13  Lc21,25-28.34-36


 


Maria, gestante dolcissima che ha accettato di offrire all’Eterno la pista di atterraggio nel tempo, ci aiuti a saper riflettere su come vivere l’attesa del Natale, vivendo in modo consapevole questo periodo di grazia preoccupandoci dell’essenziale; e sapendo mettere a frutto i talenti ricevuti per il bene comune,  spirituale e materiale. Pensosi e attivi, camminiamo e offriamo ciò che siamo e che abbiamo per dono di Dio, certi che nulla andrà perduto poiché  Dio conosce i cuori dei suoi figli.

E preghiamo…per tutte le necessità di chi soffre e per le difficoltà del tempo presente.

Lettura per Giovedì 07/12/2006

FESTIVITA’ S. AMBROGIO DI MILANO (340/397  vescovo, padre e dottore della Chiesa)


 


Gli abitanti di Milano sono chiamati “ambrosiani”, così è denominata la liturgia che la Diocesi celebra.


Eppure Ambrogio era probabilmente di origine orientale. Venne a Milano quando la madre, morto il marito, ritornò a Roma. La formazione di Ambrogio fu funzionale alla carriera amministrativa imperiale: infatti l’impero aveva la sua sede a Milano. La fede nicena era contrastata dall’eresia ariana. I fedeli si ritrovavano in turbolente assemblee cui presenziava Ambrogio come tutore dell’ordine pubblico. Il prestigio, la vita integerrima di Ambrogio era nota a tutti. Il seggio episcopale era vacante e fu una voce ( si narra di un fanciullo) che, esprimendo la volontà popolare, gridò “Ambrogio Vescovo!” Ambrogio, pur cristiano ma ancora catecumeno, cercò di sfuggire all’incombenza. Ma il  Signore lo aveva scelto e ben presto lo guidò a attrezzarsi di quelle  conoscenze che gli mancavano e arricchì a tal punto  il suo spirito,  che fu in grado di rigenerare la spiritualità del clero e del popolo cristiano con valori testimoniali forti, come la ridistribuzione della ricchezza, a partire dalla propria. La sua predicazione fu sempre incardinata sulla Parola di Dio. Pensiamo che anche  il grande Agostino si convertì al cattolicesimo  dopo aver ascoltato la predicazione di Ambrogio.

La vita e le opere del santo che oggi ricordiamo, ci diano il senso del primato dei progetti di Dio rispetto ai nostri, sicuri che se felicemente accetteremo di servire il Signore Egli supplirà alle nostre debolezze e incapacità, così da riuscire a farci compiere degnamente quel bene che Egli vuole.

Lettura per Venerdì 08/12/2006

Maria: donna scelta e santificata dalla Trinità per il servizio di essere Madre del Figlio di Dio incarnato e Madre della Chiesa. E’ la persona redenta nel modo più perfetto, cui tutti noi che, faticosamente in mezzo a pericoli e affanni,  percorriamo la via che conduce a Dio, dobbiamo saper guardare a lei come a un modello purissimo di virtù, di abbandono nella fede  alla provvidenza misericordiosa di Dio, colma di grazia per la carità , l’accoglienza, la tenerezza, l’ascolto, il servizio, il coraggio,  la perfetta santità.


Nel 1854 la Chiesa cattolica pronunciò il dogma (che la devozione popolare già affermava), con queste parole “…la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale”(DS n. 2803)


“Regina degli Apostoli, prega per noi!”


 



Lettura per Domenica 10/12/2006

Rito romano       II domenica di Avvento  Bar 5,1-9  Fil 1,4-6.8-11  Lc 3,1-6


Rito ambrosiano IV domenica di Avvento  Bar 5,1-9  Fil 1,4-6.8-11  Lc 3,1-6


 


Grandi cose ha fatto il Signore per noi


 


L’ invito che la Parola di Dio ci fa oggi è quello di saper vedere con ottimismo  le fatiche superate con l’aiuto di Dio, il male sconfitto, la gioia ritrovata per il dono dello Spirito Santo.

In questo avvento camminiamo nella luce, in compagnia di uomini e donne già passati e già vicini a Dio che ci seguono in questo pellegrinaggio terreno. Bellissime e consolanti  le parole di Paolo agli Efesini che sono rivolte anche a noi  “Prego sempre con gioia per voi a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del Vangelo…e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi questa opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo.”

Lettura per Domenica 17/12/2006

Rito romano   III di Avvento          Sof 3,14-18a    Fil 4,4-7   Lc 3,10-18


Rito ambrosiano  V di Avvento       Sof 3,14-18a    Fil 4,4-7   Lc 3,10-18


 


Alleluia:viene in mezzo a noi il Dio della gioia


 


“Gioisci…esulta…rallegrati…Il Signore nostro Dio in mezzo a te è un salvatore potente.”


