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Archivio Riflessioni spirituali Online
Anno:
Lettura per Mercoledì 01/01/2003
"Il bambino cresceva, pieno di sapienza" Rito romano: Num 6,22-27; Gal 4, 4-7; Lc 2,16-21 Rito ambrosiano: Num 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2, 16-21
Il cuore di madre si esprime nei gesti di tenerezza che guarda la vita nata da lei come dono sublime di cui avere provvidente cura. Alla Madre di Dio affidiamo questo nuovo anno e chiediamo di intercedere presso Dio affinché doni sapienza a coloro che governano le nazioni e prevalga in tutti il desiderio di pace.
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Lettura per Mercoledì 01/01/2003
MEDITAZIONI su letture di domenica 11 luglio 2010 C
Rito Romano e Rito Ambrosiano
"Signore, da chi andremo?Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio"
Come Pietro. Non possiamo che confermare con tutto il nostro cuore questa fede. Tutto il resto passa, tutto è vanità come ci ricordano le Scritture. Noi sappiamo con certezza che il nostro amare, soffrire, operare su questa terra è come l’affannarsi delle rondini per preparare il nido: ma sappiamo anche che noi non stiamo preparando un nido sulla terra, ma che il nostro desiderio sarebbe di preparacene uno degno per il Cielo. Noi non abbiamo questo potere perchè la nostra vita tutta intera è nelle mani di Dio che la giudicherà con giustizia e misericordia e Gesù risorto è andato a prepararci un posto affinchè dove Lui è, possiamo essere anche noi. Noi speriamo tanto di ritrovarvi lì tutti gli affetti puri che abbiamo vissuto sulla terra.
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Lettura per Mercoledì 01/01/2003
Rito romano Pro 9,1-6 Ef 5,15-20 Gv 6,51-58
Rito Ambrosiano Pro 9,1-6 Ef 5,15-20 Gv 6,51-58
Perché Gesù, oltre al pane della vita vuole offrirci anche il suo sangue? (Nell’ostia è presente il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Cristo)
Nella mentalità della Bibbia, il sangue era considerato la sede della vita. Bere il sangue aveva
il senso di mangiare la vita, che è sacra e appartiene solo a Dio. Il versamento del sangue è segno plastico di tutto il dolore della terra e della morte. Donandoci il suo sangue, Gesù con la sua morte, ci dona ciò che essa ci ha guadagnato: il perdono dei peccati, il dono dello Spirito Santo. Inoltre, perché Gesù ha scelto insieme al pane anche il segno del vino?Il salmo 104 spiega che “il vino allieta il cuore dell’uomo”; il vino rappresenta l’allegria nella vita, per questo Gesù ha scelto il vino, per santificare la gioia. Inoltre, nei Vangeli, il vino nuovo, rappresenta il banchetto messianico. Ma come è possibile che lo stesso segno, rappresenti in quanto sangue la sofferenza e in quanto vino la gioia? Se ci pensiamo bene, anche nell’esperienza umana vi è un misterioso rapporto tra amore e sacrificio. Si pensi al dolore del parto e poi alla gioia della venuta alla luce del bambino. Gioie, dopo il dolore, di cui non renderemo mai abbastanza “grazie a Dio”. Tuttavia le gioie presenti, ci ricorda San Paolo, sono nulla in confronto alle gioie future che ci attendono in paradiso.
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Lettura per Domenica 05/01/2003
"Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" Rito romano: Sir 24,1-4.8-12; Ef 1,3-6.15-18; Gv. 1,1-18 Rito ambrosiano: Sir 24,1-4.12-16; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18
Il Verbo, che esisteva fin dal principio e per mezzo del quale tutto è stato fatto, è venuto ad abitare in mezzo a noi. Nella meditazione del mistero dell'incarnazione, abbiamo l'opportunità di riflettere che siamo famiglia di Dio "il quale ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale in Cristo".
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Lettura per Lunedì 06/01/2003
"Siamo venuti dall'oriente per adorare il re" Rito romano: Is 60,1-6; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12 Rito ambrosiano: Is 60,1-6; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2, 1-12
Manifestazione del Signore, festa missionaria: preghiamo per tutte le genti perché sappiano alzare lo sguardo per vedere Gesù e il suo amore per tutti gli uomini - a qualunque popolo appartengano - e si lascino trasformare dalla sua luce.
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Lettura per Domenica 12/01/2003
"Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto" Rito romano: Is 55,1-11; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11 Rito ambrosiano: Is 42,1-4.6-7; At 10,34-38
Gesù non prende le distanze dalla gente perché è venuto per servire l'umanità con un Battesimo di sangue. Accoglie per ora il battesimo d'acqua di Giovanni, per cominciare a chiedere perdono per noi al Padre. Da qui ha inizio la sua missione. Da quel momento tutti sapranno che Egli è venuto ad instaurare un'alleanza nuova e perfetta che si realizza per la fede con un nuovo Battesimo, nell'acqua e nello Spirito Santo: sta a noi non incrinarla con il peccato. Se ci faremo aiutare dallo Spirito, saremo capaci di accogliere e mettere in pratica la Parola di Dio e dare buoni frutti.
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Lettura per Domenica 19/01/2003
"Videro dove abitava e si fermarono presso di lui." Rito romano: 1 Sam 3,3b-10.19; 1Cor 6,13c-15a. 17-20; Gv 1,35-42 Rito ambrosiano: 1Sam 3,3-10.19; 1Cor 6,13-15. 17-20; Gv 1,35-42
Il Signore chiama: il discepolo acconsente all'iniziativa divina pur senza sapere dove ciò potrà condurlo. Sarà una scoperta attraverso una esperienza nel corso della vita di ciascuno. Dall'incontro con il Signore nascerà la fiducia per camminare e collaborare con Lui per condurre la famiglia umana a vivere secondo il Suo progetto d'amore.
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Lettura per Domenica 26/01/2003
"Convertitevi e credete nel Vangelo." Rito romano: Giona 3,1-5; 1Cor 7,29-31; Mc 1, 14-20 Rito ambrosiano: Sir 3,2-6.12-14; Col 3,12-21
Sospinti dalla forza dello Spirito, impariamo ad elevarci al di sopra di tante cose terrene di cui ci occupiamo, di tanti idoli che inseguiamo e che possono diventare impedimento ad alzare gli occhi al cielo. Tutte le cose della nostra vita sono relative al fine ultimo: altrimenti la nostra esistenza non avrebbe senso.
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Lettura per Domenica 02/02/2003
"I miei occhi hanno visto la tua salvezza" Rito romano: Ml 3,1-4; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40 Rito ambrosiano: Ml 3,1-4; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40
Gesù si sottomette alla circoncisione, in uso presso il popolo al quale appartiene umanamente in linea genealogica. In questo ha dimostrato di volersi rendere in tutto simile ai fratelli. E' questo il primo atto cultuale di Gesù, nella città santa, a cui Egli annette grande importanza come luogo dell'evento pasquale e punto di partenza della sua missione.
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Lettura per Domenica 09/02/2003
"Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là" Rito romano: Gb 7,1-4.6-7; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39 Rito ambrosiano: Gb 7,1-4,6-7; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39
Gesù si è fatto debole per salvare ogni uomo e tutto l'uomo. Con la sua Parola guarisce la nostra libertà ferita. Come discepoli di Gesù eseguiamo l'incarico che ci è stato affidato facendoci servi di tutti, senza preferenze di persone, per attirare quanti più fratelli possibile a corrispondere all'amore di Dio (At. 10,34)
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Lettura per Martedì 11/02/2003
"Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione" Rito romano: Gn 1,20-2.4a; Mc 7,1-13 Rito ambrosiano: Gn 1,20-2,4; Mc 7,1-13
La festa della Vergine di Lourdes ci ricorda che Dio l'ha voluta sua corredentrice. Ci ricorda anche che Dio Creatore ha dato alla donna uno specifico ruolo di accoglienza nel Suo disegno di edificare la civiltà dell'amore. La vera religiosità e sequela del Signore si esprime a livello del cuore e nell'amore verso il prossimo. Maria ci insegna che non può esserci separazione tra fede e vita.
