Cerca nel sito:
Stralci da 'Piccola antologia del pensiero liberale' - Società Libera

La tradizione liberale è molto variegata. Vi fanno parte pensatori anche molto diversi fra loro. Ha inizio verso la fine del 1600. In questa sintetica elencazione dei pensatori liberali, omettiamo di proposito quelli che hanno dato al liberalismo una formulazione marcatamente utilitaristica o prevalentemente commerciale. Ci interessa valorizzare la libertà come dono interiore, ma siamo consapevoli che solo la verità rende l'uomo pienamente libero. Perciò è massimamente utile che ogni uomo possa cercare la verità con libertà di coscienza e possa avere libertà di pensiero e di parola per far affermare la validità dei diritti naturali individuali contro ogni totalitarismo. Come abbiamo già detto all'inizio quando abbiamo espresso il nostro concetto di "persona", noi cristiani intendiamo la libertà essere"dono ricevuto da Dio che, per sua scelta, ha voluto crearci a sua immagine e somiglianza" affiché vivessimo da figli suoi e da fratelli tra noi, non perché obbligati, ma per libera scelta. Come abbiamo detto la libertà deve però servire la verità, la giustizia, essere guidata dalla responsabilità e orientare alla condivisione e alla comunione: come vissuta da Cristo stesso, e voluta dal Padre di tutti che, per l'azione dello Spirito Santo, sospinge i suoi figli verso la fraternità universale. Le libertà civili, politiche, economiche sono emanazione di tale libertà. Ogni comunità si dà tuttavia delle regole, che si modificano e si perfezionano mentre avanza il progresso, per impedire che vi sia abuso della libertà quando questa è volta a danneggiare e opprimere i deboli, a minare la convivenza pacifica e il bene comune dei popoli.

John Locke (1632-1704) ha posto su tappeto la questione dei diritti naturali, della libertà di pensiero e di religione, del consenso quale unica legittimazione del potere politico, del diritto alla proprietà privata.

Ma mentre da questo pensiero sarà influenzata la storia americana (Thomas Jefferson considerato l’ispiratore della Dichiarazione d’Indipendenza che fu approvata dal Congresso di Filadelfia nel 1776), più complessa e... è l’evoluzione di questa tradizione in Europa.

Montesquieu (1689-1755) è l'interprete del relativismo delle diverse culture che, secondo lui, attraverso il commercio si conoscono, si paragonano, si integrano, convergono verso la conciliazione e la pace.

Adam Smith (1723-1790) espone la tesi secondo cui lo scambio commerciale avviene sulla base dell’egoismo razionale di ciascuno "Dammi la tal cosa di cui ho bisogno e te ne darò un’altra di cui hai bisogno tu". Questa disposizione a trafficare con i propri simili, darebbe origine alla divisione del lavoro così che ciascuno possa coltivare l’inclinazione che si trova ad avere.

L’illuminismo di Kant (1724-1804) afferma l’etica attorno al concetto di uomo come "fine" e non come "mezzo", così che i fini soggettivi dovrebbero essere considerati semplicemente mezzi in quanto nessun uomo ha diritto di servirsi di un altro uomo come "mezzo" per conseguire i suoi "fini" personali.

Thomas Jefferson (1776 Dichiarazione di indipendenza e dei diritti ) rivendica l'indipendenza degli Stati Uniti d'America. Afferma che tutti gli uomini sono stati creati uguali e indipendenti e che diritti inalienabili sono la vita, la libertà, la ricerca della felicità.

Benjamin Constant (1767-1830) invoca la libertà come autonomia individuale e facoltà di definire la propria esistenza. Egli attacca l’usurpazione e il dispotismo quale male peggiore della schiavitù e dell’oppressione in quanto questo sistema avvilisce un popolo, lo abitua a calpestare ciò che rispettava, soffoca la libertà di stampa, di pensiero, di educazione, profana la verità e sostiene la calunnia affinché appaia come verità per estorcere il consenso.

Frederic Bastiat (1801-1850) afferma che le Leggi sono anteriori alla proprietà privata che esse devono garantire. Secondo questo pensatore la proprietà è di istituzione divina, cioè diritto naturale che l’uomo possiede in quanto la proprietà non è altro che il prolungamento della sua facoltà di soddisfare i suoi bisogni tramite il proprio lavoro.

