Stampa |
I nonni raccontano
GIOCARE, CHE
PASSIONE !
|
Vi racconterò come giocavamo
noi bambini del dopoguerra. |
|
GIOCO utile
a guadagnarsi secondo noi il rispetto degli altri: la battaglia. |
|
GIOCO a prendersi, cioè a catturare il nemico. Perdeva definitivamente chi riusciva a catturare il capo. Io ero una bimba ossuta, agile e tutta nervi: quando tentavano di catturarmi davo tanti strattoni, calci, morsi e graffi che dovevano lasciare la presa. Agli occhi delle altre bambine apparivo invincibile! |
|
GIOCO delle navi. Costruivamo con i mattoni e le pietre la sagoma della nave. Ero io, tanto per cambiare, ad affidare i diversi ruoli. E da lì cominciava il fantastico viaggio, dove l'esercito dei marinai obbediva agli ordini del comandante (cioè io...). I mozzi dovevano tenere pulito e in ordine. Sulla nave c'era anche l'infermeria per i feriti, dei quali si doveva occupare il medico (sempre io...) anche facendo interventi chirurgici d'urgenza. |
|
GIOCO agli indiani. Io portavo via da casa tutti gli stracci che trovavo, per farne con una forbice, gonnellini a striscioline per femmine e per maschi. In cima a via Vicenza c'era la salita per il belvedere. Senza alcun permesso delle mamme, correvamo come scatenati su per quella stradina stretta che portava in salita a oltre 300 metri di altezza. Arrivati sui prati della collina, in mezzo al verde, ogni banda sotterrava l'ascia di guerra e danzava attorno ad essa, lanciando ululati da indiani. Se uno dei capi dava l'ordine di battaglia, ci lanciavamo gli uni contro gli altri nella lotta corpo a corpo, rotolando sull'erba, ebbri di lasciare uscire da dentro di noi tutte le spinte all'aggressività che avevamo dentro per aver vissuto nel contesto della guerra. |
|
GIOCO al
teatro. A volte improvvisavamo, sistemando il set all'interno del portone
della casa dove abitavo io. Mentre recitavamo, ciascuno inventandosi un
ruolo, la storia prendeva corpo. Ci meravigliavamo delle belle storie che
riuscivamo a inventare. |
|
GIOCO alla scuola. Veniva scelta la maestra (ancora io!) che metteva i bambini seduti ordinatamente sui gradini dei negozi, impedendo in tal modo con noncuranza il passaggio dei clienti. Si facevano le lezioni, interrogando, premiando o punendo gli scolari a seconda delle situazioni. Le punizioni consistevano in penitenze terribili: ad esempio fare un intero percorso in ginocchio. |
|
GIOCO ai fantasmi. Non vi erano, in quei tempi, portoni chiusi o illuminati. Provvisti di vecchie lenzuola, i fantasmi andavano a nascondersi nelle varie scale dei palazzi della zona. C'era l'acchiappa fantasmi che doveva cercarli e toccarli per dire che un fantasma era stato preso. Ma i fantasmi non solo si nascondevano bene, ma nel caso fossero stati avvistati cercavano di spaventare con orribili urla e versacci l'acchiappa fantasmi per scoraggiarlo. |
|
GIOCO religioso. Costruivamo un altare, vi mettevamo sopra un grosso cuore di pezza (che avevo cucito io), segno dell'amore che non doveva venire offeso. Quando qualche bambina faceva monellerie, il capo le dava uno spillo da conficcare nel cuore di pezza. Poi la penitenza: solitamente si trattava di andare ginocchioni per un certo tratto, oppure camminare con i ceci nelle scarpe per un certo tempo. |
|
GIOCO creativo. Come ho già detto, le strade erano piene di macerie, e quindi avevamo molto materiale a disposizione da lavorare. Pestavamo dei mattoni fino a ridurli in polvere, mettevamo la polvere bagnata tra due pezzi di marmo (fummo noi a inventare il sandwitch!), li strofinavamo tra loro, poi li aprivamo e vinceva chi riusciva nel disegno astratto più fantasioso. A volte ci rendevamo utili alle nostre mamme, pestando il marmo e offrendolo loro come pietra pomice per pulire l'esterno annerito delle pentole, Perché dovete sapere che allora, le nostre mamme, cucinavano sui fornelli a carbone e d'inverno sulla stufa a legna. |
|
SCHERZI ai più piccini. Come il gatto e la volpe avevano fatto con Pinocchio, noi promettevamo ai piccoli che se avessero seppellito un soldino, sarebbe nato l'albero dei miracoli, pieno di monetine. A volte seppellivamo anche animali morti, dopo averne fatto i funerali, promettendo in tal caso la loro risurrezione, ma ciò, stranamente, non accadeva mai... |
LE PUNIZIONI Quando facevamo i cattivi le mamme ci chiudevano in casa e ci impedivano di andare a giocare. Chiudevano la porta con il ferro morto, che era così alto e pesante da non consentirci di aprirlo. Un giorno anch'io fui chiusa in camera. Abitavo al primo piano: dalla finestra chiamai gli amici a convegno e chiesi loro di reggere una sedia, che passai loro dalla finestra. Fecero cavalluccio tenendo la sedia e io mi calai per poter scappare a giocare. Quando la mamma entrò in camera e si accorse che non ero lì si spaventò e cominciò a gridare dalla finestra: "Linaaaaa!!! Linaaaaaa!!!!" Io la lasciai gridare disperata per un bel po' e poi mi feci viva come se niente fosse. Quella volta ne presi un sacco. |