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Lettura per Domenica 16/02/2003
"Gesù mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: -Lo voglio, guarisci!-" Rito romano: Lv 13,1-2.45-46; 1Cor 10,31-11,1; Mc 1,40-45 Rito ambrosiano: Lv 13,1-2.45-46; 1Cor 10,31-11,1; Mc 1,40-45
Gesù guarisce il lebbroso. La lebbra è similitudine dei nostri peccati. La permanenza nel peccato logora e corrode l'integrità della persona che consciamente o inconsapevolmente provoca il contagio del prossimo. Solo Gesù è in grado di guarire la nostra anima.
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Lettura per Domenica 23/02/2003
"Il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati" Rito romano: Is 43,18-19.21-22.24b-25; 2Cor 1,18-22; Mc 2,1-12 Rito ambrosiano: Is 43,18-19; 2Cor 1,18-22; Mc 2,1-12
Gesù, con la guarigione del paralitico e con le parole pronunciate come premessa al miracolo "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati" afferma di essere Dio e di avere il potere di perdonare i peccati. La malattia che ha bisogno di guarigione è soprattutto quella dell'anima. Le letture di oggi ci invitano a credere nell'amore incommensurabile di Dio Padre che, per mezzo del Figlio, vuole rigenerarci per darci la gioia senza fine.
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Lettura per Domenica 02/03/2003
"La lettera uccide, lo Spirito dà la vita" Rito romano: Os 2,16.17b.21-22; 2Cor 3,1b-6; Mc 2,18-22 Rito Ambrosiano: Os 2,16.17.21-22; 2Cor 3,1-6; Mc 2,18-22
Le letture ci invitano a credere nell'amore grande del Signore verso di noi, pari a quello di uno sposo verso la sua sposa. S. Paolo ci invita a riflettere sul ruolo che ogni cristiano è chiamato a svolgere e della grande responsabilità che ne deriva. Infatti siamo lettera di Cristo scritta non da noi, ma dallo Spirito del Dio vivente e letta poi dagli uomini. Dobbiamo ricordare che la novità del messaggio di vita e di amore di Gesù, ha necessità di essere custodita in cuori nuovi, di persone che riconoscono in ogni momento la loro povertà e lasciano che sia Dio a riempire i loro cuori, quali "otri nuovi" del vino nuovo del Vangelo.
------------------------------------------------------------------ RICORDIAMO CHE MERCOLEDI’ 5-03-2003 per il rito romano e’ il mercoledì delle ceneri. Il Santo Padre chiede a tutti i cristiani di dedicare questo giorno al digiuno e alla recita del S. Rosario, per impetrare da Dio IL DONO DELLA PACE. RICORDIAMO inoltre che per il rito ambrosiano tutti i venerdì di Quaresima sono aneucaristici. ------------------------------------------------------------------
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Lettura per Domenica 09/03/2003
I di Quaresima
"Convertitevi e credete nel Vangelo" Rito romano: Gn 9,8-15; 1Pt. 3,18-22; Mc 1,12-15 Rito ambrosiano Is 58,4-10; 2Cor 5,18-21.6,1-2M; Mt 4,1-11
Gesù, Dio vero e vero uomo, viene tentato da Satana nel deserto. Il deserto è immagine di luogo non soltanto solitario dove poter meditare, ma anche di luogo infido dove non vi sono rifugi e dove la vita è dura e difficile. Potrebbe essere immagine anche del nostro deserto del cuore, quando prendono dimora in noi, asprezza, delusione, noia, disperazione. Gesù, in questo contesto, dimostra di possedere una fortezza inaudita per prepararsi con determinazione alla battaglia finale sulla croce. Debole nella carne, come ogni uomo, respinge le tentazioni che lo assalgono e in tal modo invita anche noi a non lasciarci travolgere dalle facili suggestioni che con ingannevoli raggiri tentano di indurci al male, cioè a separarci da Dio.
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Lettura per Domenica 16/03/2003
II di Quaresima
"L'acqua viva del Battesimo ci ha rivestiti di Cristo perché viviamo da figli di Dio." Rito romano: Gn 22,1-2.9a 10-13.15-18; Rm 8,31b-34; Mc.9,2-10 Rito ambrosiano: Dt 5,1-2.6-21; Rm. 13,7-14; Gv 4,5-42
Gesù, attraverso il Battesimo, ci ha rigenerati. Ora ci chiede di fidarci di Lui anche nelle situazioni che ci sembrano più incomprensibili. Egli ha il potere di trasformare ciò che a noi in un primo momento sembra doloroso o contrario ai nostri desideri, in vita felice, migliore per noi e per quanti a noi sono collegati. Ci chiede di crescere nella fede, nella speranza, nella carità per poter partecipare un giorno alla gioia senza fine.
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Lettura per Mercoledì 19/03/2003
Festività di S. Giuseppe
Rito romano: 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Mt 1,16.18-21.24a Rito ambrosiano: 2Sam 7,4-5a.12-14a.16; Mt 1,16.18-21.24a
Da San Giuseppe dobbiamo imparare ad accogliere Dio e i suoi progetti con profondo spirito di obbedienza, con totale fiducia. San Giuseppe è immagine degli eredi di Dio per la fede perché è testimone per gli uomini di oggi dell'amore paterno di Dio verso i suoi figli.
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Lettura per Domenica 23/03/2003
III di Quaresima
Gesù, figlio di Dio, non è creduto dagli uomini.
Rito romano: Es 20,1-17; 1Cor 1,22-25; Gv 2,13-25 Rito ambrosiano: Es 34,4-10. Gal 3,6-14 Gv 8,31-59
Gesù chiede agli uomini di sforzarsi di vedere oltre le apparenze. Anche l'Eucaristia, di fronte ad occhi increduli, potrebbe apparire un segno insipiente. Debolezza di Dio che chiunque può calpestare. Ma ciò che appare debole, in Dio è sapienza e forza.
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Lettura per Domenica 30/03/2003
IV di Quaresima
Le tenebre e la luce
Rito romano: 2Cr 36,14-16.19-23; Ef 2,4-10; Gv. 3,14-21 Rito ambrosiano: Es 34,28-35; 2Cor 3,7-13.17-18; Gv 9,1-41
La cultura che "respiriamo" potrebbe essere ritenuta "tenebre" e noi cristiani rischiamo di comportarci come figli delle tenebre, vivendo per conseguire obiettivi esclusivamente materiali. Ponendoci in ascolto serio del Vangelo potremo ritrovare i valori che contano, il giusto peso da dare alle cose, la relazione con gli altri, la solidità delle nostre famiglie, la gestione del nostro tempo, i corretti comportamenti pubblici, ecc.
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Lettura per Domenica 06/04/2003
V di Quaresima
Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.
"Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me."
Rito romano: Ger 31,31-34; Eb 5,7-9; Gv 12,20-33 Rito ambrosiano: Es 14,21-30a; Ef 2,4-10; Gv 11,1-45
Le letture alludono all'elevazione del Cristo sulla croce, alla sua morte e alla sua risurrezione. Elevato sulla croce, Gesù apparirà agli occhi di tutti come il salvatore del mondo. Il crocifisso che noi contempliamo e adoriamo è un appello a tutti gli uomini verso l'unità di tutto il genere umano.
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Lettura per Domenica 13/04/2003
Domenica delle Palme
"Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!"
Rito romano: Is 50,4-7; Fil 2,6-11; Mc 11,1-10 Rito ambrosiano: Zc 9,9-10; Rm 15,7-13; Gv 12,12-16
Facciamo spazio all'accoglienza integrale dell'esistenza di Gesù per trovare il senso della fede e della vita. Come i bambini che hanno osannato Gesù, riconosciamolo anche noi con un atteggiamento di adorazione e di lode.
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Lettura per Giovedì 17/04/2003
TRIDUO PASQUALE 17-18-19/04/2003 GIOVEDI SANTO
La cena del Signore: Gesù istituisce i sacramenti dell'eucarestia e del sacerdozio e da il comandamento nuovo dell'amore.
Rito romano: Es 12,1-8.11-14; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15 Rito ambrosiano: Gn 1,1-6;2,1-11;3,1-5.10; 1Cor.11,20-34; Mt.26,17-75
"Prendete e mangiate: questo è il mio corpo."
