Quando parliamo della madre di Gesù, le espressioni che usiamo più facilmente sono ‘la vergine Maria’, la ‘Madonna’ (la nostra Signora), la ‘Madre di Dio’, e tante altre.
Negli antichi trattati invece si trovava il titolo "De beata", che vuol dire ‘(Trattato) sulla ‘Beata’, perché il vangelo usa questo termine in diverse occasioni, esaltando la fede e l’umiltà di Maria.
Al saluto di Maria che è venuta a visitarla, Elisabetta esclama:"Beata colei che ha creduto!" e Maria risponde:
"Dio ha guardato l’umiltà della sua serva...tutte le generazioni mi chiameranno beata." (Lc 1,45.48)
Più tardi, quando Gesù predicava già il vangelo
"una donna alzò la voce in mezzo alla folla e disse: 'Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!’ Ma egli disse:’Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!" (Lc 11,27-28)
S. Agostino fa capire che la Madre di Gesù ha avuto queste due beatitudini, perché è sempre stata attenta e docile alla parola di Dio. Le mette a confronto, e non esita a dire:
"Conta di più per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata madre di Cristo. Fu per lei maggiore dignità e maggiore felicità essere stata discepola di Cristo che essere stata la madre di Cristo. Maria proprio per questo è beata, perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha osservata. Ha custodito infatti più la verità nella sua mente, che la carne nel suo grembo. Cristo è verità, Cristo è carne: Cristo è verità nella mente di Maria, Cristo è carne nel grembo di Maria. Conta di più ciò che è nella mente, di ciò che è portato nel grembo." (Discorso 25)
S. Ambrogio aggiunge qualche cosa che interessa anche noi.
"Beata tu che hai creduto." Ma beati anche voi che avete udito e creduto: infatti, ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio, e ne comprende le operazioni. Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio. Se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio, purché, serbandosi senza macchia e libera dal peccato, custodisca con intemerato pudore la castità." (In Lc II,27)
Riflettiamo un momento.
La fede è una cosa viva: nasce, cresce, si sviluppa, porta frutti. Questo perché la fede non è accogliere una semplice idea, ma la parola di Dio, viva, che è Gesù stesso.
Quando un’anima incomincia a credere, incomincia a vivere in lei il Figlio di Dio. È un’intimità che si fa sempre più profonda. Il vangelo di san Giovanni la esprime parlando di una dimora (‘Io e il Padre verremo da lui e faremo dimora presso di lui’). In Maria questa intimità data dalla fede è stata così profonda da meritarle di essere, anche nella carne, dimora dell’Altissimo.
La nostra fede non è certo così vivace, eppure anche per noi vale l’insegnamento di San Paolo, che parla di abitazione di Cristo in noi:
"Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio." (Ef 3,17-19)
Maria e la Chiesa
Questa ‘pienezza di Dio’ è riconosciuta dall’angelo Gabriele quando saluta Maria "piena di grazia". Ma è una pienezza che si allarga a tutta la Chiesa, e quindi estende la grandezza della Madre di Dio a tutto il popolo cristiano.
Agostino prosegue così la sua riflessione:
"Santa è Maria, beata è Maria, ma è migliore la Chiesa che la vergine Maria. Perché? Perché Maria è una parte della Chiesa: un membro santo, un membro eccellente, un membro che tutti sorpassa in dignità, ma tuttavia è sempre un membro rispetto all’intero corpo. Se è membro di tutto il corpo, allora vale certo più il corpo di un suo membro. Il Signore è capo, e Cristo totale è capo e corpo. Che dire? Abbiamo un capo divino, abbiamo per capo Dio.
Perciò, o carissimi, badate bene: anche voi siete membra di Cristo, anche voi siete corpo di Cristo. Osservate in che modo lo siete, perché egli dice:’Ecco mia madre, ed ecco i miei fratelli.’ Come potete essere madre di Cristo? Chiunque ascolta e chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madrte." (Mt 12,49-50)
Le osservazioni di Sant’Agostino ci fanno capire l’impegno che abbiamo nel rendere sempre più viva la nostra vita di fede. Ma aggiungono una considerazione dolcissima: la nostra non è una fede diversa e staccata da quella di Maria. Tante volte è un po’ infantile, un po’ bambina: Maria è la mamma che arriva ad integrare con il suo intervento ciò che i figli cercano di fare sia pure in misura incompleta. Una nostra antica antifona liturgica diceva:
"Ti esaltiamo, santa Madre di Dio, perché da te è nato il Cristo, salvatore di quelli che ti onorano. Santa Signora, genitrice di Dio, rendici partecipi delle tue virtù santificatrici."
indietro - avanti