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Gesù, nostro servo

La lavanda dei piedi (Giovanni, cap.13)

Il primo ricordo che Gesù ci ha lasciato è stato non una parola, ma un gesto, perché l’esempio tante volte vale molto di più che cento discorsi. È stato un gesto inconsueto, che ha suscitato lo stupore degli apostoli e la ribellione di Pietro.
Lavare i piedi, in Oriente, era un gesto di cortesia: Gesù lo ricorda a Simone il fariseo che l’aveva invitato a pranzo ma poi non l’aveva trattato col dovuto rispetto. Però era anche un servizio umiliante: lo facevano i servi e gli schiavi. Immaginate la meraviglia degli apostoli.
"Durante la cena Gesù si alza, depone le vesti, prende un asciugatoio, se lo cinge, versa l’acqua nel catino, si mette a lavare i piedi dei discepoli, ad asciugarli"...
tutti gesti descritti minuziosamente, lentamente.
Pietro osserva, freme, e quando Gesù si avvicina scoppia: "A me i piedi tu non li laverai mai!"


La lezione

Gesù lo calma, lo invita a riflettere. Dirà a tutti: "Capite quello che ho fatto? Io sono il vostro Maestro e Signore, e vi ho lavato i piedi." Sono diventato il vostro servo.
Quante volte il Signore ha tentato di far capire agli apostoli che il Messia non era come i potenti della terra, che fanno pesare il loro dominio sulle nazioni! I discepoli erano duri, non accettavano una cosa del genere.
Proprio Pietro, dopo aver riconosciuto che Gesù era il Cristo, il Figlio di Dio, quando il Maestro aggiunge che il suo destino è quello di essere rifiutato ed essere crocifisso, rimprovera Gesù: ‘Dio te ne scampi, questo non ti accadrà mai!’ E il Signore: "Via da me, Satana!" E’ una lotta contro la chiusura del cuore di Pietro, che non vuole accettare la vera immagine di un Dio umile, amico, servo.
Pietro vuol tenersi la sua idea di un Dio, diverso da quello che gli presenta Gesù: un Dio umile, che sa stare all’ultimo posto, che è contento di essere a disposizione degli uomini, di tutti gli uomini, anche dei più indegni.

Se vogliamo che la nostra vita cristiana sia davvero secondo una linea di verità, dobbiamo sempre ricordare questo insegnamento.
Prima ancora di pensare alla sua passione, ai suoi dolori, riflettiamo che Gesù si è fatto servo di Dio, con la sua ubbidienza, ma anche servo nostro, col suo amore: "Sì è dato tutto a noi".
È una donazione totale, completa, che gli altri evangelisti presentano raccontando l’istituzione dell’Eucaristia.


Un passo avanti

San Giovanni preferisce fermare l’attenzione sulla lavanda dei piedi, perché su questo punto è più facile, per noi, capire quello che Gesù vuole per poi imitarlo. Infatti, c’è subito il secondo insegnamento:"Vi ho dato l’esempio perché, come ho fatto io, così facciate anche voi." Se Gesù ha amato i suoi fino alla fine, e per questo ha messo tutto a loro disposizione, vuol dire che per un vero cristiano il senso profondo della vita è saperla spendere per gli altri.

Senza riserve. Lavare i piedi era considerata un’azione umiliante. Gesù ci invita, nel servire il nostro prossimo, a non limitarci a quelle azioni benefiche che tanto ci gratificano e non ci sporcano le mani. Curare invece le malattie che ci ripugnano, consolare e compatire quelle persone che non hanno la forza o la capacità di dirci un grazie, essere pronti ad aiutar anche quelli che si sono rovinati per colpa loro con la droga e ogni sorta di abusi: questo vuol dire essere servi degli altri.
Con una premura tutta particolare,dobbiamo stare vicino a quelli che non hanno più nessuno, abbandonati dai loro parenti o da che dovrebbero prendersi cura di loro. Si sentono soli e molte volte la solitudine è per loro un dolore più grande della stessa malattia.

Già nell’Antico Testamento il profeta Isaia ci dice che questo è lo spirito con cui vivere un periodo di conversione,quale per noi cristiani è la Quaresima. Non accontentiamoci di gesti clamorosi o di canti più o meno penitenziali. "Avvoltolarsi nella cenere, o far salire fino al cielo il vostro chiasso? Non è questo il digiuno che io desidero. Praticate la giustizia e accogliete il povero. Allora la vostra luce sarà come l’aurora." (Is 58,4-8)
S. Giovanni Crisostomo suggeriva ai suoi cristiani: "Non state a bocca aperta ad ascoltare quelli che si vantano dei loro digiuni e dicono di aver fatto grosse penitenze chi per una settimana, chi per tre, chi per tutta la Quaresima. Chi naviga per mare non sta a contare le miglia che ha percorso, ma si cura che al ritorno la sua nave sia piena di mercanzie. A chi si vanta delle sue penitenze, tu rispondi: "Avevo l’abitudine di bestemmiare e ho smesso; mi piaceva mormorare e criticare, e non lo faccio più; ero in una situazione di peccato e me ne son tirato fuori; mi sentivo offeso, e ho perdonato: ero egoista, e ho pensato anche agli altri. Questa sarà la tua vera quaresima."

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