Gesù invita a nutrirci di Lui per essere capaci di condividere la vita come ha fatto Lui. Anche i nostri gesti di carità non devono limitarsi a una donazione senza affezione e partecipazione. "Condivisione" è ciò a cui ci chiama Gesù quando ripete "misericordia io voglio, non sacrificio!" (cfr Mt 12,7). "Mi sarete testimoni [...]" "Anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri." Gesù ci invita a farci servi gli uni degli altri per amore. "Fate questo in memoria di me." Gesù inaugura la successione apostolica e il sacerdozio ministeriale. Egli conosce il bisogno degli uomini di continuare a nutrtirsi di Lui.
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Lettura per Venerdì 18/04/2003
TRIDUO PASQUALE 17-18-19/04/2003 VENERDI SANTO
La passione del Signore.
Rito romano: Is 52,13-53,12; Eb 4,14-16;5,7-9; Gv 18,1-19,42 Rito ambrosiano: Is 49,24-26;50,1-11; Is.53,1-12; Mt.27,1-56
Per comprendere la realtà della passione è necessario considerare che essa è anche la glorificazione del "figlio dell'uomo" che è elevato per attirare tutti a sé. Gesù, vero Dio e vero uomo, condivide la passione dell'uomo che passa attraverso il dolore e la morte più atroci. Si pone contro Dio chi lo ritiene autore del dolore e della morte. E' certo che Dio non ha voluto che il dolore entrasse nel mondo poiché Egli ben conosceva che ne sarebbe stato vittima. Invece Dio, in Cristo, ha voluto dimostrare il suo amore anche per coloro che non lo amano, condividendo la sorte sventurata di chi per libera scelta introduce il male nel mondo. Dopo averne subito ogni conseguenza, Dio ne esce vittorioso poiché la sorte di Cristo e di coloro che sono suoi, sono la risurrezione e la vita.
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Lettura per Sabato 19/04/2003
TRIDUO PASQUALE 17-18-19/04/2003 SABATO SANTO
Veglia pasquale
Rito romano: Gn 1,1-2,2;22,1-18; Rm 6,3-11; Mc 16,1-8 Rito ambrosiano: aliturgico.
"E' risorto. Non è qui." Gesù si manifesta ripetutamente ai discepoli resuscitato dai morti. E' questa la notte della luce che vince le tenebre e che nella liturgia manifesta la meraviglia di un evento che cambia la storia dell'uomo. Come afferma San Paolo apostolo: "Noi non morremo tutti, ma saremo trasformati", così come Gesù apparendo ai discepoli dimostrò di essere un corpo trasformato.
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Lettura per Domenica 20/04/2003
DOMENICA DI PASQUA
"Entrò nel sepolcro [...] vide e credette." "Va' dai miei fratelli, e di' loro [...]"
Rito romano: At 10,34a.37-43; Col.3,1-4; Gv 20,1-9 Rito ambrosiano: At 4,32-35; 1Cor.15,3-10a; Gv 20,11-18
La Pasqua è passaggio dal buio alla luce, dalla mancanza di fede alla fede, dalla morte alla vita. Il discepolo, entrando nel sepolcro vuoto, vide solo delle bende piegate ordinatamente [...] eppure credette. La donna invece vide Gesù risorto e udì le sue parole che la invitavano ad annunciare la sua Pasqua. Tutti i cristiani, uomini e donne, sono invitati da Gesù ad annunciare la lieta notizia della risurrezione. E saranno beati, come disse Gesù all'apostolo Tommaso l'"incredulo": "beati coloro che senza aver visto, crederanno.".
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Lettura per Domenica 27/04/2003
Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore.
Rito romano: At 4,32-35;1Gv 5,1-6; Gv.20,19-31 Rito ambrosiano: At 4,32-35; 1Gv.5,1-6; Gv.20,19-31
"Pace a voi!" "[...] E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo 'Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi'." "[...] Ricevete lo Spirito Santo [...]".
"Beati quelli che pur non avendo visto crederanno". Così ha detto Gesù a Tommaso. Anche noi, quindi, venti secoli dopo, siamo beati ogni volta che, pur non avendo visto, crediamo e operiamo per la diffusione del vangelo. Inoltre, Gesù incarica coloro che intendono seguirlo a continuare la sua opera di annuncio e di condivisione. Con l'effusione dello Spirito darà loro la forza e il coraggio di affrontare ogni situazione.
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Lettura per Domenica 04/05/2003
I due discepoli di Emmaus. L'esperienza di "stare con Gesù" li renderà testimoni della sua morte e risurrezione presso tutte le genti.
Rito romano: At 3,13-15.17-19; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48 Rito ambrosiano: At 3,13-15.17-19; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48
"Avete ucciso l'autore della vita..." Sono le parole di Pietro dopo la morte e risurrezione di Gesù. Sono parole anche per noi oggi, che spesso tendiamo ad ignorare la gravità del nostro cattivo operare. "Pentitevi e cambiate vita..." Il nostro stile di vita, fondato sul comandamento dell'amore di Gesù, sia la trasparente testimonianza che noi abbiamo conosciuto il Risorto e viviamo la Sua vita.
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Lettura per Domenica 11/05/2003
Gesù, il buon Pastore, offre la sua vita perché possiamo credere all’amore sconfinato di Dio per noi.
Rito Romano: At 4,8-12; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18 Rito Ambrosiano: At 4,8-12; 1Gv. 3,1-2; Gv 10,11-18
Gesù disse: "Io sono il buon Pastore. Il buon Pastore offre la vita per le pecore (...) e ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore". Il riconoscere la voce di Gesù non deriva da un proccesso intellettuale, ma dalla "esperienza" di un incontro. Gesù esprime chiaramente la sua determinazione a cercare e a condurre "altre pecore" perché diventino un solo gregge: da qui il concetto di missione e di testimonianza nei confronti di coloro che non lo conoscono ancora.
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Lettura per Domenica 18/05/2003
"Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto" Rito romano: At 9,26-31; 1Gv 3,18-24; Gv15,1-8 Rito ambrosiano: At 9,26-31; 1Gv 3,18-24; Gv15,1-8
Le letture di oggi esprimono il desiderio di Gesù, che stiamo con Lui e in Lui. . Infatti senza di Lui, noi non possiamo far niente. Rimanere nel suo amore è la condizione perché possiamo portare molto frutto e il nostro frutto rimanga. Rimanere in Gesù come vite feconda ci fa Chiesa; come i tralci innestati nella vite estendono i loro rami, così la comunità si fa più grande. Alimentarci di Gesù nella sacra Eucaristia e nel nutrici della Sua Parola. Lo Spirito ci renderà sempre più simili a Lui, nel pensare, nello scegliere, nell’agire... abbandoniamo il nostro personalismo che chiamiamo dignità, ma che è spesso orgoglio, e lasciamoci fare da lui. Nelle mani di tale vasaio diventeremo un’opera d’arte.
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Lettura per Venerdì 23/05/2003
MEDITAZIONE DOMENICA 23 MAGGIO 2010 C
Festa di Pentecoste
Rito Romano e Rito Ambrosiano
O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
Lo Spirito di Dio ha risuscitato Cristo, ha partecipato alla creazione del mondo e sarà l’artefice della nuova Creazione. Anche noi siamo giustificati per la fede e per l’opera dello Spirito Santo.
Le nostre labbra sarebbero serrate, se lo Spirito non ci suggerisse che cosa dire. E’ Lui, lo Spirito, l’amore che Dio ha riversato nei nostri cuori. E’ lo Spirito che ci fa intuire ciò che la nostra mente non è capace di comprendere. Eppure per i cristiani, particolarmente per i cattolici, lo Spirito Santo è il grande sconosciuto. Basterebbe che sapessimo parlare di Amore per dire chi è lo Spirito Santo,
perché solo l’amore crea, salva, lenisce, libera, promuove, feconda, rende possibile la comunione fra persone in questa vita e la comunione dei santi nell’altra. Benedetta fra le donne la Vergine Maria che ha conosciuto la potenza dello Spirito Santo nella pienezza. Tutti noi, Chiesa, possiamo imparare a invocare con Lei lo Spirito su noi e le nostre famiglie, nel nome del Padre e del Figlio, e cantare il nostro Magnificat per lodare Dio e ringraziarlo con gioiosa riconoscenza.
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Lettura per Domenica 25/05/2003
"Pietro...disse loro: In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto."