Alexis De Tocqueville (1805-1859) mette in risalto il valore della democrazia e lo spirito liberale che permea le istituzioni elettive. Tuttavia riconosce il rischio che in tale regime gli uomini di governo possano diventare come "numi tutelari" che lavorano al benessere di tutti i cittadini puntando però a diventare gli unici agenti regolatori finendo per "togliere alla gente la fatica di pensare e la pena di vivere" e riducendo così nei singoli la capacità dell’uso del libero arbitrio; in tal modo anche gli spiriti più vigorosi e originali, non saprebbero più mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa. Praticamente potrebbe accadere che i cittadini perdano a poco a poco la facoltà di pensare e di agire da soli in quanto si affidano ai rappresentanti da essi eletti che li gestiscono e che potrebbero, se in mala fede, agire da irresponsabili portando poco a poco un popolo a diventare incapace di usare il discernimento e la volontà. Secondo questo pensatore, un siffatto popolo di servi potrebbe diventare facilmente vittima della demagogia.

John Stuart Mill (1806-1873) introduce una netta separazione tra le libertà civili e le libertà economiche, che mette in discussione, con la conseguenza dell’inizio del processo di avviamento al socialismo. Sul concetto di giustizia egli afferma che "I diversi paesi e individui hanno diverse nozioni di giustizia" la quale è un complesso di regole che non coincidono con obbligazioni cui ciascuno può aderire o meno secondo criteri personali fluttuanti. Infatti tali norme appaiono ora lecite, ora illecite, secondo la prospettiva da cui si guardano.

Ludwig Von Mises (1881-1973) mette al centro del dibattito la questione del "libero mercato". Afferma non essere il liberalismo organizzazione di partito politico. Propugna il concetto che gli uomini dovrebbero poter fare volontariamente e per una consapevole ragione ciò che è necessario a promuovere il bene della società. Che la politica non dovrebbe essere condotta con astuzia ed espedienti tattici, ma che bisognerebbe fare opera di chiarificazione e di informazione della gente per evitare ogni possibilità di corruzione. Per lui la grande massa degli uomini non possiede la capacità di pensare logicamente e di tener conto dei vantaggi che devono poter derivare dalle scelte dell’oggi rispetto alle generazioni future. L’egoismo per lo più guiderebbe l’uomo e, un vantaggio particolare momentaneo apparirebbe spesso più importante di un maggior guadagno permanente. Le masse sarebbero inevitabilmente portate per necessità a privilegiare vantaggi immediati piuttosto che a lungo termine. Questo il motivo del consenso alle idee socialiste che optano per interventismi statali. Purtroppo questa soluzione determinerebbe facilmente il risultato che "tutti cercano di vivere a spese di tutti" e in definitiva si rivelerebbe negativo nei confronti delle stesse masse che il socialismo vorrebbe tutelare.

Bruno Leoni (1881-1973) Nei suoi scritti rivaluta l’azione imprenditoriale e l’iniziativa privata contro la pianificazione socialista. Quest’ultima viene concepita come direzione coatta del governo centrale della produzione dei beni economici che vuole inibire ogni forma di collaborazione volontaria.

Secondo questo pensatore non vi sarebbero alternative coerenti tra capitalismo e socialismo integrali, in quanto vi sarebbe impossibilità di calcolo economico. Se è vero che si possono fare "piani", si potrebbe però finire per arrivare in qualche parte diversa da quella che il piano aveva previsto. Quindi, secondo Leoni, una terza via resterà impossibile sino a che economisti e politici non saranno in grado di presentare una teoria coerente e di mostrare la capacità di farla funzionare.

Murray N.Rothbard (1926-1995) radicale estremo del pensiero liberale contemporaneo, fa delle affermazioni che appaiono giuste ma che in verità spesso si contraddicono. Ad esempio "il credo libertario si basa su un assioma centrale: nessuno può aggredire la persona e la proprietà altrui" e continua "il libertario difende con fermezza quelle che sono conosciute come libertà civili: la libertà di parola e di stampa, la libertà di assemblea e la libertà di compiere CRIMINI senza vittime come ad esempio la pornografia, la deviazione sessuale, la prostituzione...".

