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Gesù, nostra via

"Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ne l’avrei detto. Io vado a prenotarvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via. Gli disse Tommaso:’Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?’. Gli disse Gesù: ‘ Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." (Vangelo di Giovanni, 14,2-6)


Le due vie

Gli antichi, soprattutto in Oriente, consideravano lo svolgersi dell’esistenza umana come un lungo cammino, che aveva la sua conclusione con la morte.
Si poteva scegliere il percorso giusto o quello sbagliato. Ecco il mito di Ercoledi fronte al bivio, immagine dell’uomo che deve scegliere la sua strada. Nella tradizione dei sapienti di Israele poi, è frequente la ‘dottrina delle due vie’: due lunghi elenchi di precetti, che indicano la condotta da tenere per seguire il bene ed evitare il male. Anche il Vangelo lo ricorda:
"Entrate per la porta stretta, perché la larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Matteo 7,13-14)
Seguendo questi avvertimenti, i primi autori cristiani si diffondono a lungo nella descrizione del bene e del male, presentati proprio come due vie in contrasto.


La via giusta

Nella Bibbia abbiamo anche la descrizione dell’Esodo, il lungo cammino fatto dal popolo di Dio attraverso il deserto per raggiungere la Terra Promessa, sotto la guida di Mosé, il grande legislatore. L’Alleanza, sancita dalla Legge, doveva quindi ispirare tutta la vita degli Ebrei se volevano raggiungere la salvezza promessa da Dio. La Legge di Mosé diventava così la norma, la via da seguire. I cristiani invece, ricordati negli Atti degli Apostoli, prendevano come riferimento le parole di Gesù, e la loro nuova religione veniva chiamata "la via", perché non comprendeva solo una fila di prescrizioni, ma una nuova maniera di agire, una nuova vita.

Quando Gesù dice di essere "la via" intende tutta questa gamma di affermazioni, ma le oltrepassa. Innanzitutto, rivendica per sé la supremazia su tutte le altre vie, sia pur buone, ma proposte dagli uomini: la sua è la via vera, la sola che conduce alla salvezza. Per questo non si accontenta di essere la via, ma aggiunge anche di essere "la verità e la vita". Lo fa proponendo con autorità i suoi precetti, ben più impegnativi degli altri: "Avete udito che fu detto agli antichi...ma io vi dico..." I suoi comandi sono come cartelli indicatori, che segnalano la direzione giusta.


"Lungo la via..." (Lc 24,35)

Quando noi ci mettiamo in cammino e tante volte sentiamo la fatica e la lunghezza del percorso, egli si fa trovare vicino a noi. Ha fatto così quando ha accompagnato ad Emmaus i due discepoli sconfortati, donando loro anche la forza di ritornare a Gerusalemme, sul cammino giusto, insieme agli altri discepoli. Già durante gli anni del suo ministero camminava insieme agli apostoli, provando per primo la fatica di arrivare fino al pozzo della Samaritana, o di affrontare il forte dislivello della salita da Gerico a Betania. Conosce il sacrificio che ci domanda, e non esita a presentarcelo in tutta la sua crudezza: "Se qualcuno vuol venire dietro a me (e quindi nessuno pretenda di precederlo o di insegnare a lui cosa si debba fare) rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua." Non ci ha fatto mancare il suo esempio, e non ci lesina il suo aiuto, anche perché sa che ci è indispensabile: "Nessuno viene al Padre, se non per mezzo di me". E se trova che qualcuno ha deviato e si trova in mezzo ai guai, sulla strada sbagliata, non esita a caricarselo sulle spalle, come il pastore fa con una pecora smarrita.

Fermiamoci un momento, e poniamoci una domanda conclusiva. Questa stagione è una breve tappa del lungo cammino della nostra vita. È quasi una sosta per fare il punto della situazione.
Siamo sulla strada giusta? Quanto cammino ci manca ancora? Quali rapporti con la nostra guida divina, che non si è limitato a segnarci la strada, ma è sempre pronto a camminare con noi e a darci una mano nei passaggi più difficili?

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