Rito romano: At 10,25-27.34-35.44-48; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17 Liturgia ambrosiana: At 10,25-27.34-35.44-48; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17
Al centro del messaggio, l'amore universale del Padre per ogni uomo. Gesù, in tutto simile al Padre, con il comportamento e le parole ha rovesciato tutti i particolarismi e tutte le chiusure. Quindi esaminiamo il nostro modo di rapportarci agli altri. Per esempio se affermiamo "Io sono di questa nazione" quasi fosse un privilegio, potrebbe nascere la limitata coscienza razziale. Se affermiamo orgogliosamente "Io sono di questa famiglia" potrebbe nascere la coscienza di clan. Oppure se affermiamo in opposizione ad altre fedi "Io sono di questa religione" potrebbe nascere la coscienza di ghetto. Chi ha invece amore e rispetto per tutti, come ha fatto Cristo, come vuole Cristo, assurge a un piano di piena libertà e universalità. E' libero dai vincoli dell'anima di gruppo, dal gregarismo. "Cristo ci ha liberati perchè restassimo liberi, state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù" (Gal 5,1)
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Lettura per Domenica 01/06/2003
Ascensione del Signore. Che cosa vuol dire ascensione? Risponde S. Paolo Apostolo (1Cor)"Che cosa significa "asceso" se non che prima "discese"? Gesù si fa uomo per divinizzarci, poi fa ritorno verso la completa dimensione della divinità e la sua umanità è assunta nella gloria.
Rito romano: At 1,1-11; Ef.4,1-13; Mc 16,15-20 Rito ambrosiano: At 1,1-11; Ef 1,17-23; Mc 16,15-20
L'ascensione di Cristo al Cielo prelude a un avvenimento così importante da concludere una fase della storia della salvezza per dare inizio ad un'altra. Cristo che opera attraverso la comunità, la Chiesa. " Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo". Questa ascesa di Cristo ci fa ravvisare il nostro destino futuro che Egli conosce e prepara. Egli resta presente come fonte viva cui possiamo attingere, in particolare nel Battesimo e nell'Eucaristia, perché possa scorrere in noi il flusso dell'amore che viene da Dio. E' questo amore che anima i nostri cuori a cercare libertà, dignità, giustizia con responsabilità per contribuire a costruire un mondo più giusto ed unito. Questi sono "misteri della fede". Empiricamente noi possiamo solo vedere i frutti della vite feconda e invisibile cui siamo uniti.
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Lettura per Domenica 08/06/2003
Festività di Pentecoste
"Dio dà lo Spirito a coloro che lo chiedono"
Rito Romano: At 2,1-11; Ga 5,16-25; Gv 15,26-27;16,12-15 Rito Ambrosiano: At 2,1-11; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23
Diventare bocca di "poveri" che invocano la forza dello Spirito e che, non in forza di maestri umani e dell'intelligenza propria, ma con la forza sovrumana di Cristo che supera tutte le attese, i discepooli riescono a fare scelte di fraternità, amano il loro posto nella vita, riconoscono i loro beni spirituali e materiali come ricevuti da Dio e sanno dare quello che altri non possono o non vogliono dare, con grande gioia, fiducia, pace, nella testimonianza di Lui. Se cammineremo secondo lo Spirito, saremo veramente liberi di accogliere tutti come fratelli.
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Lettura per Domenica 15/06/2003
Festività della SS. Trinità
"Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (dalla liturgia).
Le parole del segno di croce, il primo modo di balbettare la fede da bambini. "Parlami d'amore, Gesù, Tu che con il Padre e lo Spirito Santo sei Amore!"
Rito romano: Dt 4,32-34.39-40; Rm 8,14.17; Mt 28,16-20 Rito ambrosiano: Dt 4,32-34.39-40; Rm 8,14.17; Mt 28,16-20
La SS. Trinità è mistero insondabile. Eppure, misteriosamente, si fa percepire da chi cerca la comunione con il Padre e con il Figlio e si lascia trasfigurare dallo Spirito Santo. Gesù, istituendo l'Eucaristia, ha come obiettivo quello di fare della famiglia umana, frammentata e dolente, una comunità salvata, piena di gioia e di amore, in relazione costante con la SS. Trinità, espressione di unità perfetta che vive con e per questo uomo, spesso ignoto a se stesso, ma destinato ad essere come Dio per grazia e a regnare nella città di Dio.
Possiamo riuscire a vivere e a testimoniare tra i fratelli che la SS. Trinità inabita in noi in quei luoghi della vita dove siamo chiamati a farci prossimo.
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Lettura per Domenica 22/06/2003
FESTA DEL CORPUS DOMINI
“Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” Rito romano: Es 24,3-8; Eb 9,11-15; Mc 14,12.16,22-26 Rito ambrosiano: Es 24,3-8; Eb 9,11-15; Mc 14,12.16,22-26
Nel chiuso delle chiese e dentro la vita di ogni giorno, il Signore è con noi. Ma abbiamo bisogno di nutrirci di Lui per diventare capaci di portare a compimento le nostre offerte dei sacrifici di ogni giorno. Gesù ha redento e redime le nostre intenzioni e le nostre opere, così noi possiamo affrontare le difficoltà e le prove con serenità perché siamo certi che Gesù è uno con noi. Camminare con Lui, ci dà sicurezza e consolazione.
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Lettura per Domenica 29/06/2003
FESTA DEI SANTI PIETRO E PAOLO
Gesù trasforma l’esistenza dei discepoli. Rito romano: At 12,1-11; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19 Rito ambrosiano: Sap 1,13-15; 2,23-24; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43
I due santi Apostoli ci testimoniano che in ogni istante della loro missione agli ebrei e ai gentili e compreso il momento del martirio, il Signore è stato loro vicino, ha dato loro un cuore libero e tanta forza. Essi hanno proclamato sempre con fermezza che Gesù era il Cristo, il Figlio di Dio a motivo della personale esperienza del rapporto con Lui. Lo Spirito Santo ricevuto in dono, ha fatto comprendere loro tutta l’ampiezza del mistero che stavano annunciando. Ogni cristiano, in comunione con la Chiesa universale, è chiamato a farsi missionario nei propri ambienti di vita, confidando nella forza dello Spirito che, se ricevuto, accolto, amato, darà sapienza gratuita, capacità di annuncio, fedeltà, nonostante la personale e riconosciuta insipienza.
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Lettura per Domenica 06/07/2003
XIV DEL TEMPO ORDINARIO
“Un profeta non è disprezzato che nella sua patria” Rito romano: Ez 2,2-5; 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6 Rito ambrosiano: Ez 2,2-5; 2Cor 12,7-10; Mc 6,1-6
Profeti del nostro tempo: se Gesù ti ha chiamato, ti ha scelto, non montare in superbia. Per essere veri discepoli è necessario riconoscere le proprie debolezze perché possa essere messa in luce la Grazia di Dio che opera in noi, nonostante tutto. Non mancheranno infermità, oltraggi, persecuzioni, angosce, rifiuti soprattutto delle persone più vicine a noi, ma fortemente uniti a Cristo attingeremo da Lui linfa vitale e la nostra debolezza diventerà forza. Possiamo osservare un grande profeta del nostro tempo: Giovanni Paolo II. Egli dimostra che nulla può impedirgli di portare a termine la sua missione.
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Lettura per Domenica 13/07/2003
XV DEL TEMPO ORDINARIO
"Benedetto sia Dio che ci ha scelti prima della creazione del mondo, predestinandoci.." Rito romano: Am 7,12-15; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13 Rito ambrosiano: Am 7,12-15; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13 Gesù cominciò a mandarli a due a due... Questo "a due a due" ci fa memoria di una espressione di Gesù che ci riportano i Vangeli "Se due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" Dunque la prima predicazione è la testimonianza dell’amore vicendevole dei discepoli.Quale grande consolazione! Non siamo inviati a mostrare i miracoli più belli, ma semplicemente ad annunciare con un comportamento coerente la gioia di essere cristiani. I nostri gesti devono essere come quelli di Cristo al quale siamo uniti: Gesti di liberazione dell’uomo dalle tante schiavitù del male, andando incontro alle più disparate necessità che si presentano nel corso degli eventi, degli incontri, della nostra storia.