“Rallegratevi nel Signore, sempre….Non angustiatevi per nulla….la pace custodirà i vostri cuori…”

Il Vangelo è la “buona notizia” che per le sante piaghe di Gesù, noi siamo stati guariti. E allora abbiamo deciso di abbandonare la strada vecchia per vivere, in un cammino di liberazione, la buona notizia. Che dobbiamo fare per proseguire il cammino ? Vivere i tratti della giustizia, della solidarietà, della fraternità con gesti concreti, senza attaccamento a ciò che è nostro, perché tutto è di Dio.

Lettura per Domenica 24/12/2006

 


Aiutaci a sperare, Maria!


 


Rito romano       IV di Avvento          Mic 5,1-4a    Eb.10,5-10  Lc 1,39-48


Rito ambrosiano  V di Avvento        1Sam 7,1-5.8-12.14.16  Rm 16,25-27  Lc 1,26-38


 


La visita di Maria ad Elisabetta si conclude  con il Magnificat “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva…”


Da questa espressione, possiamo riscoprire un aspetto importante del mistero natalizio: la festa degli umili. Di coloro cioè che hanno accesso limitato alla novità della cultura che sono i mezzi di comunicazione sociale, perché facenti parte di un mondo che non ha sufficienti  risorse.


Betlemme era un posto di povera gente, eppure lì si è verificato un avvenimento che ha inciso profondamente nella storia.


Oggi, a noi  “i potenti” - che sappiamo usare il computer- , la Chiesa chiede di collaborare a portare il Vangelo nelle culture del mondo.

“E’ difficile Signore!”Ci viene da esclamare. Tuttavia se Dio ha permesso che la tecnica arrivasse a noi, proprio a noi, probabilmente chiedeva che la usassimo bene, per far conoscere il Vangelo a chi non lo conosce. Perciò senza paura, confidiamo nella potenza dello Spirito Santo: sarà Lui a istruirci e a guidare le nostre parole e le nostre opere.

Lettura per Lunedì 25/12/2006

NATALE DEL SIGNORE


 


Oggi è nato per noi il Salvatore


 


Rito romano            Is 52,7-10  Eb 1,1-6  Gv 1,1-18


Rito ambrosiano       Is 9,1-3.5-6 Tt  2,11-14  Lc  2,1-14


 


Sentinelle del mattino, alziamo la voce, per gridare di gioia: “Lo adorino tutti!”


Il Verbo divino, della stessa sostanza del Padre, l’erede di tutte le cose, è atterrato su questo minuscolo pianeta, nel grembo minuscolo di una Vergine, in una minuscola capanna e nel nostro minuscolo cuore. E’ venuto ad abitare in mezzo a noi e poi, da risorto, restarci per sempre. Parafrasando S. Paolo ci viene da dire: “Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?” E’ una gioia interiore che nessuno ci può togliere; Lui  è una compagnia perenne, fedele sempre, che nessuno può allontanare da noi, anche quando siamo feriti, incompresi, ricusati.


Cristo parla al nostro cuore con il Suo Verbo santo, ci consola,  ci istruisce, ci illumina, ci corregge, ci guida su retti sentieri per amore del suo nome.


Cristo è la nostra forza e la nostra speranza. Ecco, la gioia di Natale che possiamo comunicare alle persone di buona volontà che desiderano condividerla.



Lettura per Domenica 31/12/2006

 


Siamo figli, ma ciò che saremo non è ancora rivelato  


 


Rito romano      1Sam 1,20-22.24-28  1Gv 3,1-2.21-24   Lc 2,41-52


Rito ambrosiano Is 12,1-6  1Gv 1,5-22  Mt  2,13-15.19-23


 


Abbiamo mai riflettuto che facciamo parte della famiglia di Dio, anche noi che siamo a nostra volta famiglia? E’ ben giusto che noi madri abbiamo lo stesso atteggiamento delle donne sante dell’Antico Testamento, cioè saper offrire a Dio (mettere sotto la tutela di Dio) i nostri figli. Non c’è nessuno che appartenga a se stesso: siamo figli, dunque apparteniamo a Dio! Chi meglio di Lui, si curerà di noi? arroganti creature che siamo: eppure sappiamo che viviamo perché Lui lo vuole, che compiamo delle opere perché Lui lo consente, che esprimiamo la sua  lode perché Lui ci ispira. E anche i nostri affetti più cari, noi li  percepiamo perché scaturiscono da Lui, fonte divina di ogni amore.


Che bella è,  la famiglia cristiana!



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