Egli postula dunque che pornografia, deviazione sessuale, prostituzione non debbano essere considerati crimini in quanto non da ritenersi invasione violenta della persona o della proprietà degli altri. Ma questo non concorda neanche con le tesi di Kant il quale definisce la persona un "fine" e non un "mezzo". Inutile disquisire sul fatto che pornografia, deviazione sessuale, prostituzione, sono la conseguenza dell’usare le persone come "mezzi" o per il proprio piacere o per il proprio interesse. "Il libertario (prosegue Murray) si oppone all’interferenza del governo con l’imposizione di controlli, regolamenti, proibizioni...". Praticamente nega l’utilità della legislazione necessaria a regolare una corretta convivenza. Dunque, gli Stati non dovrebbero darsi neanche Costituzioni e Leggi?

"Il libertario (prosegue Murray) insiste sull’applicazione della legge morale generale a tutti, senza eccezioni". MA NON DICE A QUALE LEGGE MORALE SI RIFERISCE.

Afferma inoltre essere la "tassazione" una violenza coercitiva da parte dello Stato democratico: sembra dimenticare che i cittadini, in regime democratico, possono darsi leggi elettorali che consentano loro di far cadere quei governi che ingiustamente li tartassino e pare dimenticare che la libertà individuale ha il suo limite nel bene della collettività.

Un'affermazione che il pensatore newyorkese fa e che potrebbe essere condivisibile da molti è "che qualsiasi servizio offerto dallo Stato può essere gestito in maniera più efficiente e morale dalla cooperazione privata". Vi è un altro argomento che può essere ritenuto condivisibile ed è il rifiuto che lo Stato obblighi i cittadini al servizio militare. (anche se è lecito pensare che chi volontariamente voglia attendere a questo ruolo per motivi di difesa nazionale o internazionale, rispetto a situazioni di ingiusta aggressione, lo possa fare)

A Friederich A.Von Hayek (1899-1992) fanno riferimento molti intellettuali anche dell’Europa dell’Est. Egli afferma tra l’altro "l’obbiettivo della politica economica di una società libera, non può mai essere quello di assicurare RISULTATI PARTICOLARI PER PERSONE SPECIFICHE (ossia non è lecito che il singolo chieda allo Stato di essere protetto per interessi personali acquisiti). Egli propugna una società che dia a tutti informazioni sulle varie opportunità e consenta a tutti di entrare nel commercio con la consapevolezza che il risultato, dal punto di vista del reddito, dipende da un gioco misto di abilità e di fortuna. Secondo Hayek non esiste una giustizia "sociale" ma una giustizia di comportamento individuale onesto. "Non c’è ragione (aggiunge) che la società moderna non procuri un minimo di sicurezza per tutti coloro che nel mercato cadono al di sotto di un certo livello". Egli afferma con convinzione che nei principi basilari del liberalismo non esistono regole meccaniche e immutabili, ma una varietà infinita di applicazioni; che il principio fondamentale dovrebbe essere quello di usare quanto più possibile le forze SPONTANEE della società e ricorrere quanto meno possibile alla COERCIZIONE. Dunque invoca una Società APERTA-LIBERA-DINAMICA.

Da "Il Cammino della libertà"- Società libera:
(...)Le Carte dei diritti sono un patrimonio inestimabile che la tradizione liberale ha lasciato all'umanità, in un percorso niente affatto lineare che tuttavia mantiene sempre al centro dell'attenzione l'uomo come soggetto di diritti. Le Carte dei diritti più note: MAGNA CHARTA 1215- DICHIARAZIONE D'INDIPENDENZA AMERICANA 1776- DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO E DEL CITTADINO 1789- CODICE NAPOLEONICO 1804 - CARTA DEI DIRITTI DELL'UOMO N.U. 1948 -
Annotiamo altri personaggi che si sono fatti nelle varie epoche promotori di idee liberali: S.Tommaso d'Aquino- Galileo-Bartolomè de las Casas- Erasmo da Rotterdam- Spinoza- J.Milton -G.Washington - - A.Lincoln -J.Davis - C.Goldoni - C. Beccaria- P. Verri- A. Rosmini- Goethe - V. Gioberti - A. Manzoni - Lord Acton - Cattaneo - Cavour - Giolitti - L. Einaudi- B. Croce - L. Sturzo- De Gasperi- W. Ropke - L. Erhard - R. Dahrendorf - R. Aron -M.Friedman -M. Thatcher- R. Reagan - e altri...

Torna a:
I concetti di persona e di libertà intesi cristianamente

StampaHome