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Lettura per Domenica 20/07/2003
XVI DEL TEMPO ORDINARIO
“Erano come pecore senza pastore” Rito romano: Ger 23, 1-6; Ef 2, 13-18; Mc 6, 30-34 Rito ambrosiano: Ger 23, 1-6; Ef 2, 13-18; Mc 6, 30-34
“Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla” E’ il canto di ogni cristiano che si fida del suo Signore.Egli ha promesso “Radunerò le mie pecore…saranno feconde e si moltiplicheranno” Gesù raduna, Gesù annulla le differenze, Gesù abbatte i muri di separazione, Gesù annunziala pace, dona la calma interiore necessaria per essere autentici. Un solo Spirito, un solo Battesimo, un solo Dio Padre di tutti. Questa unità diventa possibile solo se sappiamo dare tempo alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio. Ogni nostro sforzo diventa fruttuoso quando LUI diventa il centro del nostro agire, pensare, parlare. Questo è il segreto per la trasparenza, mostrare Cristo che opera per mezzo nostro: allora possiamo essere luce e lievito tra gli uomini.
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Lettura per Domenica 27/07/2003
XVII DEL TEMPO ORDINARIO
Saper condividere i doni che Dio ci elargisce Rito romano: 2Re 4,42-44; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15 Rito ambrosiano: 2Re 4,42-44; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15
Può capitarci di sentirci inadeguati rispetto ai bisogni e alle esigenze che le persone che avviciniamo esprimono.Ma non dobbiamo scoraggiarci. Dio non ci chiede di soddisfare tutti i bisogni dell’umanità, ma di soddisfare le necessità semplici del nostro prossimo con molto amore, partendo da quel poco che siamo e che abbiamo. Allora il “poco” non solo diventa sufficiente, ma abbondante. I miracoli li fa Gesù, pensa Lui a moltiplicare il nostro poco. Chi teme di perdere tutto, perderà davvero tutto quello che ha.
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Lettura per Domenica 03/08/2003
XVIII DEL TEMPO ORDINARIO
Gesù sazia la nostra fame e sete di amore Rito romano: Es 16,2-4.12-15; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35 Rito ambrosiano: Es 16,2-4.12-15; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35
Il bisogno essenziale dell’essere umano è quello di sentirsi amato. Spesso l’insoddisfazione, la solitudine, la mancanza di buoni rapporti sono fonte di disagio a tal punto da condurre alcuni alla follia, alla droga, al suicidio. Dall’amicizia con Gesù scaturisce la pienezza e il senso. Nulla e nessuno ci più estraneo e tuttavia vi è un Amore superiore ad ogni altro che ci riempie di gioia e consolazione. Se immaginiamo la strada principale di una grande città, vediamo un campionario umano dalla origini più disparate, una ridda di volti anonimi e indifferenti. In mezzo a questo assembramento potresti sentirti una nullità. Ciò non accade se hai fede, perché ti senti “personalmente” amato da Qualcuno che sa amarti in modo ineffabile e indicibile.
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Lettura per Domenica 10/08/2003
XIX DEL TEMPO ORDINARIO
”Signore, tu sei pane vivo per noi!” “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio!” Rito romano: 1Re 19,4-8; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51 Rito ambrosiano: 1Re 19,4-8; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51
È ciò che Gesù replica al demonio quando osa tentarlo, approfittando della sua debolezza perché aveva fame. Noi cerchiamo sovente il soddisfacimento dei bisogni, veri o presunti, in realtà fatue. Gesù, Parola di Dio fatta carne, non solo conosce i bisogni degli uomini, ma li condivide, li soddisfa con loro. Dunque mangia, beve, ha amici che coccola e da cui si lascia coccolare. Innanzi tutto dalla Madre, dolce compagna dell’infanzia, dell’adolescenza, della giovinezza. Tuttavia non esita a ricordarci che ci attende un destino eterno, poiché siamo spiriti incarnati. Perciò non possiamo essere felici, soddisfacendo solo le esigenze del corpo. Infatti noi sappiamo che la nostra anima ha sete del Dio vivente. Per questo Egli, nell’Eucaristia, si dona come nostro nutrimento in un cammino che va oltre i confini del mondo conosciuto e dove Lui ci attende per saziare il nostro bisogno di amore.
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Lettura per Venerdì 15/08/2003
FESTA DELL’ASSUNZIONE DELLA B.V.MARIA
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!” Rito romano: Ap 11,19a; 12,1-6. 10ab; 1Cor.15,20-27s; Lc 1,39-56 Rito ambrosiano: Ap 11,19; 12,1-6.10; 1Cor 15,20-26. Lc 1,39-56
Maria è l’archetipo della donna tutta santa, resa perfetta da Dio. Perciò la morte, che è entrata nel mondo a causa del peccato, non può ferirla. Maria è glorificata e assunta in Cielo perché “è la piena di Grazia” Come imitarla. Le Beatitudini, vissute da Gesù, sono state il suo stile di vita. Donna sapiente, umile e mite, intelligente e coraggiosa “meditava tutte queste cose nel suo cuore” Donna dell’ascolto del Figlio. Dolcissima e ferma. Propositiva ma tesa ad accettare e compiere la volontà di Dio in ogni istante. In essa è la sua gioia. Dall’oltre in cui si trova, di tanto in tanto viene a trovarci, per raccomandarci di essere figli degni del Padre celeste. Madre nostra, cui siamo stati affidati dal Figlio, ci attende a braccia aperte in Paradiso.
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Lettura per Domenica 17/08/2003
XX DEL TEMPO ORDINARIO
Siamo invitati da Dio a un sacro convito Rito romano: Pr 9,1-6; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58 Rito ambrosiano Pr 9,1-6; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58
“E’ qui la festa?” Si, certo, attorno alla mensa di Gesù i fratelli si trovano insieme. Ma c’è qualcuno imbronciato là fuori, che pare dire “Non gradisco!” E Gesù: “Amico, perché non mi ami? Perché non credi che ti voglio bene?” Vengono in mente Giuda e Tommaso. Intanto la festa comincia. Molti tra gli invitati sono distratti, il Padrone di Casa discorre con loro, offre misericordia e perdono, benedizione, inesausto cerca l’uomo fino a donare la stessa vita. Ma molti che vivono una storia sorda e rapace, non comprendono il valore dell’offerta. E Gesù instancabile “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno! Andate in pace, vi ho perdonati.”Molti escono frettolosamente dalla festa ritenendo che sia finita e in fondo pensano di non essersi divertiti per niente. Tornano alle loro case a mani vuote.
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Lettura per Domenica 24/08/2003
XXI DEL TEMPO ORDINARIO
Siamo invitati da Dio a un sacro convito Rito romano: Pr 9,1-6; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58 Rito ambrosiano: Pr 9,1-6; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58
“E’ qui la festa?” Si, certo, attorno alla mensa di Gesù i fratelli si trovano insieme. Ma c’è qualcuno imbronciato là fuori, che pare dire “Non gradisco!” E Gesù: “Amico, perché non mi ami? Perché non credi che ti voglio bene?” Vengono in mente Giuda e Tommaso. Intanto la festa comincia. Molti tra gli invitati sono distratti, il Padrone di Casa discorre con loro, offre misericordia e perdono, benedizione, inesausto cerca l’uomo fino a donare la stessa vita. Ma molti che vivono una storia sorda e rapace, non comprendono il valore dell’offerta. E Gesù instancabile “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno! Andate in pace, vi ho perdonati.”Molti escono frettolosamente dalla festa ritenendo che sia finita e in fondo pensano di non essersi divertiti per niente. Tornano alle loro case a mani vuote.
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Lettura per Domenica 31/08/2003
XXII DEL TEMPO ORDINARIO
“E’ meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”
Rito romano: Dt 4,1-2.6-8; Gc 1,17-18.21.22.27; Mc 77,1-8.14-15.21-23 Rito ambrosiano: Dt 4,1-2.6-8; Gc 1,17-18.21.22.27; Mc 77,1-8.14-15.21-23
Troppe volta trascuriamo i comandamenti di Dio per seguire la mentalità del mondo. Sembra che ci vergogniamo di dichiararci cristiani, perciò viviamo vacillanti dando una pessima testimonianza. Il Signore vorrebbe da noi solo dei SI o dei NO, cioè un essere chiari. A volte purtroppo, per motivi di convenienza o di eccessivo rispetto umano, non osiamo contraddire. Evitiamo di chiamare col suo nome ciò che è male secondo Dio. Anzi, andiamo anche a votare i referendum, così il MALE e il BENE vengono decisi a maggioranza. Sarebbe meglio ci rassegnassimo ad essere piccolo gregge, senza potere. Invece, per amore di popolarità ci adeguiamo, partecipiamo ad assemblee, cortei, manifestazioni, siamo i più zelanti nelle battaglie per i diritti….Bisogna intenderci sui diritti: c’è un diritto a negare la vita o ad uccidere? C’è un diritto a permettere ogni licenza? C’è un diritto a liberarci da vincoli fastidiosi facendone sopportare le conseguenze ai bambini? C’è un diritto ad abbandonare gli ammalati senza cure? C’è un diritto a lasciare la gente a piedi? C’è un diritto ad imporre per legge norme che violano la libertà di coscienza? E così via.
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Lettura per Domenica 07/09/2003
XXIII DEL TEMPO ORDINARIO
Rito romano: Is 35,4-7; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37 Rito ambrosiano: Is 35,4-7; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37
Le letture di oggi ci parlano di un Dio che ci rassicura. “Non temete!” Anche oggi ha una parola per noi, desidera placare le nostre ansie da prestazioni, portare quiete nella tempesta delle nostre esistenze fatte di un correre senza tregua. Egli sa che questo ci rende ciechi, sordi, zoppi, muti... incapaci di gustare e raccontare la bellezza del vivere. Dio ci ama: per questo ci chiede di fermarci di tanto in tanto e chiedere allo Spirito di pervadere come una sorgente il nostro deserto, per trasformarci in terra fertile che si nutre di fede. Allora il resto accadrà da sé, oltre ogni nostro più ambizioso progetto.
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Lettura per Lunedì 08/09/2003
NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA
Rito romano: Mi 5,1-4; M. 1,1-16.18-23 Rito ambrosiano: Mi 5,2-5; Rm 8,28-30; Mt 1,1-16.18-23
La memoria della nascita di Maria SS. rende evidente la signoria di Dio nella storia umana. I progetti di Dio sono gli unici che si realizzano sempre. Egli, nel tempo, ha formato un popolo, tra esso ha scelto e formato un cuore capace di accogliere il Dio-con-noi: Maria. La sua dimora verginale poggia su sette colonne, i sette doni dello Spirito Santo. Questa casa, nella quale Gesù si è degnato di porre dimora, è stata edificata dalla Sapienza di Dio che, nella sua misericordia, aveva prestabilito ogni cosa per la redenzione del genere umano.
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Lettura per Domenica 14/09/2003
XXIV DEL TEMPO ORDINARIO
Rito romano: Nm 21,4-9; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17 Rito ambrosiano: Nm 21,4-9; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17
Dio non è semplice spettatore delle vicende umane dolorose. Ce lo ricordano la mangiatoia di Betlemme e la CROCE del Golgota. Dio si serve certamente di aspetti negativi della storia per produrre una salvezza non contingente. Egli non è indifferente al nostro soffrire, ma lo condivide. Se accettiamo questa esperienza come fase di passaggio e percorso di maturazione, Gesù che conosce il dolore, porterà con noi il nostro peso rendendolo leggero. Se poi arriveremo con il Suo aiuto a cogliere il mistero della corredenzione, porteremo i nostri pesi per amore dei fratelli.
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Lettura per Domenica 21/09/2003
XXV DEL TEMPO ORDINARIO
Rito romano: Sap 2,17-20; Gc 3,16-4.3; Mc 9,30-37 Rito ambrosiano: Sap 2,12.17-20; Gc 3,16-4.3; Mc 9,30-37
Di fronte alle piccole e grandi scelte della vita siamo posti continuamente ad un bivio: la via del mondo (del desiderio di ricchezza e di potere) e la via della Sapienza di Dio (lontana dalle passioni fragili e instabili, dall’ipocrisia e dal disordine). Talvolta a causa della nostra insipienza arriviamo a chiedere a Dio ciò che serve a soddisfare i nostri desideri meschini... La via della Sapienza che viene dall’alto è invece pura, pacifica, mite, umile. È l’umiltà a rendere l’uomo grande. Gesù insegna “Beati i poveri in spirito..” E ancora “Il maggiore tra voi si faccia servo di tutti” E dando l’esempio, prima dell’ultima cena, si alzò da tavola, e preso un panno se ne cinse e incominciò a lavare i piedi dei discepoli. Poi disse loro: "...anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.”
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Lettura per Domenica 28/09/2003
XXVI DEL TEMPO ORDINARIO
Rito romano: Nm 11,25-29; Gc 5,1-6; Mc.9,38-43.45.47-48 Rito ambrosiano: Nm 11,25-29; Gc 5,1-6; Mc.9,38-43.45.47-48
La Parola di Dio di questa domenica traccia per i credenti un cammino preciso per conquistare la libertà: ascolto della Sua Parola, onestà, benevolenza. Ma per essere veramente liberi occorre anche essere distaccati dalle ricchezze, dall’ambizione, evitare le ingiustizie, gli scandali, non cercare solo la propria soddisfazione. È necessario domandare continuamente a Dio lo Spirito Santo, affinché sappiamo agire per il bene degli uomini senza fare differenze di persone, per la qualità della vita, per la giustizia, la pace, la solidarietà. Ogni bene viene da Dio e Dio sceglie i suoi messaggeri anche tra persone che non hanno l’approvazione degli uomini. Nessuno di questi perderà la sua ricompensa se avrà fatto del bene nel nome di Cristo.
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Lettura per Sabato 04/10/2003
FESTA DI S.FRANCESCO D’ASSISI - patrono d’Italia
Spirito del Signore, Spirito di giustizia e di umiltà, Spirito di pace e di unità Spirito di Cristo amico dei poveri, dei miti, solo tu ispiri le nostre scelte.
Rito Romano: Sir 31, 8-11; Gal 6, 14-18; Mt 11, 25-30 Rito ambrosiano:Sir 31, 8-11; Gal 6, 14-18; Mt 11, 25-30
Gesù ringrazia il Padre perché ha fatto conoscere il mistero del Suo Amore per gli uomini, soprattutto ai "piccoli". Non ai sapienti. Non agli intelligenti. Francesco d’Assisi fu un "piccolo" la cui grandezza nella testimonianza si è propagata nei secoli. Gli aspetti di questa testimonianza sono molteplici. Oggi sembra opportuno ricordarlo come messaggero di pace e, dietro al suo esempio, disporci al dialogo fraterno con tutte le persone di buona volontà, anche di culture e fedi diverse dalla nostra. Il carisma di S. Francesco lo portò a realizzare quella che viene chiamata “La fraternità francescana”. Dunque, che viviamo da fratelli è desiderio di Dio, Padre di tutti, e intuizione mistica di S. Francesco in un tempo storico dilaniato dalle divisioni.
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Lettura per Domenica 05/10/2003
XXVII del tempo ordinario
Rito romano: Gn 2,18-24; Eb 2. 9-11; Mc 10, 2-16 Rito Ambrosiano: Gn 2,18-24; Eb 2. 9-11; Mc 10, 2-16
“Non è bene che l’uomo sia solo”. “L’uomo non separi ciò che Dio ha congiunto”
È fin troppo ovvio riferire queste parole bibliche al MATRIMONIO. Forse un po’ meno, quando volessimo allargare il significato per andare al di là dei concetti non ancora superati del “maschilismo” e del “femminismo”. L’uomo e la donna sono stati creati da Dio come complementari. L’uno senza l’altra non possono essere immagine della Trinità. Il mondo ha necessità dell’apporto di entrambi per trovare la pace. Riflettiamo su qualche esempio di unità al di fuori del vincolo matrimoniale: Gesù e Maria, San Francesco e Santa Chiara d’Assisi, San Gerolamo e Santa Paola, Sant’Agostino e Santa Monica, ecc. Se “una sola carne” è segno dell’unione sponsale, l’amore casto tra uomo e donna, tra il maschile e il femminile, non è meno fecondo per la testimonianza di fede nella vita futura dove vivremo un’altra dimensione esistenziale (“...quando risusciteremo dai morti non prenderemo moglie né marito, ma saremo come angeli nei cieli” - Mc, 12, 15)
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Lettura per Domenica 12/10/2003
XXVIII del tempo ordinario
Rito romano: Sap 7,7-11; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30 Rito ambrosiano: Sap 7,7-11; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30
“Donaci o Dio la sapienza del cuore”
La Parola di Dio di questa domenica ci induce a riflettere sullo stile di vita acquisito e generalizzato da molti di noi in questo tempo. In genere la nostra massima tensione è quella di cercare di accumulare cose, soldi, successi. Il libro della Sapienza ci invita a considerare uno stile di vita alternativo improntato alla sobrietà e al desiderio di realizzare tesori fondati su categorie diverse. Le virtù indicate dal libro della Sapienza sono ad esempio la prudenza, che ci rende capaci di non cadere nelle insidie di chi vuole distoglierci dal bene indicato da Cristo (cercare iL Regno di Dio e la sua giustizia); la sapienza che viene da Dio, che ci consente di riconoscere i valori autentici che soli possono orientare il nostro comportamento nella vita presente in vista della vita futura. Queste virtù conducono verso dimensioni dello spirito meno umane e più divine, inducono a smettere di confondere l’essere con l’avere: solo in questo modo potremo essere un po’ più adeguati a rivolgerci a Dio chiamandolo col nome di “Padre!” Gesù, nel Vangelo di oggi, intende rassicurarci e indicarci la via per liberarci dalle pastoie della mentalità del mondo: affidarci cioè allo Spirito nella preghiera, porci in ascolto della Parola che salva, nutrirci della sostanza divina nell’Eucaristia; questo ci aiuterà senza sentirne il peso, a decidere ciò che sembra impossibile agli uomini, ma che è facile per chi confida in Dio: desiderare di possedere i beni eterni, stimando la ricchezza un nulla al loro confronto.
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Lettura per Domenica 19/10/2003
XXIX del tempo ordinario
Rito Romano: Is 53,2.3.10-11; Eb 4,14-16; Mc10,35-45 Rito Ambrosiano: Bar 3,24-38; 1Tm 2,19-22; Gv 10,22-30
Giornata missionaria mondiale
Lo Spirito di Cristo chiama i credenti a perfezionare la Sua opera nel mondo. Lo Spirito di Cristo ci chiama a “servire” i fratelli, nel senso di offrire a tutti occasione di incontrare il mistero del nostro Signore morto e risorto attraverso la nostra testimonianza, perché tutti abbiano la vita, quella vera. Nessuna differenza di persone. Servi per amore, non certo perché siamo nichilisti. Servi come vuole il Signore, cioè amici degli uomini: infatti Egli disse ai discepoli “non vi chiamo più servi, ma amici”. Che cosa vuol dire essere amici? Ciascuno saprebbe certamente rispondere immaginando l’amico ideale: fedeltà, sincerità, condivisione, disponibilità, aiuto oblativo, in una parola: amore. Nella certezza che tale amore, frutto del fuoco dello Spirito, non illanguidisce mai.
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Lettura per Domenica 26/10/2003
XXX del tempo ordinario
Rito romano: Ger 31,7-9; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52 Rito ambrosiano: Ger 31,7-9; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52
La guarigione del cieco nato
O Signore, il nostro modello di vita non è il tuo modello di vita. Dacci il coraggio di abbandonare i compromessi, APRI I NOSTRI OCCHI SIGNORE alla scoperta delle nuove povertà: la perdita di Te, sostanza di ogni pienezza, il vuoto di senso, la mancanza di radici, la mente che non vuol cercare la verità, il cuore che si sente solo, l’emarginazione e la privazione della dignità di molti, la violenza delle ingiustizie, l’incapacità ad essere pietosi e clementi, le stragi di innocenti, l’egoismo e la durezza di cuore, l’indifferenza e la superficialità, la perdita della speranza, la mancanza di fraternità, l’accidia che fa dire sempre e comunque di fronte ai problemi degli altri: “Arrangiati, non è compito mio!”
La riflessione di questa domenica ci invita a lasciarci risanare da Cristo che ci darà occhi per vedere ciò che veramente può servire insieme al nostro bene e al bene di tutti.
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Lettura per Sabato 01/11/2003
Festa di tutti santi
Rito romano: Ap 7,2-4.9-14; 1G . 3,1-3; Mt 5,1-12 Rito ambrosiano: Ap 7,2-4.9-14; 1G . 3,1-3; Mt 5,1-12
Gesù è l’archetipo dell’uomo perfetto, quindi il modello per chi intende seguirlo nel cammino della santità. Egli ha enunciato e vissuto con chiarezza quanto è necessario per progredire nello spirito. Prendiamo in mano il Vangelo e meditiamo Mt 5,1-12 “Beati i…..” Non vi sono altre vie più veloci, o più comode. La via è stretta ed è solo quella. In particolare in un tempo storico come il nostro sembra anacronistico questo “Beati i miti, beati gli operatori di pace…” Tutti siamo chiamati da Dio, Padre nostro, alla santità; in cielo vi è una moltitudine immensa di santi, che nessuno può contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Intimoriti dalla grandezza dei beati e dei santi che Giovanni Paolo II ha proclamato durante il suo pontificato, ci sembra impossibile metterci in fila. Invece lo “straordinario” di queste persone non è stata la qualità e la quantità delle opere che hanno compiuto in terra, ma l’aver cercato di sottomettersi alla volontà di Dio con ubbidienza, determinazione, tenacia sia nelle piccole sia nelle grandi cose. Con la certezza, come diceva Madre Teresa, di essere semplicemente “Matite di Dio”
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Lettura per Domenica 02/11/2003
Commemorazione dei defunti
Rito romano: Gb 19,1.23-27; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40 Rito ambrosiano: Gb 19,1.23-27; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40
Chi crede nel Figlio di Dio Gesù Cristo, ha la vita eterna. S. Paolo definiva la morte “il tempo di sciogliere le vele” per lasciare questa terra per andare verso la dimora eterna dove ci attende un Padre buono. Qualcuno, parlando dell’evento morte, ama riferirsi al giudizio finale, terribile, in cui i “benedetti” saranno separati dai “maledetti” interpretando le parole di Gesù in senso letterale ed esclusivamente materialistico. È vero che il cristiano deve occuparsi dei poveri, dei diseredati, dei malati, degli esclusi, degli stranieri, dei soli. Ma è Dio a mettere sulla strada di ciascun samaritano qualcuno di questi. Nessuno può essere soccorritore di tutti coloro che soffrono. Il nostro piccolo aiuto, sarà come diceva Madre Teresa, “una goccia nel mare, senza la quale il mare diventerebbe più povero di acqua”. Vi sono poi altre nuove povertà che attendono risposta. E non sono meno gravi. A queste pure occorre sovvenire con tutti i mezzi che abbiamo: l’educazione, la formazione cristiana, l’accoglienza sociale e politica dei poveri del mondo. Il bene da fare non ha un volto univoco: è immenso e ciascuno, secondo la vocazione propria con la quale è stato chiamato da Dio, ha il dovere di rispondervi.
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Lettura per Domenica 09/11/2003
Rito romano 1Re 8,22-23.27-30 1Pt.2,4-9 Gv.4,19-24 Rito ambrosiano Dn.13-14 Ap.1,5-8 Gv.18,33-37
“ I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità”
Le letture di questa domenica vogliono farci comprendere che gli edifici di culto non sono mai fine a loro stessi. Sono certamente utili, perché aiutano l’uomo ad incontrare Dio e a nutrire la fede. Ma quando l’uomo incontra Dio, diventa egli stesso edificio spirituale, pietra vivente che in unità ad altre pietre viventi costituisce la comunità, la Chiesa spirituale ove Dio regna ed è adorato. Ai figli di Dio è chiesto di testimoniare la loro fede nella verità, cioè per mezzo di una vita offerta per il bene di tutti gli uomini di cui Dio è l’unico Padre.
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Lettura per Domenica 16/11/2003
Rito Romano Dn. 12,1-3 Eb.10,11-14.18 Mc. 13,24-32 Rito ambrosiano ( I di Avvento) Ml. 3,19-20 2Ts. 3,7-12 Lc. 21,5-19
“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”
Nella professione di fede, proclamiamo “(Gesù Cristo)….verrà a giudicare i vivi e i morti e il Suo Regno non avrà fine”. Molti di noi lo proclamano, ma senza vera fede. Eppure Egli l’ha promesso, ritornerà. Ma non come intendiamo noi il giudice, quasi sempre come un giustizialista che gode nell’infliggere le pene. Saremo noi a vedere la nostra verità di fronte ai tanti fratelli che abbiamo conosciuti, ci specchieremo nel volto di Cristo, paradigma e archetipo per ogni uomo, e conosceremo quello che veramente siamo. Se il nostro Padre celeste ha aspettato invano la realizzazione del l’opera d’arte da Lui sognata, o se ci siamo avvicinati all’immagine del Suo Figlio prediletto, primogenito di coloro che risorgono. Facciamo fatica a convincerci che siamo noi gli artefici del nostro destino eterno, di morte o di vita: tutto dipende dell’uso che abbiamo fatto della nostra libertà.
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Lettura per Domenica 23/11/2003
Rito romano Dn. 7,13-14 Ap. 1,5-8 Gv. 18,33b-37 Rito ambrosiano ( II di Avvento) Zc. 9,9-10 Gal. 3,23-29 Lc. 19,29-38
Festa di Cristo Re Chiunque è dalla verità, ascolta la sua voce e lo segue, libero e gioioso, senza paura. Questa è la fede alimentata dalla speranza: Dio non inganna. Il mondo appare all’occhio disincantato, di secolo in secolo, un immenso campo di battaglia. Verrebbe da scoraggiarci se ne cercassimo la soluzione razionale. La festa di Cristo Re ci ricorda che Egli è stato vincitore della morte e che si è incarnato ed è morto e risorto per questo. Il male sarà vinto. Questa fede, questà carità che da Cristo è stata riversata nei nostri cuori, ci spinga all’impegno concreto nella società e nella storia del nostro tempo per la giustizia e per la pace.
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Lettura per Domenica 30/11/2003
Rito romano (I di Avvento) Ger. 33,14-16 1Ts.3,12-4,2 Lc.21,25-28.34-36 Rito ambrosiano (III di Avvento) Ger. 33,14-16 1Ts.3,12-4,2 Lc.21,25-28.34-36
Con gesto umile e implorante, apriamo verso Dio le nostre mani vuote perché le riempia della Sua Grazia e ci consenta di percepire costantemente la Sua Presenza accanto a noi. Accenda i nostri cuori di amore per Lui e di affetto per le creature, mobiliti le nostre energie, ci renda capaci di farci servi di tutti per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto per il Vangelo (L’esempio di S.Paolo 1Cor. 9)
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Lettura per Sabato 06/12/2003
Rito Ambrosiano Sir. 44,16-17.19-20-23.45,1-4.15-16 1Cor.4,1-5 Gv.10,11-16
Festa di S. Ambrogio S. Ambrogio, il Vescovo Santo Patrono di Milano, è figura del Buon Pastore che da la propria vita per le pecore e non le abbandona nel momento del pericolo. La vita di Ambrogio è segnata dalla scelta popolare che lo ha voluto ministro di Cristo ed amministratore dei misteri di Dio, eccellente nella predicazione, tanto da suscitare santi come Agostino d'Ippona. L'esempio di Ambrogio, da principio recalcitante ad accettare un incarico per il quale non si sentiva adeguato, deve incoraggiare i laici "digiuni" di Sacra Scrittura e di Tradizione, certi che se la chiamata di Dio è autentica, Egli stesso darà loro l'entusiamo e la sapienza necessari per apprendere ciò che può essere di utilità alla cura delle anime cui Dio li ha destinati.
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Lettura per Domenica 07/12/2003
Rito Romano (II di Avvento) Bar.5,1-9 Fil.1,4-6.8-11 Lc.3,1-6 Rito Ambrosiano (IV di Avvento) Bar.5,1-9 Fil.1,4-6.8-11 Lc.3,1-6
La parola di Dio invita alla conversione per prepararci ad accogliere Gesù e possa realizzarsi per ciascuno il Natale, cioè l'incarnazione del Verbo di Dio in noi. E poi, come Maria, cooperare con Cristo all'opera di redenzione con un "SI" incondizionato ed irreversibile.
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Lettura per Lunedì 08/12/2003
Rito Romano Gen.3,9-15.20 Ef.1,3-6.11-12 Lc.1,26-38 Rito Ambrosiano Gen.3,9-15.20 Ef.1,3-6.11-12 Lc.1,26-38
Festa dell'Immacolata Concezione della B.V. Maria Gurdare a Maria come al modello perfetto del discepolo. Ella è stata concepita senza peccato per un servizio che doveva prestare al mondo. Per Cristo, con Cristo e in Cristo, l'offerta di tutta la sua vita in punto di piedi senza fare rumore.
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Lettura per Domenica 14/12/2003
Rito Romano (III di Avvento) Sof.3,14-18 Is.12,2-6 Fil.4,4-7 Lc.3,10-18 Rito Ambrosiano (V di Avvento) Sof.3,14-18 Is.12,2-6 Fil.4,4-7 Lc.3,10-18
Convertirci significa cambiare stile di vita. Chi ha di più deve saper dare a chi ha di meno e non soltanto in senso materiale. Dunque non preoccuparci di accumulare, ma al contrario di donare. Essere cioè sobri, onesti, sinceri, pieni di gioia in attesa del Messia.
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Lettura per Domenica 21/12/2003
Rito Romano (IV di Avvento) Mic.5,1-4 Eb.10,5-10 Lc.1,39-48 Rito Ambrosiano (VI di Avvento) 1Sam.7,1-5.8-12.14.16 Rm.16,25-27 Lc.1,26-38
Divina maternità della Vergine Maria Nessuna cosa è impossibile a Dio. Maria con il Suo "SI", ha accolto in sè il Salvatore del mondo. Se ci pensiamo bene, questo mistero succede sempre anche a noi ogni volta che facciamo la Santa Comunione. Ciò che rende diverso il venire di Gesù in Maria, rispetto a noi, è che il consenso di Maria non è stato provvisorio, ma "per sempre", nell'ottica di vivere l'eterna carità insieme a Cristo. La nostra è spesso una carità zoppa, fatta per filantropia, per perbenismo, per orgoglio, per sentimentalismo e non per rendere gloria a Dio, dal quale proviene ogni dono e ogni grazia.
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Lettura per Giovedì 25/12/2003
Rito Romano Is.52,7-10 Eb.1,1-6 Gv.1,1-18 Rito Ambrosiano Is.52,7-10 Eb.1,1-6 Gv.1,1-18
Santo Natale del Signore
"Dio nessuno l'ha mai visto. L'Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, Egli lo ha rivelato"
Gesù, vero Dio e vero uomo, esemplifica nello stile della sua esistenza terrena, il grande Amore del Padre che è vicino ad ogni uomo allo scopo di santificarne l'esperienza in vista della vita futura. Tutto passa: gli affetti umani, le esperienze, le fatiche: resta per sempre l'amore di Dio per noi. Egli circonda la nostra vita di premure, concedendoci quelle esperienze, quegli affetti, quelle fatiche che ci faranno crescere, se saremo docili e riflessivi, fino alla soglia della santità.
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Lettura per Domenica 28/12/2003
Rito Romano 1Sam.1,20-28 1Gv.3,1-24 Lc.2,41-52 Rito Ambrosiano Ger.31,15-20 Rm.8,14-21 Mt.2,13-18
Il Rito Romano presenta la Santa Famiglia di Nazareth, in cui Gesù, cresciuto in età, sapienza e grazia, si allontana dai genitori perchè irresistibilmente attratto ad occuparsi delle "cose del Padre Suo". Il Rito Ambrosiano ci fa riflettere sulla condizione di "emigranti" di questa Santa Famiglia. E intanto Erode, il terrorista spietato, furibondo, nel timore di perdere il suo potere, fa fare una strage di tutti i bambini di Betlemme e dintorni. La nostra riflessione, mettendo insieme le due proposte, è quella secondo cui il cristiano dovrebbe scegliere ed agire sempre mettendo al primo posto la volontà di Dio, anche se ciò può portare una ricaduta di effetti collaterali tutt'altro che gratificanti. Il cristiano non è un melenso sentimentale, ma una persona forte che affronta le situazioni con determinazione e coraggio, consapevole di avere al suo fianco Qualcuno capace di sollevarlo da ogni angoscia.
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